Logo image
Logo image

L'agghiacciante realtà sui cani thailandesi

3 minuti
L'agghiacciante realtà sui cani thailandesi
Ultimo aggiornamento: 20 maggio, 2016

Tra i paesi asiatici più visitati dai turisti, la Thailandia è nota per l’ospitalità della sua gente, i paesaggi esotici e le spiagge meravigliose. Tuttavia, come qualsiasi altra parte del mondo, la Thailandia è un paese di luci e ombre, e alcuni suoi aspetti sono meno conosciuti.

Tra questi, le condizioni di vita dei cani. La triste realtà a cui è sottoposto il migliore amico dell’uomo in questa parte del mondo, non si limita al fatto che un gran numero di esemplari vive in strada. In Thailandia, i cani sono oggetto di un commercio crudele e inaudito.

Sappiamo che le storie divertenti e a lieto fine aiutano a risollevare il morale e a evadere dallo stress quotidiano, ma quando ci troviamo di fronte a simili atrocità, la migliore risposta è parlarne.

Ecco perché oggi vogliamo parlarvi dell’agghiacciante realtà quotidiana vissuta dai cani in questo paese esotico.

I cani thailandesi: vittime di un commercio disumano

Some figure

Ammassati all’inverosimile dentro gabbie di metallo arrugginito, ululanti di dolore e disperazione, la maggior parte dei cani thailandesi sono vittime di un commercio piuttosto comune in alcuni paesi asiatici: il contrabbando di cani destinati al consumo di carne e pellicce.

Funziona cosi: come in un inferno dantesco, i commercianti assumono un gruppo di mercenari chiamati “cacciatori” che hanno il compito di catturare il maggior numero di cani: gli animali verranno inviati al mattatoio e successivamente la carne verrà venduta ai ristoranti thailandesi, e non solo. Stessa situazione in altri paesi come il Vietnam, il Laos e la Cina.

Il miglior amico dell’uomo è oggetto continuo di caccia, non importa che sia un cane di strada o che viva in famiglia.

Cifre da brivido

In questo contesto selvaggio e spietato, i prezzi della carne variano in base alla razza e alle condizioni di salute. Se un cane meticcio può essere comprato per circa 2 euro e poi rivenduto a 1, gli esemplari malati vengono scambiati per un paio di bottiglie di acqua o un secchio.

Ovviamente, in questo sanguinario commercio i cani più redditizi sono quelli di razza che possono essere rivenduti per 12 euro in Thailandia, mentre nei ristoranti vietnamiti arrivano a valere tra i 65 e i 70 euro.

Secondo la fondazione Soi Dog, i raccoglitori non solo comprano, ma sequestrano i cani randagi o li rubano dalle case, se di razza . Le tecniche di cattura sono violente: il cane viene catturato e rinchiuso in gabbie strette con moltissimi altri cani, prima di essere brutalmente ucciso o rivenduto.

Secondo le stime ufficiali, nel 2011 sono stati catturati o comprati dai contrabbandieri tra 2 e 3 mila cani thailandesi.

Gli attivisti per i diritti degli animali sostengono che in Thailandia, sono qualche centomila i cani catturati, mangiati o esportati  ogni anno; si tratta quindi di un commercio che per quanto illegale e contrastato, è in continua espansione.

Leggi thailandesi contro il commercio illegale dei cani

Some figure

Sebbene ci siano leggi che sanzionano questo tipo di commercio in Thailandia, la realtà è che si limitano a vietare il commercio e il trasporto illegale di animali; sono assenti leggi contro la crudeltà e il maltrattamento sugli animali, vuoto legislativo che si traduce in pene comprese tra i due mesi e i due anni di carcere per questi criminali.

La cosa peggiore è che, dopo le indagini della polizia, i cani, che sopravvivono a stento all’interno di quei lager, in attesa di essere macellati, vengono liberati, trascorrono qualche periodo nei centri di accoglienza, per essere nuovamente rilasciati in strada e quindi, catturati di nuovo dai contrabbandieri.

Per quanto si stiano compiendo sforzi per cambiare questa situazione, si tratta di una realtà per i cani thailandesi che, per lo meno a breve e medio termine, difficilmente è destinata a cambiare.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.