L'origine della biodiversità sulla Terra
Per capire come siamo arrivati a vivere come viviamo oggi e perché dobbiamo proteggere le diverse forme di vita sul nostro pianeta, è essenziale risalire all’origine della biodiversità sulla Terra.
Cosa sappiamo esattamente sulla biodiversità?
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) definisce la biodiversità o diversità biologica come la varietà delle forme di vita sulla Terra. Secondo l’UNESCO, questo concetto include “tutti gli esseri viventi con la loro particolare struttura genetica che va dai virus microscopici agli animali più grandi del pianeta”.
“Senza biodiversità, l’umanità non ha futuro”
-David Macdonald, professore all’Università di Oxford-
Il termine biodiversità, coniato nel 1985, comprende tutte le specie che abitano il nostro pianeta. Inoltre, implica diversi livelli che vanno dal materiale genetico alle specie, ad interi ecosistemi, come le barriere coralline o le foreste.
Da un punto di vista più filosofico, la biodiversità può comprendere anche tutta la conoscenza accumulata dalle specie dopo milioni di anni di evoluzione sulla mutevole superficie della Terra.
L’origine della biodiversità sulla Terra secondo l’Università di Bristol
Grazie a un nuovo studio condotto dall’Università di Bristol, possiamo determinare le condizioni che hanno portato all’origine della biodiversità sulla Terra. Pubblicato nel settembre 2018, rappresenta una delle ultime scoperte nel campo delle scienze ambientali.
Gli scienziati dell’Università di Bristol sono partiti dalla premessa che gli animali si sono evoluti partendo da esseri viventi unicellulari. In seguito, si sono diversificati in diversi modelli anatomici.
Le domande poste durante la pianificazione di questo studio erano: “Questi modelli hanno seguito un’evoluzione simile a quella proposta da Darwin? O si sono verificati in un’esplosione di vita avvenuta durante il periodo Cambriano?”.
Il professor Philip Donoghue, uno degli studiosi coinvolti nello studio, assicura che la biodiversità terrestre non va limitata a mere “esplosioni di sperimentazione evolutiva” avvenute nel tempo.
La realtà è lontana dal modello evolutivo lento e graduale proposto da Darwin. I focolai di diversità biologica sembrano essere compressi in diversi e specifici episodi della storia terrestre, come quello avvenuto dopo l’estinzione dei dinosauri.
Un’altra delle scoperte dello studio ci permette di arrivare ad un’altra conclusione. Le differenze anatomiche dei diversi gruppi di esseri viventi sulla Terra sono dovute all’estinzione dei loro antenati. Di conseguenza, le differenze osservabili tra gli esseri viventi sono riconducibili alla loro storia piuttosto che a cambiamenti fisici isolati.
La graduale distruzione della diversità biologica
Individuare le condizioni che hanno dato origine alla biodiversità sulla Terra ci permette di prevedere cosa accadrà nei prossimi anni (migliaia) al mondo che conosciamo oggi. La popolazione umana, tuttavia, sta drasticamente alterando le previsioni degli esperti.
Secondo il quotidiano britannico The Guardian, solo nel 2016 sono stati persi 30 milioni di ettari di foresta a livello globale. Vale a dire l’intera area dell’Irlanda e delle isole britanniche. Il bracconaggio, dal canto suo, sta causando l’estinzione di 300 specie di mammiferi, tra i quali gli ippopotami, gli scimpanzé e le balene.
La minaccia rappresentata dalla perdita della biodiversità sul nostro pianeta è maggiore di quella che ci aspettavamo. Affinché le catene alimentari e il clima sul pianeta tornino ad essere come un tempo, dovranno passare milioni di anni.
Sebbene le iniziative che riguardano lo sviluppo sostenibile stiano iniziando a poco a poco a farsi strada, sono ancora un’eccezione ad una regola che minaccia di distruggere la casa di tutti.
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