Scopriamo le caratteristiche dell'armadillo peloso andino

Questo strano abitante delle Ande è purtroppo in pericolo a causa degli esseri umani.
Scopriamo le caratteristiche dell'armadillo peloso andino
Paloma de los Milagros

Scritto e verificato la biologa Paloma de los Milagros.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

L’armadillo peloso andino, nome scientifico Chaetophractus nationi, è un mammifero placentare appartenente alla famiglia dei dasipodidi, che comprende anche tutti gli altri armadilli.

Conosciuto anche come quirquincho andino, vive in Bolivia, nel nord dell’Argentina e nel nord del Cile. Questo armadillo è in grado di sopravvivere alle basse temperature della Cordigliera delle Ande ed è endemico della Puna, un altopiano di praterie d’alta montagna.

Morfologia e comportamento dell’armadillo peloso andino

Questo animale pesa in media 1,7 chilogrammi, con una lunghezza fino a 50 centimetri, compresa la lunga coda. Come il resto degli armadilli, presenta la tipica armatura dorsale fatta di placche ossificate che ricopre tutto il corpo.

A differenza degli altri armadilli, è ricoperto di pelo, che lo aiuta a proteggersi dal freddo. In generale, sia l’armatura che il pelo sono di colore marrone.

La coda è inanellata e le zampe corte hanno delle potenti unghie per scavare il terreno. Scavando ed esplorando il terreno gli armadilli portano alla luce tutti i tipi di invertebrati, tuberi o funghi che costituiscono la base fondamentale della sua dieta. Inoltre, possono mangiare anche uova e frutta, quindi si tratta di un animale onnivoro.

Armadillo peloso andino in una buca.

Il quirquincho è più attivo di notte, quando si muove in cerca di cibo e di un partner. Per quanto riguarda la riproduzione, pare che non si possano stabilire delle stagioni di accoppiamento specifiche, come avviene normalmente quando la disponibilità di risorse è adeguata.

Il periodo di gestazione dura due mesi e il numero di cuccioli è molto basso, uno o due all’anno. Raggiungono la maturità sessuale a nove mesi e gli esemplari più longevi possono sopravvivere fino a 15 anni.

Per proteggersi dalla calura estiva, costruiscono delle grotte in cui trascorrono la maggior parte della giornata, scegliendo degli ambienti con substrati sabbiosi e ricchi di vegetazione.

Minacce e stato di conservazione

La principale minaccia per la sopravvivenza dell’armadillo peloso andino è l’uomo, in particolare le popolazioni che abitano le Ande. La caccia illegale per i riti tradizionali come la costruzione di amuleti o la pratica di rituali è molto diffusa.

La loro cattura si intensifica durante i mesi di ottobre e febbraio, in concomitanza con le festività locali. Inoltre, la tendenza dell’animale a invadere frequentemente i terreni agricoli induce gli allevatori a cacciarli.

Pellicce di armadillo.

In seguito all’impatto che questi attacchi diretti hanno causato, sono state prese due misure legali. Da un lato è stata istituita la Legge sulle foreste e la fauna selvatica n. 29763, che regola l’acquisizione, la commercializzazione, l’esportazione e il possesso di risorse della fauna selvatica prelevate senza autorizzazione e le considera come un reato molto grave.

D’altra parte, il National Forest and Wildlife Service (SERFOR) punisce duramente, anche con il carcere, coloro che praticano la caccia illegale dell’armadillo peloso andino.

Nonostante l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ritenga che il rischio per la conservazione di questo armadillo sia “poco preoccupante”, le istituzioni locali trasmettono un maggiore allarmismo.

Infatti, secondo l’elenco di classificazione e categorizzazione delle specie di fauna selvatica minacciate di estinzione del Ministero dell’agricoltura e dell’irrigazione (MINAGRI), l’armadillo peloso andino si trova in pericolo di estinzione.

Tenendo conto che l’uomo è il principale responsabile della morte di questo armadillo, la popolazione indigena dovrebbe essere rieducata affinché comprenda le conseguenze dei culti tradizionali. Per quanto riguarda le altre persone, i turisti dovrebbero essere consapevoli dell’origine dei tipici souvenir andini ed evitare di acquistarli.


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