Allerta per un nuovo focolaio di influenza aviaria
Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García
Conosciuta anche come peste aviaria, l’influenza aviaria è una patologia virale, infettiva e altamente contagiosa. Per questo motivo, l’allerta ONU su un possibile nuovo focolaio ha allarmato le autorità internazionali della salute.
Quali animali possono essere colpiti dall’influenza aviaria
L’influenza aviaria può colpire diverse specie di uccelli e mammiferi, tra cui animali da compagnia, da fattoria e perfino gli esseri umani. Si tratta inoltre di un disturbo altamente contagioso.
Gli agenti patogeni di questa malattia sono i sottotipi H5 e H7 dei virus dell’influenza appartenenti al genere A. Si tratta di microorganismi che colpiscono gli uccelli galliformi con estrema facilità; per questo motivo tale malattia viene conosciuta anche come “malattia del pollo”.
Le prime segnalazioni ufficiali su questa malattia arrivano dall’Italia, intorno alla metà del XX secolo, per poi espandersi in tutti il pianeta. A causa della sua letalità e dell’alto rischio di contaminazione, viene considerata una zoonosi preoccupante.
Come ci si contagia?
La trasmissione dell’influenza aviaria è molto intensa in aziende agricole e fattorie dedicate all’allevamento di uccelli. Gli uccelli infettati espellono il virus grazie ai loro fluidi respiratori e alle feci.
La principale forma di contagio avviene attraverso il contatto diretto con gli escrementi degli animali contagiati.
Eppure, gli agenti patogeni possono diffondersi facilmente anche per via aerea. Allo stesso modo, altre forme di contagio sono rappresentate dal contatto con oggetti, alimenti o liquidi contaminati.
Come colpisce gli esseri umani?
In teoria, l’influenza aviaria non dovrebbe colpire gli esseri umani. I casi diagnosticati su persone sono causati da delle mutazioni anomale e imprescindibili da parte di alcuni sottotipi di virus della famiglia dell’influenza.
I primi casi sugli esseri umani sono stati diagnosticati nel 1997 a Hong Kong. Un’epoca in cui, l’unica forma di controllo su una possibile epidemia, era attraverso il sacrificio di milioni di uccelli domestici.
Una misura che si è allora rivelata tanto urgente quanto palliativa, dato che non riuscì ad estinguere gli agenti patogeni o a controllarne le mutazioni. Per questo motivo le autorità sanitarie non abbassano l’allerta per un possibile nuovo focolaio di influenza aviaria. Secondo i dati offerti dall’OMS nel 2011, l’influenza aviaria ha colpito oltre 560 persone a partire dal 2003, con un bollettino di circa 310 morti.
Sintomi dell’influenza aviaria negli esseri umani
I primi sintomi dell’influenza aviaria negli esseri umani sono simili a quelli di una semplice influenza, come:
- Dolori muscolari
- Febbre
- Tosse
- Malessere, dolore o infiammazione alla gola
- Stanchezza eccessiva o mancanza di energia
Eppure, una volta che la malattia avanza, compaiono sintomi più specifici con il rischio di sviluppare gravi problemi respiratori, come ad esempio una polmonite.
Vale la pena evidenziare come i sintomi avanzino rapidamente, con un possibile e rapido peggioramento della salute del paziente. Per questo motivo è importante recarsi in ospedale per intercettare per tempo qualsiasi sintomo prima menzionato.
L’allerta ONU su un nuovo focolaio di influenza aviaria
A partire dal 2017 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mantiene uno stato di allerta preventiva per una possibile pandemia di influenza aviaria, che potrebbe essere causata dall’alta migrazione dei serotipi H5N1 del virus influenza.
Eppure, una recente allerta ONU su un possibile nuovo focolaio di influenza aviaria ha allarmato le autorità internazionali. Secondo un appunto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), una variante altamente patogena del virus H5N1 prolifera in maniera accelerata nei paesi asiatici.
Ad oggi, le autorità sanitarie e i servizi veterinari del Vietnam sono in uno stato di allerta per questa anomala variante, che rappresenta un “rischio imprevedibile per la salute umana”, come afferma la FAO.
Oltre a mettere a rischio la popolazione locale, un nuovo focolaio di influenza aviaria in Vietnam potrebbe rapidamente colpire anche Cambogia, Malesia e Tailandia. Se non si riuscisse a controllarne la proliferazione, potrebbe giungere anche in Corea e Giappone.
Sempre la FAO afferma come, nei paesi in cui il virus H5N1 è già presente, potrebbe recare gravi conseguenze anche alla salute della popolazione. È il caso di Cina, India, Indonesia, Vietnam ed Egitto. Paesi che devono stare particolarmente attenti ad un eventuale nuovo focolaio.
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