La laminite nei cavalli: fasi e trattamento

Un minimo squilibrio in una parte del corpo del cavallo può innescare un grave problema in un'altra parte. Qui si parla di laminite e della sua possibile relazione con il sistema gastrointestinale.
La laminite nei cavalli: fasi e trattamento
Érica Terrón González

Scritto e verificato la veterinaria Érica Terrón González.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

La laminite nei cavalli, nota anche come podoflemmatite, è un’infiammazione che colpisce le parti molli dello zoccolo e che somiglia a delle placche o lamine. Queste “lamine” uniscono la parte cornea dello zoccolo con la terza falange, che è l’ultimo osso del piede del cavallo.

Purtroppo è un problema frequente tra gli equini. È stato rilevato anche nelle pecore, nelle capre e nei suini, ma la laminite sofferta dai cavalli è la più grave e la più diffusa. In questo articolo parliamo della laminite nei cavalli: fasi e trattamento.

L’anatomia dello zoccolo

In un animale sano, la terza falange è attaccata all’interno della parte cornea dello zoccolo da un legamento di sospensione. La superficie interna del casco è piegata sotto forma di fogli per aumentare lo spazio di presa di questo legamento. In un cavallo che soffre di laminite, queste placche cedono e la falange non è più attaccata correttamente allo zoccolo.

Il peso del cavallo e i suoi stessi movimenti continueranno a spingere l’osso del piede verso il suolo come di consueto. Ma senza la protezione del casco, i vasi sanguigni si rompono e i tessuti molli si infiammano. Pertanto, appariranno un dolore acuto e in seguito la zoppia.

Primo piano dello zoccolo di un cavallo.


Insorgenza e fasi della laminite nei cavalli

La laminite inizia quando la causa innesca la separazione laminare, che può durare tra le 30 e le 40 ore. Durante questo periodo, prima della comparsa dei sintomi, il cavallo di solito ha problemi:

  • Gastrointestinali.
  • Respiratori.
  • Riproduttivi.
  • Renali.
  • Endocrini.
  • Immunologici.

Queste alterazioni multisistemiche, anatomicamente distanti dallo zoccolo, sono dovute al fastidio generato dalla disorganizzazione dell’anatomia laminare. Questa è la prima fase di sviluppo della malattia, ma non sempre appare. Ci sono animali che passano direttamente alla fase acuta, senza che si sia verificato in precedenza un apparente problema di salute.

Fase acuta

Come abbiamo detto, la fase di sviluppo finisce per fondersi con la fase acuta, quando compaiono i primi segnali di dolore alla zampa. La fase acuta dura da questo momento fino a quando non vi è un’evidenza clinica dello spostamento della falange all’interno dello zoccolo.

La laminite tende a colpire maggiormente gli arti anteriori, presumibilmente perché sopportano la maggior parte del peso del cavallo, intorno al 65%.

Un cavallo con la laminite acuta tende a spostare il peso da una zampa all’altra. Questo comportamento è finalizzato sicuramente ad alleviare il dolore. Anche così, a un certo punto l’animale è costretto ad appoggiarsi all’indietro sul piede malato e il disagio ritorna senza rimedio.

Fase cronica

Se il cavallo non muore durante la fase acuta, subirà lo spostamento della falange all’interno dello zoccolo. Questo è il segno distintivo della laminite cronica e può essere visto su una radiografia. I sintomi in questa fase della malattia possono essere:

  • Lieve ma persistente zoppia.
  • Dolore intenso, per cui il cavallo vorrà trascorrere più tempo sdraiato.
  • Deterioramento dei legamenti.
  • Deformazione della parete dello zoccolo.
  • Penetrazione della suola dello zoccolo nell’osso spostato. Quest’ultimo sintomo può portare all’osteomielite infettiva della terza falange e persino al distacco dello zoccolo.

Quanto può essere grave la laminite nei cavalli?

La laminite è probabilmente la malattia più grave che possa colpire un cavallo. Si ritiene infatti che sia la seconda causa di mortalità nei cavalli, dopo le coliche. Se il cavallo non muore per cause naturali, si ricorre solitamente all’eutanasia, per risparmiare delle terribili sofferenze all’animale.

Inoltre, nonostante gli sforzi in questo senso, la risposta alla terapia varia notevolmente da esemplare a esemplare, il che rende difficile anche una prognosi accurata.

Cavallo coperto.

La relazione con il tratto gastrointestinale

La maggior parte degli studiosi veterinari afferma che la laminite è la conseguenza di un trauma precedente, non per forza relazionato con lo zoccolo. Questo, a prima vista, può sembrare strano. Ma in varie occasioni questa malattia ha dimostrato di essere correlata al tratto gastrointestinale. Tra le cause descritte:

  • Consumo eccessivo di cereali e carboidrati.
  • Infiammazione dell’intestino tenue.
  • Coliche.
  • Diarrea acuta.

Ma c’è una causa che suscita, in particolare, la curiosità di molti veterinari. Riguarda l’alterazione del metabolismo dell’insulina. Si dice che i cavalli con una storia di insulino-resistenza tendano a soffrire di laminite.

Per verificare questa ipotesi sono stati effettuati numerosi studi sui cavalli con iperinsulinemia prolungata. Tutti hanno finito per sviluppare la laminite in meno di 72 ore.

Pertanto, si raccomanda di sottoporre il cavallo a regolari esami del sangue. Pertanto, se viene rilevata l’iperinsulinemia, è possibile utilizzare delle tecniche per ridurne la concentrazione nel sangue e, soprattutto, ripristinare la sensibilità all’insulina. Ad esempio, attraverso delle diete dimagranti a basso indice glicemico e attraverso l’esercizio fisico moderato.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Pollitt C. Laminitis equina. Barton, ACT: Corporación de Investigación y Desarrollo de Industrias Rurales; 2008
  • Infosura [Internet]. Es.wikipedia.org. 2020 [consultado el 25 de junio de 2020]. Disponible en: https://es.wikipedia.org/wiki/Infosura

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.