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L'istinto materno nei serpenti

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L'istinto materno nei serpenti
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Esiste un legame molto forte che, nel regno animale, unisce la madre ai propri piccoli. Ma esistono parecchie differenze, se parliamo di un mammifero, un uccello o un rettile. Ebbene, leggendo questo articolo, tanti rimarranno sorpresi nell’apprendere che l’istinto materno nei serpenti è molto presente. Soprattutto in alcune specie, come i pitoni.

Chi avrebbe mai detto che uno dei rettili più temibili, anche se affascinante, potesse sviluppare questa particolare sensibilità? Eppure, alcuni studi recenti lo confermano.

Il pitone del Natal: una madre coraggiosa

In generale, serpenti e pitoni vengono considerati animali molto freddi e distaccati, nel rapporto con la prole. A malapena si interessano della schiusa delle uova. Ma un gruppo di scienziati ha scoperto che alcune specie si distinguono proprio per il loro istinto materno. Un caso scientifico davvero unico e sorprendente, se consideriamo che si tratta di animali ovipari.

In particolare, parliamo del pitone del Natal o pitone africano minore (Python natalensis), che come gli altri della sua famiglia, è un serpente costrittore. Cioè, uccide la sua preda per soffocamento e non per l’inoculazione di un veleno.

Questo pitone misura, in media, da 5 a 7 metri. Sono però stati segnalati anche esemplari di 9 e 10 metri, che potrebbero raggiungere i 200 chilogrammi di peso. Stiamo parlando, dunque, di uno dei più grandi serpenti esistenti al mondo.

La scoperta dell’istinto materno nei serpenti

Il professor Graham Alexander, ricercatore presso la Wits University del Sudafrica, ha completato uno studio che ha confermato la presenza di un forte istinto materno in questa specie di ofidi ovipari. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

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Il team di ricerca ha portato alla luce questa scoperta dopo sette anni di lavoro. Ci si è resi conto che le femmine del pitone del Natal si prendono cura dei loro piccoli per due settimane, dopo la schiusa delle uova.

Anche se sembra poco tempo, dobbiamo tenere a mente che buona parte dei rettili, e specialmente i serpenti, mentengono un atteggiamento assolutamente freddo e distaccato dalla prole. I piccoli sono completamente sviluppati e perfettamente in grado di nutrirsi da soli. E’ abbastanza comune che non conoscano nemmeno la loro madre, come nel caso di alcune tartarughe marine.

Il fatto che la femmina del pitone del Natal decida di rimanere accanto ai suoi piccoli per circa 15 giorni è davvero sorprendente. Non solo li protegge e li controlla. La cosa più importante è che li scalda di notte, dato che i neonati non sanno regolare bene la temperatura dei loro corpicini.

L’esperimento è stato condotto su 37 pitoni, otto dei quali hanno deposto le loro uova nella grotta di un oritteropo (nella foto in basso). Grazie all’uso di ricetrasmittenti, il team è stato in grado di osservare e studiare una serie di comportamenti nuovi e complessi dei pitoni, che permettono di mostrare i serpenti sotto una nuova luce.

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Istinto materno nei serpenti: qualcosa di rischioso

Questo comportamento rivela un fortissimo legame tra mamma pitone e i suoi piccoli. Tenete presente che, in alcuni casi, lo svezzamento può durare addirittura sei mesi. E, durante questo tempo, la madre può perdere fino al 40% del suo peso, rischiando quindi la propria vita per allevare e difendere la prole.

La sua pelle si scurisce per catturare meglio i raggi del sole e scaldare le uova e poi i piccoli. La sua temperatura raggiunge i 40 gradi, fattore che può creare gravi danni ed essere letale per la mamma.

La maggior parte dei pitoni possono accelerare il metabolismo per riscaldare le uova e i serpenti appena nati, ma non è il caso del pitone del Natal. Queste madri sono obbligate a passare il pomeriggio sotto la luce del sole, al di fuori della tana, in modo che i piccoli possano resistere alla basse temperature notturne dell’Africa del sud.

Come avete visto, il processo di svezzamento comporta enormi sacrifici e uno sforzo fisico immane per le madri. Alcune possono perdere la fertilità, altre ancora addirittura ci rimettono la vita. Insomma, se pensavamo che non esistesse l’istinto materno nei serpenti, grazie a questi nuovi studi dobbiamo francamente ricrederci.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.