CBD nei gatti: sicurezza e utilizzo

L'uso del CBD nei gatti è molto ben accolto dai padroni, ma la sua efficacia, dosaggio e farmacocinetica necessitano ancora di studi scientifici.
CBD nei gatti: sicurezza e utilizzo

Ultimo aggiornamento: 09 febbraio, 2022

L’uso non ricreativo dei cannabinoidi sta diventando sempre più diffuso tra gli esseri umani, ma anche tra gli animali domestici. Un esempio è l’uso del CBD nei gatti, una sostanza che fornisce gli effetti benefici della cannabis (rilassamento muscolare, riduzione dell’ansia, analgesia, ecc.) senza gli effetti psicotropi di questa pianta.

Tuttavia, prima di somministrare qualsiasi trattamento al vostro gatto, è molto importante informarsi sul metodo d’uso, la composizione, gli effetti e i rischi. In questo articolo vi daremo informazioni dettagliate sul CBD, quindi non perdetevelo.

Cos’è il CBD?

Il CBD o cannabidiolo è un composto attivo presente nella pianta di canapa (Cannabis sativa) che viene utilizzato per migliorare i sintomi di varie condizioni, come stress, dolore e infiammazioni. È uno degli oltre 100 cannabinoidi presenti in questa pianta.

Grazie al fatto che il CBD non provoca effetti psicotropi, il suo uso è diventato popolare tra le persone e, successivamente, tra gli animali domestici. Tuttavia, il suo uso nei gatti è in fase di studio, poiché l’utilizzo in modo controllato viene per lo più registrato nei cani.

Differenze tra CBD e THC

È molto importante non confondere la canapa, da cui si estrae il cannabidiolo, con la marijuana. Sebbene entrambe le sostanze siano ottenute dalla stessa specie vegetale, ne esistono molte varietà a seconda dell’uso che se ne vuole fare.

Così, dalla pianta di marijuana viene estratto il tetraidrocannabinolo o THC, un componente con effetti psicoattivi che viene consumato principalmente per scopi ricreativi. Al contrario, il CBD si ottiene dalla pianta di canapa, un’altra varietà della pianta di cannabis, i cui usi sono terapeutici o industriali.

Oli di CBD su sfondo bianco.

Come funziona il CBD nei gatti?

I gatti, come gli esseri umani e molti altri animali, presentano un meccanismo di comunicazione intercellulare piuttosto complesso chiamato sistema endocannabinoide, o ECS. Questo complesso organico è composto da 3 elementi:

  1. Cannabinoidi interni: sono sostanze create dall’organismo e che agiscono come neurotrasmettitori, cioè attivano le connessioni nervose all’interno dell’ECS.
  2. Recettori: i recettori interni dei cannabinoidi reagiscono a queste sostanze e ne rilasciano altre di conseguenza. Si trovano in tutto il corpo.
  3. Enzimi: sostanze rilasciate dai recettori al contatto con i cannabinoidi interni. Queste proteine sono coinvolte nella regolazione fisiologica del corpo, l’omeostasi.

Il CBD, all’interno di questo sistema, ha dei vantaggi rispetto al THC, poiché non si lega direttamente ai recettori. In questo modo si evitano effetti diretti sul comportamento e sulla percezione senza perdere i benefici terapeutici della sua applicazione.

Usi del CBD nei gatti

Negli ultimi anni, il successo delle terapie con CBD nei cani ha portato a tentativi di estenderne l’uso ai gatti domestici. Finora, questa sostanza ha dimostrato di essere efficace nel trattamento dei seguenti problemi:

  • Dolore cronico: il dolore causato da malattie come il cancro o patologie incurabili (sindrome dell’intestino irritabile, disagio derivato da insufficienza renale cronica e altro) di solito risponde bene all’effetto del CBD.
  • Ansia: grazie al suo effetto calmante, molti padroni usano il CBD per dare un supporto farmacologico al gatto durante situazioni stressanti, come viaggi in macchina o traslochi.
  • Infiammazione: soprattutto nei gatti più anziani, il cannabidiolo viene utilizzato per alleviare disturbi come l’artrite o la malattia infiammatoria intestinale.

Occorre sottolineare che questi dati provengono direttamente dalle testimonianze dei padroni, non da studi scientifici. Pertanto, bisogna prenderli per quello che sono.

Precauzioni durante la somministrazione di CBD ai gatti

Sebbene l’uso del CBD abbia mostrato dati positivi per quanto riguarda la riduzione dello stress, del dolore e dell’infiammazione, questi dati derivano principalmente dall’uso sui cani. La farmacocinetica di questa sostanza presenta differenze tra canidi e felini, così come la tolleranza, il dosaggio e la sicurezza.

Non somministrate mai marijuana o qualsiasi suo derivato al vostro gatto, poiché potreste provocargli gravi intossicazioni.

Alcuni degli effetti collaterali osservati dopo l’ingestione di questo preparato nei gatti sono nausea, vomito e alterazioni dell’appetito. Di solito non sono gravi, ma sarà necessario consultare il veterinario. Se il vostro gatto mostra uno di questi sintomi, interrompete il trattamento.

Poiché il dosaggio del CBD per gatti deve ancora essere studiato scientificamente, la cosa migliore sarà consultare il proprio veterinario. Esistono in commercio diverse concentrazioni di questo prodotto e le dosi consigliate variano a seconda del problema che si vuole trattare.

Un gatto che assume CBD.

Un futuro promettente

Insomma, se volete valutare la possibilità di utilizzare il CBD per curare un problema di salute del vostro gatto, le testimonianze sul suo utilizzo sono positive, ma ricordate che non dovreste mai somministrare farmaci al vostro gatto senza prima consultare il veterinario. Per quanto naturale sia questa preparazione, può avere degli effetti collaterali dei quali dovete essere coscienti.

D’altra parte, è molto probabile che questa sostanza continuerà ad essere studiata negli anni a venire, quindi tenetevi sempre aggiornati. È questione di tempo prima che vengano pubblicati altri studi sull’uso del CBD in diverse specie, quindi possiamo presumere che il suo utilizzo sarà molto più sicuro ed efficace in futuro.


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