Come gestire l'ira di un gatto
Molte delle persone che preferiscono avere un cane rispetto a un gatto basano la loro decisione sul carattere volubile dei felini. I gatti vengono spesso descritti come animali indipendenti, una dipendenza che può sfociare in indifferenza o aggressività.
La maggior parte dei comportamenti di carattere aggressivo che mostra qualsiasi animale deriva da una situazione di stress o pericolo. Il padrone può fare ben poco in queste situazioni, oltre a imparare a riconoscere gli indizi e le cause dell’ira del proprio animale.
Come riconoscere l’ira di un gatto
Prima di tutto, bisogno considerare che il livello di addomesticamento dei gatti è inferiore a quello dei cani. Questo vuol dire che in situazioni di pericolo, stress o incertezza, reagiscono facilmente in modo più simile a un animale selvatico piuttosto che a uno domestico.
Questo minore addomesticamento porta i gatti a vivere in uno stato di allerta e tensione semi-permanente, soprattutto quando devono entrare in contatto con persone estranee al proprio ambiente.
Se vogliamo avvicinarci a un gatto che non è nostro, dobbiamo farlo con cautela e non scartare una possibile reazione aggressiva da parte sua.
Certi comportamenti, in apparenza innocui, possono favorire una risposta sgradevole. I bambini più piccoli, per esempio, tendono a giocare con la coda dei gatti e a trattarli con eccessiva rudezza. Questo può stressare l’animale e indurlo a reagire contro quella che considera un’ipotetica minaccia.
- Pupille dilatate.
- Schiena inarcata. Un gatto che avverte una minaccia imminente inarca la schiena, mostra unghie e denti e adotta una postura di attacco con il pelo gonfio. Questa misura di difesa crea l’illusione che l’animale sia più grande di quanto non è in realtà.
- Orecchie appiattite.
- Mostra i canini e soffia.
- Miagoli intensi.
Svezzamento precoce e problemi di ira
Un recente studio ha messo in rilievo la relazione tra uno svezzamento precoce nei gatti e lo sviluppo di un carattere propenso all’ira. Quest’ultimo può essere favorito anche dalla comparsa dei cosiddetti comportamenti stereotipati nei quali si ripetono movimenti privi di funzione definita.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, descrive le conseguenze di uno svezzamento dei gatti precedente alle 12 settimane. I ricercatori hanno lavorato con 5726 esemplari appartenenti a 40 razze diverse. I risultati hanno mostrato che i gatti svezzati dopo otto settimane si mostravano più inclini all’aggressività che alla paura.
I gatti svezzati dopo le 14 settimane mostravano un atteggiamento meno teso con gli estranei e una minore tendenza a sviluppare comportamenti stereotipati.
Tali conclusioni suggeriscono che lo svezzamento alla quattordicesima settimana è la soluzione migliore per l’animale.
Per “svezzamento” non intendiamo solo la fine dell’allattamento materno, ma anche la separazione del cucciolo dalla madre. I gatti selvatici di solito passano tra le quattro e le otto settimane con la madre, mentre il gatto domestico comune, o Felis catus Linnaeus, 1758, trascorre una media di quattro mesi con la madre prima di divenire indipendente.
L’importanza di una precoce socializzazione negli animali
Anche detto imprinting, il periodo di socializzazione che vivono i cuccioli più giovani insieme alla madre è vitale per il loro successivo sviluppo cognitivo e sociale. Molti dei problemi che i nostri animali domestici presentano in età adulta derivano da uno svezzamento precoce.
Durante le prime settimane di vita dei cuccioli, la madre li stimola a sviluppare certi riflessi essenziali per le loro funzioni corporee. Li incita a muoversi, a cercare la mammella e ne stimola persino il peritoneo per facilitare la defecazione.
Qualora questo processo non si completi in modo soddisfacente, possono presentarsi diversi disturbi come quelli a seguire:
- Disturbo d’ansia da separazione: gli animali che sperimentano questo disturbo presentano comportamenti anormali e distruttivi come conseguenza di prolungati periodi in solitudine.
- Disturbo da iperattività: durante la socializzazione, i morsetti con cui giocano tra loro i fratelli gli insegnano a non mordere con forza i loro simili. Se non passano attraverso questo processo, canalizzeranno la loro energia in modo distruttivo e morderanno con violenza il padrone.
- Sindrome da deprivazione: gli animali in questo caso non tollerano rumori estranei al loro ambiente circostante, come il motore di un’automobile, sirene, clacson, etc.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.