Omo, la prima giraffa bianca a non essere albina
Le giraffe…sono animali incantevoli. Non molto tempo fa ho avuto l’opportunità di vederle molto da vicino e ho potuto anche dargli da mangiare. Siccome non conoscevo molto bene la specie, ero un po’ diffidente ad avvicinarmi molto però, presto, ho scoperto che sono molto pacifiche e affettuose, oltre ad essere delicate nei movimenti. Però oggi l’interesse è tutto concentrato su una giraffa bianca che non è nata albina.
Qui ho capito perché è così difficile la sopravvivenza nella giungla per le giraffe. Si fidano e sono tranquille, per questo sono una preda facile.
Oggi vogliamo parlarvi di una giraffa molto speciale, Omo, una giraffa bianca che non è albina.
Omo, una giraffa albina?
Omo è stata vista per la prima volta da alcuni ricercatori in Tanzania, precisamente nel Parco Nazionale di Tarangire.
Tutti pensarono di aver fatto una scoperta unica: una giraffa albina.
Erano del tutto convinti di questo, e la osservarono per qualche giorno, per vedere se si comportava in maniera diversa dalle altre giraffe.
Arrivarono perfino a dire che non aveva interazioni con le altre giraffe e che scappava sempre nel vederle arrivare. Però, in realtà, Omo non è una specie speciale (vale la pena essere ridondanti) e non si isola neanche dalle sue compagne.
È solo un cucciolo. Ha un anno di vita ed è nato di questo colore: biancastro, nel quale si distinguono appena le caratteristiche tipiche delle giraffe. La cresta che gli ricade sul collo è di un intenso colore rosso fuoco, però è tanto bella, o perfino più bella, come quella di qualsiasi altra giraffa che possiate vedere.
Ma se non si tratta di una giraffa albina, che giraffa è?
Omo, la giraffa bianca non albina
Si tratta solo di una giraffa bianca, diversa e speciale. Perché è bianca? Il suo colore ha a che vedere con il leucismo; la sua pelle non è stata in grado di produrre il pigmento che le avrebbe garantito il classico colore di questa specie.
Questo non ha niente a che vedere con l’albinismo, perché gli animali albini hanno una carenza di melanina, la sostanza che colora la pelle e altre parti del corpo. Però la differenza è che la mancanza di melanina colpisce anche gli occhi, facendo emergere anche le vene più piccole.
Il leucismo invece, come nel caso di Omo, influisce solo sulla pelle, per questo si può dire che Omo è semplicemente una giraffa bianca.
Il leucismo è stato già diagnosticato in altri animali come bufali e struzzi, però Omo è la prima giraffa a soffrirne.
Cosa può comportare il suo colore?
Il colore speciale della pelle di Omo per fortuna non comporta nulla per la sua salute, però potrebbe essere un pericolo per la sua sopravvivenza.
Il fatto è che il colore naturale della pelle delle giraffe, i toni dorati e cioccolato, sono un buon modo per camuffarsi nel loro habitat naturale.
Omo è nato l’anno scorso e anche se è sopravvissuto per il suo primo anno di età, che è il più difficile, perché le giraffe piccole sono il cibo più ambito da molti predatori, Omo non ha ancora lasciato il branco per addentrarsi da solo nella giungla, il mondo reale, ed è possibile che il suo colore lo renda una preda facile.
Da dove viene il suo nome?
Questo è un aneddoto divertente, poiché questo nome gli è stato dato da una delle guide locali del parco in Tanzania: deriva da una famosa marca di detergente sbiancante, chiamata allo stesso modo. Divertente e appropriato.
Speriamo che Omo sia un lottatore, che possa stare sempre nel suo branco e che i predatori non lo trovino. Ancora non sappiamo se il leucismo è ereditario, ma se lo fosse potremmo avere presto una nuova specie di giraffe bianche.
Mi sono sempre piaciute le cose diverse, autentiche e speciali, e Omo lo è sicuramente. Le auguriamo il meglio.
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