La preziosa scoperta del primo animale che può vivere senza ossigeno
È possibile concepire la vita senza respirare? Animali e piante, anche quelli che vivono sott’acqua, hanno un organismo che funziona attraverso lo scambio di gas. Ecco perché l’ultima scoperta in questo campo è assolutamente rivoluzionaria: è il primo animale che può vivere senza ossigeno.
Come molte altre scoperte nella comunità scientifica, anche questa è stata il risultato del caso. Se questo argomento vi ha incuriositi, non perdetevi le prossime righe, perché vi racconteremo l’incredibile storia di questo organismo e ciò che si sa ad oggi a riguardo.
Organismi anaerobici e aerobici
Non è la prima volta che viene scoperto un essere vivente che non ha bisogno di ossigeno per vivere. Gli organismi anaerobici sono quelli che non necessitano di ossigeno per il metabolismo, poiché ottengono energia attraverso la catena di trasporto degli elettroni o la fermentazione. Questi esseri sono sempre unicellulari, come i batteri.
La prima scoperta di queste caratteristiche è stata fatta nel bacino del Mar Mediterraneo, grazie a un animale microscopico che viveva in un ambiente ipersalino privo di ossigeno, lo Spinoloricus cinziae.
Sono il contrario degli organismi aerobici, quelli che usano l’ossigeno per produrre energia. Le cellule, quindi, ossidano sostanze come il glucosio e da queste producono l’adenosina trifosfato o ATP, la molecola che veicola energia in tutti gli esseri viventi.
L’intero processo si verifica nei mitocondri, organelli cellulari eucariotici che si trovano all’interno delle cellule. Sono responsabili della sintesi dell’ATP e, di conseguenza, essenziali per la sopravvivenza della cellula. Questo fino a quando non è stato scoperto l’animale che può vivere senza ossigeno.
Il parassita che ha sorpreso gli scienziati
L’animale che può vivere senza ossigeno non è altro che un parassita che si annida nel corpo del salmone. Il suo nome scientifico è Henneguya salminicola e provoca la cosiddetta “malattia della tapioca” o “malattia della carne lattea”. Questo perché provoca cisti visibili nel muscolo scheletrico biancastro del pesce.
Questo organismo, di appena 10 cellule, è privo di mitocondri, quindi non presenta metabolismo aerobico. Tuttavia, come accennato in precedenza, il metabolismo senza ossigeno è stato riscontrato solo negli esseri unicellulari, quindi Henneguya salminicola risulta essere l’eccezione nel mondo multicellulare.
La scoperta è stata fatta mentre si cercavano i mitocondri del parassita in modo da trovare un modo per combatterlo, ma non ci si aspettava che questi organelli fossero assenti.
E, come se non bastasse, al piccolo microrganismo non mancano solo i mitocondri, ma anche l’intera struttura genetica che li sostiene e li genera. Henneguya salminicola è stato confrontato con altri organismi simili, ma non sono stati in grado di trovare frammenti di DNA mitocondriale.
Perché questo parassita non respira ossigeno?
Henneguya salminicola, appartenente allo stesso phylum di coralli, meduse e anemoni (ossia cnidari), non ha bisogno di ossigeno per sopravvivere. Si ritiene che questa caratteristica sia dovuta al fatto che vive in un ambiente anaerobico, ossia l’interno del salmone.
Le cause non sono ancora note, ma si ipotizza che, vivendo in un ambiente privo di ossigeno, si sia evoluto per adattarsi ad esso, quindi nel corso degli anni avrebbe perso i mitocondri e il loro correlato genetico. Al loro posto, il team di Dorothee Huchon, ricercatrice principale, ha trovato delle pieghe nella membrana interna che potrebbero fungere da mitocondri.
Si pensa inoltre che Henneguya salminicola possa ottenere l’ATP direttamente dal corpo del suo ospite, senza doverlo sintetizzare.
In ogni caso, c’è ancora molta strada da fare, dal momento che questa scoperta è unica e richiede uno studio approfondito per svelare le chiavi della sua evoluzione. A volte gli organismi più semplici sono quelli che sollevano più domande.
Dal parassita del salmone alle stelle
La scoperta della capacità di Henneguya salminicola di sopravvivere senza ossigeno non è solo sorprendente di per sé, ma potrebbe avere il potenziale per svelare molti altri misteri. Uno di questi ha a che fare con l’evoluzione stessa e come gli organismi potrebbero adattarsi, diventando più semplici.
In altre parole, perdere un meccanismo di adattamento come la respirazione aerobica potrebbe essere un nuovo passo dell’evoluzione per non dipendere dall’ossigeno. D’altra parte, si sta dimostrando che la transizione evolutiva permette di passare da un metabolismo aerobico ad uno anaerobico.
È simile al percorso evolutivo dei mammiferi marini, che sono emersi dall’acqua per poi adattarsi di nuovo ad essa.
Infine, la scoperta di un animale senza mitocondri apre le porte a nientemeno che alla ricerca di vita extraterrestre. Fino a tempi molto recenti si cercavano pianeti simili alla Terra, pensando che solo le condizioni del nostro pianeta permettessero la vita. Tuttavia, questo piccolo parassita dimostra che si potrebbe trovare della vita adattata alla perfezione ad altri tipi di habitat. Resta solo da aspettare per vedere se questa teoria è corretta.
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- Neves, R. C., Gambi, C., Danovaro, R., & Kristensen, R. M. (2014). Spinoloricus cinziae (Phylum Loricifera), a new species from a hypersaline anoxic deep basin in the Mediterranean Sea. Systematics and Biodiversity, 12(4), 489-502.
- Yahalomi, D., Atkinson, S. D., Neuhof, M., Chang, E. S., Philippe, H., Cartwright, P., … & Huchon, D. (2020). A cnidarian parasite of salmon (Myxozoa: Henneguya) lacks a mitochondrial genome. Proceedings of the National Academy of Sciences, 117(10), 5358-5363.
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