Il cane guida che ha salvato il suo padrone l'11 settembre
Le storie legate al terribile attentato alle Torri Gemelle di New York, sia su chi è deceduto sia sui superstiti, sono davvero numerose. Oggi vi raccontiamo la storia del cane guida rientrato nell’edificio per salvare la vita del suo padrone.
Un uomo, il suo cane guida e i ricordi dell’orrore
Dopo quasi 16 anni dall’11 settembre, vi rendiamo partecipi del ricordo dell’ingegnere colombiano Omar Eduardo Rivera e di Salty, il suo cane guida.
Quel fatidico giorno, l’uomo, che è cieco, stava lavorando nel settantunesimo piano della Torre 1, lì dove si trovavano gli uffici del Dipartimento Tecnologico dei Servizi di Informazione dell’Autorità dei Porti di New York e di New Jersey. Il suo cane guida era, come sempre, insieme a lui.
All’improvviso l’ingegnere sentì un grande frastuono e si accorse che l’edificio aveva iniziato a tremare. Notò anche che l’animale era agitato. Decise, quindi, di prendere Salty per il guinzaglio e si diresse verso l’uscita d’emergenza a lui più vicina.
Rivera racconta di aver avuto subito la sensazione che, a causa della sua disabilità visiva, gli sarebbe stato molto difficile uscire sano e salvo da quella situazione, tra tanta gente disperata nel tentativo di abbandonare l’edificio.
Scoprite la storia di Salty, il cane guida che ha salvato il suo padrone non vedente da morte certa nella Torre 1, a New York, l’11 settembre del 2001. Dopo quasi sedici anni dalla disgrazia, vi riportiamo il racconto di Omar Eduardo Rivera che rievoca il suo amato e fedele cane guida.
Salty si rifiutò di abbandonare il suo padrone e lo salvò dalla Torre 1
Dinanzi a questa realtà estrema, Rivera decise che il cane si sarebbe dovuto salvare. Lasciò, quindi, il guinzaglio e gli ordinò di andarsene senza di lui. Salty, tuttavia, in pochi minuti tornò al fianco del suo amato padrone.
Fu così che, posso dopo passo, in mezzo al caos generato dalla terribile situazione -un aereo si era appena schiantato contro l’edificio- i due riuscirono ad arrivare al pian terreno e ad uscire dalla torre.
Ci volle più di un’ora e quando l’uomo ed il cane poterono finalmente uscire, l’animale riuscì subito a farsi strada e a condurre il suo padrone in un posto più sicuro. Pochi minuti dopo, la torre crollò.
Un cane guida che ha sempre accompagnato il suo padrone
“In quel momento capì che Salty mi amava come io amavo lui”, ricorda Rivera, che nel 2001 aveva 44 anni. La fedeltà del suo cane guida gli ha permesso di sopravvivere e di restare accanto alla sua famiglia. Ha così potuto avere la gioia di diventare nonno qualche anno dopo l’attentato.
Per quanto riguarda Salty, il bel Labrador dorato, ha continuato ad accompagnare l’ingegnere cieco per molto tempo dopo l’accaduto. Il cane è deceduto nel 2008, ma prima è stato ricordato in numerose occasioni per il suo comportamento eroico.
Tra i premi ricevuti dal cane guida, risalta la medaglia Dichin, la quale viene consegnata dalla Associazione Veterinaria People’s Dispensary for Sick Animals.
Il cane guida di Rivera era stato addestrato nel 1998 dalla fondazione Guiding Eyes for the Blind di Yorktown Heights, New York.
I cani, esseri disposti a tutto per noi
Non possiamo dimenticare di dire, inoltre, che, dopo il terribile attentato alle Torri Gemelle, i cani sono stati fondamentali per salvare le vittime sepolte sotto le macerie.
Tuttavia, nella storia che vi abbiamo appena raccontato, sono stati l‘amore e la fedeltà di un cane guida a permettere ad una persona non vedente di poter sopravvivere a quella terribile situazione.
Salty, però, non è stato l’unico cane guida presente negli edifici contro i quali l’11 settembre si sono schiantati due aerei, c’era anche Roselle. Anche questa cagnetta accompagnava il suo padrone cieco, Michael Hingson, nel settantottesimo piano della stessa torre e questo nobile animale, anch’esso di razza Labrador, non condusse sano e salvo all’uscita solo il suo padrone, ma permise anche ad altre trenta persone di scappare da quell’inferno.
Fonte dell’immagine principale: www.abc.es
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