Pachyrhynchus: il gioiello a 6 zampe delle foreste asiatiche
Il Pachyrhynchus è un insetto di cui probabilmente non avete mai sentito parlare. Ciò nonostante, il suo aspetto unico vi lascerà a bocca aperta. Alcuni insetti sono noti come “gioielli viventi”, soprannome che allude alla loro sorprendente varietà di meccanismi che producono iridescenze ed effetti ottici.
La natura è senz’altro fonte, finora inesauribile, di specie meravigliose. Tra queste troviamo i tonchi Pachyrhynchus, talmente poco conosciuti da non avere un nome volgare o comune.
Il nome di questi animali può essere scritto Pachyrhynchus o Pachyrrhynchus. Questa ambiguità si deve agli errori di ortografia sulle etichette delle esposizioni di insetti dei tempi passati.
È difficile immaginare che dietro questo difficile nome latino si celi uno degli insetti più belli al mondo. Ne parliamo nelle righe che seguono.
Perché questi tonchi sono unici?
Questi tonchi sono grandi, molto più di altri nel mondo. Il corpo del Pachyrrhynchus raggiunge le dimensioni di un fagiolo bianco. Tuttavia, la sua caratteristica principale sono particolari colori e pattern appariscenti.
Nelle Filippine tutte le specie del genere Pachyrrhynchus sfoggiano colori metallizzati molto brillanti. Oltre a ciò, possiedono fasce e macchie distribuite in curiosi pattern.
Gli scienziati che si sono dedicati allo studio di questi insetti hanno dimostrato che gli appariscenti colori sono attribuibili a un insieme di squame brillanti. Le suddette squame si distribuiscono in particolari formazioni sulla parte esterna del corpo dell’insetto (per l’esattezza torace e addome).
I Pachyrrhynchus sono molto resistenti: questi insetti non volano, ma possiedono ali che fungono da barriere protettive. Un altro tratto caratteristico di questi animali è la durezza della corazza che li protegge dai predatori.
Distribuzione della specie Pachyrrhynchus
I Pachyrrhynchus si trovano nelle foreste e nelle zone selvatiche in un’area geografica nel sud-est asiatico. Quest’area si estende dalle isole Ryūkyū nel Sud del Giappone fino alle Filippine.
Nel 1976 sono state descritte diverse specie nel Kotosho, ora chiamata isola delle Orchidee. Questa isola è stata militarmente conquistata dal Giappone tra il XIX e XX secolo.
Esiste inoltre un luogo in cui contemplare questi meravigliosi animali chiamato Salagubang. È stato progettato da un collezionista e appassionato di insetti filippino, Stanley Cabigas.
Imitatori del Pachyrhynchus
Nel regno degli insetti, il colore esterno si deve a diversi fattori. Il primo è la presenza di pigmenti nella cuticola. Il secondo è la presenza di strutture regolari (colore strutturale o di interferenza). Infine, può verificarsi una combinazione di entrambi.
Il colore è un buon sistema di camuffamento o avvertimento sul suo sapore sgradevole. Alcune specie sfruttano al massimo questo elemento, non a caso vi sono libellule, mosche, scarabei e tonchi che si distinguono per le loro iridescenze brillanti e metallizzate.
I Pachyrhynchus sono talmente resistenti all’attacco dei predatori che i loro colori vengono imitati da diverse specie meno equipaggiate e più appetitose. Altri tipi di tonchi che in genere possiedono colori molto diversi, di fatto, imitano il Pachyrhynchus.
Anche diverse specie di scarabei dalle corna lunghe imitano questo animale. Questi ultimi riproducono i suoi stessi colori e pattern.
Esiste persino un’aragosta (Scepastus pachyrhynchoides) che ha assunto la forma e la speciale colorazione di questi insetti per scappare ai suoi nemici che considerano i Pachyrhynchus non commestibili.
Che colori mostra il Pachyrhynchus
In generale il Pachyrhynchus ha il corpo nero o molto scuro, in contrasto con le tonalità brillanti della corazza. Ciò nonostante, alcune specie, come il Pachyrrhynchus gemmatus purpureus e il Pachyrrhynchus regius, presentano un colore solido o metallizzato nella testa, nel torace, nell’addome e nelle zampe.
Il bell’aspetto di queste creature però non si limita alla vista a occhio nudo. Un esame minuzioso delle loro squame rivela una bella geometria, quasi architettonica, visibile solo con l’aiuto di un microscopio elettronico.
La maggior parte dei curculionidi (tonchi) e alcuni cerambicidi (scarabei longicorni) presentano strutture cristalline tridimensionali nelle squame della cuticola. In questo modo, si producono riflessi e iridescenze cerulee simili all’opale.
Questi cristalli fotonici possono adottare una struttura cristallina compatta. Si tratta di strutture esagonali simili a quelle dell’opale, sebbene possano essere anche cubiche, come quelle dei diamanti.
Il segreto dei colori del pachyrhynchus
I colori che possiamo ammirare guardando questi insetti sono il risultato della riflessione. Le dimensioni e la forma molto precisa dell’architettura in scala microscopica è una meraviglia della biologia.
Questa architettura produce una complessa forma di interferenza della luce, ovvero filtra tutta la luce che colpisce il corpo dell’insetto. Riflette così alcuni colori (o lunghezze d’onda) della luce e proprio la luce riflessa determina il colore che vediamo.
Per esempio, i Pachyrhynchus che appaiono blu hanno una struttura che riflette la luce blu e che permettono ad altre lunghezze d’onda di attraversarla o rimanervi intrappolata. Quelli che riflettono la luce rossa appaiono rossi e così via. Incredibile!
Perché è importante lo studio dei colori di questi insetti?
A questo punto, potremmo chiederci perché può essere interessante la ricerca scientifica su questi tonchi. A chi interessa il loro colore? La risposta risiede nel fatto che varie industrie e aziende sono molto interessante all’uso dei colori naturali.
Per esempio, alcuni colori naturali possono sostituire le tinture molto tossiche al giorno d’oggi impiegate nell’industria tessile.
Allo stesso modo, la colorazione ispirata agli organismi viventi è stata utilizzata in innumerevoli oggetti. Da fogli, banconote e speciali occhiali fino a pitture per camuffamento per le squadre militari, come l’aviazione.
Proteggere la biodiversità: una vera sfida
Attualmente non sappiamo se alcune delle specie descritte nel XIX secolo si sono estinte. Un primo fattore in merito è che il paesaggio e l’ecologia di gran parte di Giappone, Taiwan e Filippine sono cambiati drasticamente dall’inizio del XX secolo.
Il disboscamento massivo e l’aumento della popolazione, insieme a un’intensa industrializzazione, hanno avuto senz’altro un ruolo determinante in tal senso.
È importante sapere che il 90% di questa specie si trova nelle Filippine e in nessun’altra parte del mondo. È una specie endemica del Paese, altamente ristretta all’area montana e forestale.
Un secondo fattore è la loro raccolta indiscriminata. Questa specie viene catturata e venduta ad altri paesi, il che ne favorisce l’estinzione.
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