Caratteristiche dell'antilope tibetana

L'antilope tibetana o chiru è un mammifero con grandi corna che vive nella Meseta o nelle steppe dell'Asia; è talmente famoso in questo continente che è stato scelto come mascotte di alcuni Giochi Olimpici.
Caratteristiche dell'antilope tibetana

Ultimo aggiornamento: 11 maggio, 2019

Conosciuto anche come chiru, l’antilope tibetana è un animale che vive in Asia. Abbastanza famoso nella sua terra, è stato scelto anche come mascotte delle Olimpiadi di Pechino del 2008.

Ecco le caratteristiche dell’antilope tibetana.

Habitat e caratteristiche

Si tratta di una specie originaria della Meseta tibetana: si può trovare nelle steppe alpine tra i 3200 e i 5500 metri al di sopra del livello del mare. Adora i terreni aperti e con una scarsa vegetazione, e può vivere anche a nord dell’India e in certe regioni della Cina e del Nepal.

Il suo nome scientifico è Pantholops Hodgsonii ed appartiene alla famiglia delle antilopi. Di dimensioni medie, i maschi possono raggiungere gli 85 cm di altezza e pesare circa 40 kg. Le femmine sono 10 cm più piccole e quasi 15 kg più leggere.

In questa specie è presente un marcato dimorfismo sessuale, poiché gli esemplari maschi hanno le corna e delle strisce di colore nero sulle zampe. Le corna si incurvano all’indietro e possono raggiungere i 60 cm. A differenza di quelle delle capre, non crescono per tutta la vita. Le usano per dimostrare il dominio durante i mesi della riproduzione.

In entrambi i sessi il pelo è marrone rossiccio con il ventre bianco, ed è folto e lanuto. Il muso è quasi completamente nero e, durante il periodo invernale, nei maschi è più marcato, poiché il corpo diventa più pallido.

Comportamento e riproduzione dell’antilope tibetana

Per quanto riguarda la sua alimentazionel’antilope tibetana basa la sua dieta sui foraggi, sull’erba e sui giunchi. In inverno deve scavare nella neve per ottenere il cibo, che solitamente scarseggia.

Antilopi tibetane che corrono

Si tratta di un animale gregario, e ciò significa che si raggruppa in branchi composti da centinaia di esemplari nel momento in cui deve spostarsi da una zona all’altra in cerca di pascoli migliori. In genere però forma dei gruppi più piccoli, di circa 20 esemplari.

Sono animali molto timidi e veloci, che possono raggiungere gli 80 km/h quando scappano da un predatore, in particolar modo lupi, linci, leopardi della neve e volpi.

Le femmine possono percorrere fino a 300 km all’anno per partorire, allontanandosi dal branco e dai maschi. Si ricongiungono con il gruppo a fine autunno.

Per quanto riguarda la riproduzione, il periodo del calore va da novembre a dicembre. Ogni maschio forma un “harem” di circa 12 femmine al massimo – 4 è il numero abituale- e si occupa di allontanare gli altri maschi attraverso certe “esibizioni” con la testa.

Usa le corna per dimostrare la sua autorità. Per esempio, se un suo simile è troppo insistente e resta vicino al suo harem.

Le femmine danno alla luce un solo cucciolo. Il parto avviene tra giugno e luglio, e la gestazione dura circa 6 mesi. I piccoli sono in grado di alzarsi dopo 15 minuti dalla nascita e stanno con la madre per un anno (maschi) e un anno e mezzo (femmine).

Cuccioli di antilope tibetana
Al secondo o al terzo anno di vita raggiungono la maturità sessuale. Sebbene non si sappia per quanti anni vivano, si stima che possano sopravvivere per 10 anni.

Situazione dell’antilope tibetana

Viene chiamata affettuosamente “spirito dell’altopiano” dalla popolazione locale, poiché si tratta di una specie protetta in Cina ed esistono 3 riserve naturali il cui obiettivo è quello di preservarla.

Il numero di esemplari è diminuito negli anni ’90 a causa della caccia furtiva e della mancanza di cibo. La loro lana è molto pregiata e calda, motivo per cui l’uomo caccia di frequente questi animali.

Il governo cinese ha però adottato delle misure di sicurezza e, grazie all’aiuto di alcuni volontari, a poco a poco la popolazione dell’antilope tibetana sta aumentando. La specie non è più a rischio d’estinzione, ma si cataloga come “quasi minacciata”.


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