Camaleonte pantera (Furcifer pardalis): cure in cattività
Furcifer pardalis o, come è meglio conosciuto, il camaleonte pantera (ma anche “camaleonte del Madascar”) è una specie di camaleonte originaria dell’isola del Madagascar.
Le difficoltà nell’acquisire un esemplare, le cure specifiche e i requisiti richiesti dal suo allevamento lo rendono un animale esotico non adatto per i principianti nell’ambito della terrariofilia.
Ciononostante, se possedete conoscenze e mezzi economici sufficienti, questa specie può diventare il fiore all’occhiello della vostra casa. Nelle righe che seguono vi spieghiamo tutto ciò che dovete sapere sulle cure che bisogna dedicare al camaleonte pantera.
Com’è il camaleonte pantera?
Le caratteristiche più vistose di Furcifer pardalis sono costituite dalla sua vivace colorazione e dalle sue grandi dimensioni (rispetto a quelle di altri camaleonti): un esemplare adulto, infatti, può raggiungere i 23 centimetri di lunghezza. Questa specie presenta un marcato dimorfismo sessuale ed è molto facile distinguere un sesso dall’altro:
- I maschi sono più grandi e la base della loro coda è pronunciata, indicando la presenza dei loro emipeni. Inoltre, sono dotati di una vasta gamma di colori e schemi differenti, che variano in base alla zona di provenienza.
- Le femmine, invece, sono di colore verde pallido oppure rosa, sono più piccole e la base della loro coda è più stretta.
È a partire dai sei mesi che è possibile distinguere il sesso dei camaleonti. In generale, i terrariofili sono maggiormente propensi all’acquisto di un maschio, che presenta dei colori davvero incredibili.
Cure del camaleonte pantera in cattività
Si tratta di una specie delicata, che ha bisogno di un recinto dotato di alcuni parametri che soddisfino le sue necessità. In condizioni naturali, il camaleonte pantera vive nei boschi di caducifoglie nelle pianure in prossimità di corsi d’acqua, ma è possibile vederlo anche vicino alle strade in diverse zone del Madagascar.
Questo animale preferisce gli spazi aperti, nei quali può prendere il sole, e utilizza segnali visivi rivolti alle femmine durante il corteggiamento e ai maschi con cui è in competizione per il predominio sul territorio.
Come deve essere il terrario?
Per il terrario di questo rettile bisogna utilizzare materiali inerti, atossici, facili da pulire e in grado di resistere alle temperature richieste da questi animali.
Normalmente, per il mantenimento di questi rettili si utilizzano impianti realizzati in reti metalliche, dal momento che si tratta di animali che hanno bisogno di una ventilazione molto specifica, quasi impossibile da simulare in terrari di plastica o di vetro.
Si consiglia di adattare le dimensioni al singolo individuo, calcolandole in base alla lunghezza del corpo dell’animale (esprimibile in LTT: “lunghezza testa-tronco”). Per esempio: lunghezza 3 LTT x larghezza 2 LTT x altezza 2-3 LTT. In generale, ciò si traduce in: 1,20 metri di lunghezza e 80 centimetri di larghezza e di altezza, per un solo esemplare adulto.
Il substrato dovrà essere composto da terra preferibilmente organica, come quella proveniente dal legno di pino o dalla fibra di cocco. È importantissimo che l’installazione disponga di diversi piani, dal momento che questi animali possono stressarsi molto facilmente. Sono poche le specie per le quali la naturalizzazione del terrario è così importante quanto lo è per questa.
Altrettanto importante è l’ubicazione del terrario, che deve essere collocato in un luogo poco transitato, in modo da ridurre al minimo lo stress subito dall’animale.
Condizioni ambientali
L’illuminazione è molto importante, come per tutti i rettili. Si calcola che il 60% della vitamina D dell’animale venga sintetizzata sotto la luce UV-B a una lunghezza d’onda compresa tra 290 e 300 nm. Inoltre, la luce UV-B contribuisce alla disinfezione della pelle, favorendo l’eliminazione di parassiti esterni.
Le lampade ad alogenuri metallici sono quelle maggiormente consigliabili, dal momento che emettono luce brillante e calore, ma hanno bisogno di materiali resistenti che riescano a sostenerle. È bene sottolineare che il faretto non ha una durata eterna: di conseguenza, bisogna procurarsi una lampada nuova ogni 6-12 mesi.
Per quanto riguarda la temperatura, i camaleonti (come gli altri rettili), per lo svolgimento delle proprie funzioni vitali dipendono quasi esclusivamente dal calore ambientale. Mantenere l’animale sotto stretta sorveglianza, quindi, si rivela di fondamentale importanza per la sua sopravvivenza.
Nel suo ambiente naturale, le temperature variano a seconda del luogo e della stagione, ma la media è compresa tra una minima di 24°C e una massima di 32°C, nei periodi più caldi. L’umidità deve oscillare tra il 60% e il 70%.
Inoltre, è importante segnalare che questi animali hanno bisogno della presenza di un gradiente ambientale, all’interno del proprio terrario. Per ottenere una zona calda, si agisce nel modo seguente:
- Collocando una coperta termica a un’estremità dell’installazione, sempre esternamente, in modo che l’animale non rimanga scottato.
- Collocando una sorgente di luce che emetta calore in una sezione del terrario.
- La zona più fredda del terrario deve trovarsi a circa 24°C e quella calda a una temperatura di 29-32°C.
Il substrato e le piante che formano il suo arricchimento ambientale devono imitare l’habitat originario dell’animale. Si consiglia di piantare nel terrario dei ficus, potos, crassule e sansevierie, dotate di rami dal diametro adeguato alle dimensioni del camaleonte.
Alimentazione del camaleonte pantera
I camaleonti hanno bisogno di un apporto di acqua sotto forma di piccole gocce, provenienti dalla pioggia o che simulano la rugiada. Sono in grado di ricavare acqua anche dagli alimenti: possono infatti ricevere fino al 60-80% dell’acqua di cui hanno bisogno da insetti o altri invertebrati.
Cercate di fare in modo che il vostro animale segua una dieta equilibrata e nutriente, ricordando, però, che la quantità di cibo dipende dalle dimensioni e dallo stato di sviluppo del camaleonte. Le larve di insetto presentano un alto contenuto di grassi, mentre i grilli adulti, le mosche, gli scarabei, le tarme e gli scarafaggi sono ricchi di proteine.
Allontanate gli insetti che il camaleonte non cattura, per evitare possibili attacchi durante i suoi momenti di riposo.
Per offrire al vostro animale il corretto apporto vitaminico (come calcio e vitamina D), potete spolverare le vitamine sull’alimento, nell’acqua che gli date da bere oppure alimentare in precedenza le prede con questi integratori, poco tempo prima che vengano ingerite dal camaleonte. Quest’ultimo metodo è molto efficace.
Riproduzione in cattività
La riproduzione è determinata dai cicli climatici presenti in natura. I maschi si dedicano a un corteggiamento per attrarre le femmine. Quando la femmina è gravida, presenta delle macchie di colore arancio che compaiono 24 ore dopo l’accoppiamento; inoltre, manifesta un comportamento molto aggressivo.
Le femmine depongono le uova in buchi nel terreno piuttosto profondi; di conseguenza, è importante che l’animale abbia a disposizione un luogo nel quale possa scavare. Sono in grado di deporre fino a 93 uova per covata, anche se la variabilità è di solito compresa tra le 30 e le 40 uova per covata.
Anche il periodo di incubazione varia in base alle condizioni termiche. Trattate le uova con molta attenzione e tenetele sempre nella stessa posizione, perché, essendo privi di calaza, con il movimento potreste danneggiare gli embrioni.
Come avete potuto vedere, le cure di cui ha bisogno il camaleonte pantera sono molteplici e complesse. Ecco perché incoraggiamo solamente i terrariofili più esperti ad acquisire un esemplare di questa specie.
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- Beatriz Álvarez Carrión. Influencia de los factores ambientales sobre la aparición de enfermedades en Chamaeleo calyptratus y Furcifer pardalis mantenidos en cautividad, 2018.
- animaldiversity.org Furcifer pardalis
- reptiles magazine. Breeding Panther Chameleons, 2014.
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