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Perché bisogna controllare le colonie di gatti?

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Perché bisogna controllare le colonie di gatti?
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Sebbene siano felini domestici, i gatti sono animali che hanno modificato di poco il loro comportamento rispetto ai loro parenti selvatici. Ecco perché, se vengono abbandonati, formano dei branchi più o meno ampi ma in un tempo davvero brevissimo. Esigenze di sicurezza e salute pubblica, rendono fondamentale controllare le colonie di gatti.

Il fatto che riescano a creare dei nuovi gruppi sociali, può sembrare qualcosa di positivo. Nonostante i loro proprietari li abbiano respinti, sono stati in grado di ritagliarsi un nuovo posto nella città. Ma le malattie ed epidemie che possono svilupparsi, possono colpire altri animali o anche le persone. In che modo è possibile controllare le colonie di gatti? Lo scopriremo nel seguente articolo.

Colonie di gatti e malattie feline

Ci sono molte malattie che i gatti possono trasmettere, specialmente nel caso di colonie feline molto grandi. Dal momento che, di solito, i loro membri non sono vaccinati e vivono in condizioni di scarsa igiene.

Alcune di queste patologie, come il calicivirus, l’immunodeficienza felina, la leucemia felina o la peritonite infettiva sono molto contagiose e possono portare alla morte dell’animale.

Inoltre, possono anche trasmettere malattie alle persone, come nel caso della rabbia. Ecco perché sono un problema di salute pubblica molto importante.

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Colonie di gatti e fauna selvatica

Stranamente, le colonie feline sono strettamente legate alla fauna selvatica. Un chiaro esempio è il problema dei cinghiali che arrivano in città, attratti dal cibo che viene lasciato per sfamare proprio le colonie feline.

Allo stesso modo, specie invasive come il procione, sono ugualmente attratte dai mangimi per gatti o dal cibo fatto in casa che viene lasciato loro. Queste inaspettate escursioni di animali selvatici, possono essere pericolose sia per le colonie feline che per le persone.

Ma non hanno, anche loro, diritto a mangiare? Ovviamente sì, ma è fondamentale che chi si prende cura di una colonia felina, impari a farlo in modo sicuro e pulito. Distribuire due o tre ciotole per evitare conflitti, versare poco cibo o togliere tutto prima del tramonto.

Come aiutare le colonie feline?

Oltre a nutrire correttamente questi felini, senza però attirare animali selvaggi, ci sono altri modi per controllare e aiutare le colonie feline.

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Per anni, alcuni hanno proposto di sopprimere questi animali, usando veleni o armi. Fortunatamente tutto ciò è oggi punito dalla legge. Tuttavia, i protocolli di cattura, sterilizzazione e rilascio sono la soluzione perfetta.

Per riuscirci, associazioni animaliste e veterinari lavorano assieme per limitare la proliferazione di questi animali randagi e, oltre a sterilizzarli, li vaccinano.

Dobbiamo però ricordare che il controllo delle nascite di questi animali è responsabilità dello Stato e, anche se ONG e veterinari volontari si sforzano per fare tutto il possibile, non può certamente ricadere solo su di loro l’onere di questo controllo massivo e che può avere costi molto alti.

I gatti randagi sono di solito difficili da adottare, dal momento che si sono abituati a vivere liberi. Spesso, vengono nuovamente abbandonati o fuggono di casa, senza più tornare. Senza la possibilità di riprodursi, le colonie feline smetterebbero di crescere, fino a scomparire del tutto.

Come detto prima, la linfa vitale di queste colonie è l’abbandono. Se le persone non smetteranno di adottare animali domestici con superficialità, rilasciandoli nell’ambiente perché stufi o stanchi di prendersene cura, ovviamente non resta molto altro da fare…

Ecco perché occorre sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di scegliere sempre animali adeguati al proprio stile di vita ed economia, adottando esemplari da canili e gattili, anziché acquistarli fomentando l’allevamento massivo.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.