I cani nella Seconda Guerra Mondiale
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
Il cane accompagna l’essere umano da diecimila anni. È diventato il migliore amico dell’uomo e, per questo, sfortunatamente non ha potuto evitare di venire coinvolto nelle peggiori guerre dell’umanità. I cani nella Seconda Guerra Mondiale (1939 – 1945) svolsero un ruolo importantissimo e, spesso, cruciale per gli eserciti in lotta.
Si crede che già nelle guerre tra persiani e greci i cani venissereo impiegati per scopi militari. In Europa il suo uso in condizioni di conflitto iniziò assieme alla conquista dell’America, quando i primi conquistadores iniziarono a sfruttare razze come l’Alano Spagnolo.
Ci sono altri periodi storici in cui l’animale da compagnia per eccellenza è stato protagonista. Come appunto le Guerre Mondiali o altri scenari bellici ancora oggi purtroppo presenti. Ma i cani nella Seconda Guerra Mondiale hanno avuto una grande partecipazione e salvato migliaia di vite, sebbene finirono essi stessi per esserne vittime. In alcuni casi molte razze furono sul punto di scomparire.
Cani usati come strumenti di guerra
I cani potevano svolgere molti compiti militari e non agivano semplicemente come messaggeri o cani da salvataggio. Sfortunatamente, alcuni hanno partecipato direttamente in prima linea e molti di loro hanno dato la vita per colpa di un conflitto che non li riguardava e che né avrebbero mai potuto comprendere.
L’esercito degli Stati Uniti ha cercato di addestrare cani di grossa taglia per uccidere i soldati giapponesi. Il programma si è svolto in strutture di addestramento dei cani, in cui soldati americani di origine giapponese hanno prestato servizio per la formazione, svolgendo il ruolo di “prede”.
Il progetto, tuttavia, fu un vero fallimento, anche se è stato perfezionato durante il conflitto successivo, in Vietnam.
Ma il lavoro più noto è quello di cani anticarro. L’Unione Sovietica usava il cane in modo tanto particolare quanto spietato e disumano. Questi animali venivano lasciati a digiuno per giorni dopo essere stati addestrati a cercare cibo sotto i carri armati. Una volta liberati davanti al nemico, i cani in cerca di cibo, si lanciavano contro i mezzi blindati tedeschi.
Ovviamente, ai poveri animali venivano agganciati degli esplosivi potentissimi che venivano azionati in prossimità o quando si trovavano sotto i carri armati nemici.
Come si comprende, dopo i primi attacchi terminati con successo, i soldati iniziarono a sparare senza pietà contro gli inconsapevoli cani.
La situazione della Seconda Guerra Mondiale era così disperata che, per limitare le perdite umane, i militari escogitarono diversi modi per utilizzare i cani. L’esercito americano addestrò cani di grossa taglia per eliminare i soldati giapponesi. I russi, al contrario, mandavano dei cani bomba contro i carri armati delle forze di Hitler.
Logistica militare e uso dei cani nella II Guerra Mondiale
Sebbene i cavalli da tiro fossero preferiti per il trasporto, i cani venivano usati per spostare mitragliatrici e trainare le barelle dei feriti.
L’Armata Rossa usò i cani nella Seconda Guerra Mondiale, specialmente sui terreni innevati. Lo fece anche direttamente sul terreno accidentato del campo di battaglia, dove molti cavalli finivano per ferirsi o rompersi le gambe.
I cani venivano anche usati come messaggeri, per poter inviare messaggi senza poter essere intercettati dalle forze avversarie.
Altri venivano usati per installare esplosivi o linee telefoniche. Questi animali potevano entrare attraverso tunnel e buche più piccole e più facili da realizzare, in cui gli umani non potevano accedere. Persino altre specie di animali, come i furetti, vennero addestrati per compiti di questo tipo.
Oltre a sfruttare la fame, il coraggio, la forza e le capacità di orientamento, i militari riuscirono ad approfittare anche dell’eccellente olfatto dei cani. Specialmente per rilevare le mine.
Tuttavia, l’uso dell’addestramento con rinforzo negativo ha fatto fallire molti progetti.
Questi docili animali venivano terrorizzati e il loro utilizzo in scenari bellici è stato spesso inefficace e comunque molto breve. In alcuni casi venivano sostituiti da mammiferi più piccoli, come i ratti.
I cani nella II Guerra Mondiale furono anche usati per localizzare trappole, evitare imboscate, trovare depositi di armi e persino cecchini. Questi cani potevano localizzare trappole a un chilometro di distanza ed erano molto più efficaci degli esploratori umani. Erano anche usati come guardiani per difendere i campi e le postazioni.
Anche se risultarono fondamentali per trovare mine, avvistare cecchini ed evitare trappole o imboscate, a causa dell’addestramento violento e basato sulla paura, l’impiego di cani nella II Guerra Mondiale fu spesso inefficace.
Il sacrificio dei cani nella Seconda Guerra Mondiale
Alcuni cani sono diventati autentici eroi del tempo. Un esempio è Chips, un cane meticcio appartenente all’esercito americano che ha ricevuto diverse medaglie, riservate solo agli umani.
Chips ha partecipato a molte delle battaglie che interessarono il conflitto, dal Nord Africa, alla Sicilia, ma anche in Francia e nella stessa Germania.
Tra le sue più grandi imprese, va ricordato il giorno in cui salvò un intero battaglione di soldati americani. Questo coraggioso e astuto cane si infiltrò all’interno di un covo di mitragliatrici del nemico, neutralizzandole. E riuscì persino a tornare a casa indenne, dopo la guerra.
Come si può ben capire, molti cani non furono affatto così fortunati. I cani nella Seconda Guerra Mondiale furono spesso usati come cavie, sia per elaborare nuovi farmaci che per lo sviluppo di pericolosissime e letali armi chimiche.
Dopo la fine del conflitto, per colpa della fame diffusa e della carestia, centinaia di migliaia di animali vennero portati al macello in paesi come il Regno Unito.
Il sacrificio dei cani durante la guerra è stato gigantesco. Milioni di esemplari sono morti, per le ferite, di fame o per le conseguenze dirette di questi inutili scontri armati.
Decenni dopo, questi cani sono considerati eroi e sono molti i monumenti o i libri che rendono omaggio al loro coraggio.
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