Spagna: la porta per il traffico illegale di animali in Europa
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
In Spagna il traffico illegale di animali continua a beneficiare dello scarso impegno politico in quest’ambito.
Secondo il WWF, la Spagna è diventato il miglior portale di accesso per il traffico illegale di animali in Europa.
Spagna: il fallimento della lotta al traffico illegale di animali
Una recente ricerca del WWF parla chiaro: è imperativo realizzare piani concreti per combattere a livello nazionale il traffico illegale di animali!
La limitatezza delle risorse e dei mezzi per combattere questo fenomeno si coniuga alla costante crescita delle vendite via internet: in Europa la richiesta di specie esotiche non accenna a calare e la Spagna non fa che facilitare il processo a causa dell’assenza di normative in materia.
Un altro problema è l’assenza di coordinamento tra le diverse autorità, che in molte comunità autonome non dispongono di una formazione specifica.
Anche la mancanza di sensibilizzazione della popolazione sull’argomento costituisce un problema.
Molte persone, infatti, ancora non sanno che è illegale tenere una scimmia come animale domestico.
Le cifre del traffico illegale di animali in Spagna
Il WWF definisce il traffico illegale di animali come un business crudele alla pari della tratta di esseri umani, alla prostituzione, al traffico di armi e droga.
La differenza, secondo gli ambientalisti, è che questo reato viene perseguito a malapena nonostante il suo giro d’affari ammonti a 20 miliardi di euro l’anno.
Questa attività costituisce la seconda causa di perdita di biodiversità in tutto il mondo.
Le specie a rischio di estinzione, come le tigri e i rinoceronti, si trovano ancor più in serio pericolo a causa del traffico illegale di animali.
I dati messi in luce dalla ricerca sono preoccupanti: la Spagna è il principale destinatario di pelli di serpente, coccodrillo e altri rettili.
Un terzo del traffico di pellame di rettile approda proprio in territorio iberico.
Le cifre sul traffico illegale in Spagna sono davvero allarmanti: si è stimato che siano stati importati 92.000 mammiferi e 2,5 milioni di rettili, oltre a milioni di piante.
La maggior parte di questi animali erano vivi, destinati pertanto a diventare animali domestici.
Le specie soggette al traffico illegale di animali
La Spagna è diventata il principale punto d’accesso per questo tipo di attività: animali provenienti dall’Africa, come la bertuccia di Gibilterra e la testuggine greca, vengono distribuiti in tutta Europa a partire da questo paese.
Gli animali possono arrivare anche in aereo: ad esempio, le specie esotiche dall’America Latina arrivano chiuse in valigie.
Si tratta principalmente di pappagalli, ma anche di primati e rettili.
La ricerca del WWF evidenzia anche la rilevanza dei trofei di caccia.
L’avorio e altre parti dell’elefante africano sono i più gettonati: negli ultimi anni in Spagna sono stati sequestrati ben 1095 trofei appartenenti a questa specie.
Una delle principali vittime del traffico illegale di animali è l’anguilla.
Il business è cresciuto al punto da raggiungere i 1500 euro al chilo in alcuni paesi, fra cui la Cina.
In pericolo i centri di soccorso per la fauna spagnoli
Inoltre il WWF ha denunciato la precarietà della situazione dei centri di soccorso per animali esotici.
Dei 35 centri esistenti, solo 5 possono fare affidamento su un accordo di collaborazione, che sovvenziona comunque solo il 10% delle spese effettive per il mantenimento degli animali.
Quando un esemplare viene catturato e destinato al traffico illegale, non può essere riportato nel suo habitat.
E’ così costretto a trascorrere il resto della vita in cattività in uno di questi centri.
In caso di sequestro da parte delle autorità, gli animali diventano proprietà dello stato.
Invece di realizzare nuovi centri di soccorso per ospitarli, li trasferisce nei centri esistenti, fornendo scarsissimo supporto finanziario.
I centri di soccorso per la fauna esotica includono vari zoo che utilizzano parte delle proprie strutture per prestare soccorso agli esemplari vittima del traffico illegale.
Inoltre, esistono anche luoghi specializzati, come i santuari per i primati.
Sebbene l’approvazione del Piano d’azione spagnolo contro il traffico illegale e il bracconaggio internazionale delle specie selvatiche costituisca un passo avanti, il WWF si è impegnato a destinare una maggior quantità di fondi e risorse umane ai centri di soccorso privati, all’educazione ambientale e alla lotta contro questo allarmante fenomeno.
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