10 interessanti curiosità sui porcellini d’India
Scritto e verificato la biologa Paloma de los Milagros
I porcellini d’India sono molto popolari nel mondo occidentale. Eppure, esistono alcune curiosità sui di loro ancora poco note, ma che possono rivelarsi utili per a prenderci cura al meglio di questi animali. Divertitevi a leggere la nostra lista di curiosità sui porcellini d’India.
I porcellini d’India sono conosciuti nell’ambiente scientifico con il nome di cavia domestica. Appartengono alla famiglia delle Cavidee, caratterizzata per la testa prominente e la coda minuscola.
Negli ultimi decenni, questo animale di origine peruviana-boliviana, si è trasformato in un animale domestico amatissimo dai più piccoli.
Scopriamo in questo articolo alcune curiosità sui porcellini d’India.
Curiosità sui porcellini d’India
Alcune delle caratteristiche più curiose di questa specie sono le seguenti:
- I porcellini d’India comunicano attraverso un verso breve e acuto, molto simile a quello emesso dai maiali. Le cause di questo verso sono diverse, ma principalmente viene emesso in situazioni che generano stress come la fame o la paura.
- Sono animali gregari che tendono a incontrarsi in gruppi di cinque o più individui. Se state pensando di prendere un porcellino d’India da tenere in casa, dovrete tenere a mente questo punto in quanto ne andranno presi di conseguenza almeno due esemplari. A prescindere dal numero di porcelli d’India che intendete prendere, ciò che non può mai mancare è l’affetto del padrone.
- I porcellini d’India sono prettamente erbivori. Mangiano semi di qualsiasi tipo, frutta, verdura e ortaggi. Nell’ambiente domestico la loro dieta è costituita da mangimi ricchi di vitamina C. Questo perché questi animali non sono in grado di sintetizzarla naturalmente, e ne hanno bisogno per preservare la loro cute.
Altre curiosità su questi simpatici animali
- Costituiscono parte della gastronomia andina. Vengono serviti arrostiti, come il maialino da latte, o come spiedini nei banchi di street food. I valori nutrizionali che questo animale fornisce sono equilibrati, comprensivi di un 20% di proteine rispetto ad un 7% di grassi.
- Seppure nei negozi per animali i porcellini d’India più diffusi siano a pelo corto, con un peso che si aggira attorno ad un chilo, esistono razze in cui dimensioni, colore e tipo di pelo cambiano. Tra queste si distingue lo skinny pig, completamente senza pelo fatta eccezione per un ciuffo sulla fronte spesso di colore rosso. Questa particolare specie di porcellino d’India arriva a pensare due chili.
- Anche se possono fare affidamento su una vista molto sviluppata, hanno delle grosse limitazioni per quanto riguarda la prospettiva. Questo comporta difficoltà nel calcolare distanze e profondità che possono causare loro diversi incidenti.
- L’espressione “fare da cavia” è dovuta alla larga diffusione di questo animale nell’investigazione scientifica. Viene inoltre molto usato anche nell’ambiente sanitario; data la sua ottima capacità di apprendimento è infatti molto diffuso per lo studio dei processi cognitivi.
- Praticano la coprofagia. Esattamente come i conigli e tanti altri animali, i porcellini d’India hanno bisogno di ingerire le proprie feci per incorporare tutta una serie di nutrienti essenziali come la vitamina B e altri minerali. Inoltre, in questo modo recuperano parte della flora batterica importante per la digestione della loro dieta a base di fibre.
- I loro denti crescono per tutta la durata della loro vita. È quindi fondamentale, soprattutto nell’ambito domestico dove si alimentano principalmente di mangime, che possano limare i loro denti attraverso l’interazione con oggetti “duri”.
- Sono conosciuti nella comunità anglosassone come guinea pigs. Questo perché a partire dal XVIII secolo i commercianti olandesi e inglesi li portarono in Europa di ritorno dal Sud America, passando per la Guinea. Per questo motivo si è diffuso il falso mito sull’origine di questi animali.
I porcellini d’India, ormai diventati popolarissimi animali domestici da quando gli aristocratici europei iniziarono ad accudirli più di 300 anni fa, sono un’ottima opzione per far compagnia ai più piccoli. Ad ogni modo, i loro bisogni e le loro necessità alimentari, sanitarie e affettive richiedono maturità e responsabilità da parte dei loro padroni.
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