L'importanza delle api per l'ecosistema

L'importanza delle api per l'ecosistema
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Al di là dell’elaborazione del miele, l’attività più importante delle api riguarda l’impollinazione. Il trasporto di polline favorisce la fecondazione e la formazione di frutti e fiori. Parte della produzione alimentare e della biodiversità del mondo dipende da questo meccanismo. Indubbiamente, questi insetti sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema terrestre.

Si distinguono per svolgere un lavoro insostituibile ma, purtroppo, l’intervento umano sta mettendo a rischio molte delle 20.000 specie di api tuttora presenti sul nostro pianeta.

Insomma, mentre continuano a raccogliere il polline dalle piante e trasportano i semi, sono costrette a lottare per la loro sopravvivenza. Usano il loro corpo per permettere l’unione del gamete maschile del grano pollinico con il gamete femminile dell’ovulo.

Il processo naturale garantisce la produzione di almeno un terzo dei prodotti che l’uomo e le altre specie consumano quotidianamente. Anche le cosiddette api solitarie svolgono un ruolo importante nell’ecosistema. Infatti, favoriscono la riproduzione e la sopravvivenza di piante rare o selvatiche, in regioni in cui altri agenti impollinatori non sono in grado di portare avanti l’impollinazione.

Senza api, l’agricoltura scomparirebbe

Tenendo presente che le api impollinano una gran parte delle colture che permettono di sfamare gli abitanti della Terra, non dobbiamo perdere di vista l’emergenza della loro sopravvivenza. Senza di esse, il 60% di frutta e verdura scomparirebbe, così come circa 25.000 specie di piante da fiore.

Con la scomparsa di questa specie, si ridurrebbe la diversità del cibo, l’attività agricola e con essa milioni di fonti di reddito. La mancanza di api potrebbe portare a situazioni di carestia e persino a insanabili squilibri economici.

un alveare con api al lavoro

Ma è giusto affermare che le api sono a rischio d’estinzione? L’argomento ha interessato molti studiosi dall’inizio del millennio. Molte api operaie muoiono negli alveari a causa dell’uso di pesticidi e altre sostanze tossiche. Quindi, il discorso è quanto mai serio e va affrontato in maniera efficace.

Preservare la specie

Inoltre, alcune tecniche industrializzate come la monocoltura, riducono le opzioni alimentari di questi straordinari insetti. Per non parlare del fatto che l’aumento di predatori e virus si è diffuso nell’ambiente, con il rischio di spazzare via intere colonie.

La situazione è seria. Solo in Europa la diminuzione delle api supera il 25% (1/4), mentre negli Stati Uniti siamo ormai al 3 % (1/3). Sebbene le previsioni non siano incoraggianti, ci sono molte iniziative che possono e devono essere instradate per preservare le api.

Il salvataggio dell’agricoltura biologica per lo sviluppo sostenibile e lo studio dei pesticidi e il loro impatto sull’ecosistema sono passi che aiuteranno a salvare questi preziosi animali. Ciò avrebbe anche un impatto sulla protezione del suolo, sulla conservazione delle risorse idriche e sull’equilibrio ambientale.

L’impollinazione dei fiori

La produzione di miele, molte volte industrializzata per produrre maggiori guadagni, può avere un impatto negativo sulla vita dell’insetto. Lo stesso vale per l’impollinazione dei fiori. Senza la fertilizzazione delle piante, la catena alimentare si interrompe, fermando la nascita delle specie vegetali.

un gruppo di api dentro un contenitore di miele

Le api sono vitali per la biodiversità. Da qui la necessità di promuovere e sostenere un’alimentazione sostenibile. È necessario contribuire alla creazione di habitat favorevoli mediante la rotazione delle colture, il controllo naturale dei parassiti (senza veleni né pesticidi) e l’utilizzo di prodotti biologici. L’acquisto di prodotti dagli apicoltori locali e i loro derivati, serve appunto per ​​favorire le attività eco-sostenibili.

Il nostro ecosistema dipende dalle api

Ma questi insetti non sono gli unici vettori che permettono l’impollinazione. Sono però i più efficienti. Pensate che l’80% delle api è responsabile di questo processo. Il loro corpo peloso e la carica elettrostatica che trasmettono, contribuiscono a far in modo che il polline aderisca perfettamente. Sono erbivori e accumulano energia sfruttando l’elevato contenuto di zucchero del nettare.

Questo tipo di insetti imenotteri sono dotati di organi che facilitano l’impollinazione in modi diversi. Con le loro caratteristiche speciali nelle zampe posteriori e nell’addome, sono perfetti per questo lavoro di raccolta. Anche le loro bocche permettono di succhiare il nettare dei fiori, senza danneggiarli. Insomma, tutto avviene alla perfezione.

Le antenne sono organi olfattivi, che sono completati dalla percezione della luce ultravioletta sviluppata dall’animale, per identificare i fiori. Anche farfalle, mosche e coleotteri appartengono a questo gruppo di impollinatori, e sono tutti indispensabili per l’ecosistema.

Il lavoro delle api è laborioso e lento. Devono posarsi su circa 10 milioni di fiori per produrre 1 kg di miele. Ma, come abbiamo visto, la produzione di miele è solo uno dei grandi benefici per il nostro ecosistema.


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