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I santuari dei primati in Italia

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Attualmente, nel nostro paese è possibile individuare 6 centri che ospitano primati, in particolar modo scimpanzé
I santuari dei primati in Italia
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Conoscete i santuari dei primati in Italia? Abbandono, bracconaggio, traffico illegale, sfruttamento. Sono molteplici gli atti di violenza che vengono perpetrati ai danni delle scimmie, ogni anno in tutto il mondo.

Per fortuna, esistono dei santuari dei primati in Italia che lavorano per restituire una vita decorosa a questi splendidi esseri viventi.

Perché esistono dei santuari dei primati?

I primati sono un gruppo di animali con forti legami familiari e bisogni sociali, motivo per cui sono una delle specie che soffrono maggiormente dello sfruttamento umano.

Circhi, laboratori o persino privati, consegnano questi animali alle autorità, sia di comune accordo che a seguito di una confisca.

La maggior parte dei paesi del mondo, compresa l’Italia, non prevede dei centri statali pensati per ospitare appositamente questi animali. Pertanto, dopo l’azione delle Forze dell’ordine, queste scimmie vengono affidate a centri privati che, in modo volontario (e con un piccolo contributo dello Stato) si occupano della cura e il recupero dei primati.

Attualmente, nel nostro paese è possibile individuare 6 centri che ospitano primati, in particolar modo scimpanzé.

Non si tratta di veri e proprio “santuari” in senso stretto, ma per la mancanza di fondi, questi primati vengono gestiti da bioparchi, parchi natura o centri di tutela della fauna esotica. Fondamentale è anche la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato (oggi CUTFAA, integrato nell’Arma dei Carabinieri).

Da dove vengono gli animali dei santuari dei primati in Italia?

Anche se è illegale tenere delle scimmie in casa, possederne una è spesso un lusso a cui alcune persone non vogliono rinunciare. Ma, come è logico, dopo i primi tempi la conivivenza diventa complicata.

Trattandosi di primati strappati violentemente al loro habitat, è normale che mostrino comportamenti violenti, finendo per graffiare o mordere i loro “padroni”.

Il passo successivo è l’abbandono o l’affidamento ai centri di recupero di animali selvatici.

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Un altro luogo da cui più questi primati provengono sono i circhi. Nel corso degli anni, per fortuna, l’uso di grandi scimmie fu proibito negli spettacoli.

Questo, inevitabilmente ha portato i gestori degli show a doversi disfare rapidamente di questi animali, divenuti ingombranti e cari da mantenere. La specie che maggiormente ha sofferto di questo è lo scimpanzé.

L’uso di scimmie in circhi, teatri, film e TV, è un altro tipo di sfruttamento che è stato fermato solo da poco tempo. Oggi, molti animali che un tempo riempivano le copertine di giornali o che apparivano in serie e videoclip, vivono nei santuari e solo in parte hanno recuperato il loro status normale di animali selvatici. Il contatto troppo costante con gli umani rende quasi impossibile il reinserimento nel loro habitat naturale.

Ma i primati arrivano nei santuari anche per due altri motivi. In primo luogo, in seguito al sequestro diretto da parte della autorità, nell’ambito della lotta al traffico illegale di animali esotici.

In secondo luogo, come conseguenza dell’attività assai poco etica di alcune aziende che, ancora oggi, utilizzano scimmie per i loro esperimenti.

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Come sono i santuari dei primati?

L’etologa e antropologa inglese Jane Goodall da sempre afferma che nemmeno il migliore degli zoo o centro di recupero perfetto sarà mai sufficientemente adatto per garantire una vita degna ad animali nati e abituati a vivere in libertà.

Ad ogni modo, accettando il compromesso, è giusto rispettare alcune norme. Nel caso dei santuari dei primati in Italia, per esempio, la studiosa suggerisce che agli scimpanzé in cattività deve essere garantito spazio sufficiente per correre, arrampicarsi, oltre che un’adeguata esposizione solare.

Questi primati hanno bisogno anche di zone di intimità, lontano dallo sguardo dei visitatori, e deve essere assicurato un giusto livello di socializzazione. Gli animali non vanno tenuti da soli. Devono anche poter trovare del materiale per ripararsi dal freddo e costruire giacigli per la notte.

Anche la stimolazione mentale è importante e, questi centri, dovranno allestire zone con giochi, oggetti da usare, corde per arrampicarsi.

Insomma, gli scimpanzé in Italia dovrebbero sempre essere tenuti in modo da rispettare il loro benessere fisico e comportamentale.

Alcuni dati sui santuari dei primati in Italia

Attualmente, secondo quanto riportato dal Jane Goodall Institute nel nostro Paese ci sono 54 scimpanzé, ospitati in strutture sia pubbliche che private. All’interno di questo piccolo gruppo, si apprezzano 24 femmine e 30 maschi.

Gli esemplari più giovani hanno appena un anno, mentre il più vecchio è un maschio di ben 52 anni. E’ interessante notare come la maggior parte di questi primati provengono dai sequestri effettuati dal Servizio CITES del Corpo Forestale.

Il santuario che ospita più scimmie è quello del Parco Natura Viva Bussolengo, in provincia di Verona.

  • Parco Natura Viva Bussolengo (VR).
  • Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone Sasso Marconi (BO).
  • Bioparco di Roma.
  • Zoo Safari di Fasano (BR).
  • Daniel Leibovic Aprilia (LT).
  • Bioparco di Sicilia (Carini, Palermo).

Come aiutare i santuari dei primati in Italia?

Ovviamente, per poter mantenere questi animali, è fondamentale contribuire economicamente. Le risorse saranno sempre reinvestite nel centro o parco, a garanzia dell’alimentazione e delle cure veterinarie per questi esseri viventi.

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Anzitutto, potreste visitare questi santuari per vedere gli scimpanzé e anche altri animali selvatici. Da un lato avrete la possibilità di dare una mano, pagando il biglietto d’entrata e magari contrattando una guida, mentre passate una bella giornata all’aria aperta.

Un altro modo per dare il vostro aiuto è quello di sponsorizzare il parco, magari se avete la possibilità, o anche facendo pubblicità tra amici e conoscenti, in modo che sempre più persone vadano a visitare questi santuari.

Infine, esiste sempre la via del volontariato, parlando direttamente con queste strutture, ovviamente sempre e quanto siate in grado di rispettare i requisiti che talvolta vengono stabiliti.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.