Conosciamo insieme il mito del gatto nero
Il mito del gatto nero: da essere venerato nell’Antico Egitto, considerato come un dio, fino ad essere bruciato sul rogo per essere relazionato alla stregoneria.
Da dove proviene il mito del gatto nero? Per alcuni questo animale è simbolo di sfortuna; per altri è l’opposto, ma è stato sempre così? In questo articolo vi faremo conoscere il mito del gatto nero. Continuate a leggere!
Gatto nero: da venerato a odiato
La relazione dell’uomo con i felini esiste da molto tempo. Nell’Antico Egitto, per esempio, si pensava che i gatti fossero stati inviati dagli dei. Una delle principali divinità, Bastet, aveva la forma di una gatta e rappresentava il sole.
I faraoni possedevano dei gatti di tutti i colori come animali domestici che venivano sepolti insieme a loro per proteggerli contro le forze del male durante il cammino verso il paradiso.
Nell’Inghilterra vittoriana e in Scozia si diceva che se dei neosposi avessero trovato un gatto nero davanti all’entrata della loro nuova casa, ciò indicasse prosperità e felicità nel matrimonio.
D’altro canto, i marinai facevano tutto il possibile per avere un felino domestico nero sulle loro barche, poiché pensavano portasse fortuna. E le loro mogli ne tenevano un altro a casa per assicurarsi che i loro mariti ritornassero sani e salvi dai loro viaggi.
Questa immagine positiva è cambiata nel tempo, in modo specifico durante il Medioevo in Europa.
In questo periodo i gatti erano associati alle streghe per via delle loro abitudini notturne, soprattutto quelli di colore nero, perché così si vestivano le praticanti della magia.
Si diceva anche che in realtà queste si trasformassero in questi animali durante la notte per poter cacciare e per compiere delle malvagità.
Tuttavia, questa “opinione” sui gatti ha origini ancora più antiche: secondo la tradizione ebraica e babilonese, questi venivano comparati ai serpenti e, pertanto, al male.
C’è una leggenda che veniva narrata nel Galles e in Francia che parlava del Cath Palug, un gatto mostruoso che terrorizzava gli abitanti dell’isola di Anglesey, finché il famoso Re Artù non lo uccise.
Il mito del gatto nero e la superstizione
Lo sguardo penetrante di un gatto nero causava terrore nella società, poiché le persone credevano che attraverso questo venissero ammaliate.
Se qualcuno possedeva un animale con queste caratteristiche, veniva etichettato come sostenitore del diavolo e praticante di esorcismo. Quindi, il gatto e il padrone venivano perseguitati e uccisi (bruciati sul rogo per essere più precisi).
Secondo un proclama del XIII secolo: “Tutte le persone che accolgono un gatto nero in casa, corrono il rischio di essere condannati al rogo per praticare la stregoneria”.
Anche la chiesa si unì a questa persecuzione e durante la festa di San Giovanni venivano bruciati i gatti davanti ai fedeli.
E ancora…
Negli Stati Uniti, precisamente nella città di Salem, i gatti neri venivano catturati durante la nota “caccia alle streghe”, poiché si pensava fossero queste donne trasformate per poter compiere delle cattive azioni di notte senza essere riconosciute, così come succedeva in Europa.
Nel 1881, in Francia, di preciso nel quartiere parigino Montmartre, venne inaugurato un cabaret molto noto e visitato da artisti del calibro di Pablo Picasso.
Il locale si chiamava niente di meno che “il gatto nero” – le chat noir in francese – e il suo cartello pubblicitario è uno dei più famosi al mondo.
Le superstizioni continuarono ad esserci, poiché si credeva che i gatti fossero portatori di certe malattie. Se un gatto nero appariva davanti ad una persona in una notte di luna piena significava che ci sarebbe stata un’epidemia. In Italia si affermava che, se un felino saliva sul letto di un malato, a breve sarebbe morto.
Sebbene molte delle credenze contro i gatti neri si siano perse nel tempo, la cultura popolare continua a discriminare questi animali. Per esempio, per quanto riguarda le adozioni, sono gli ultimi ad essere accolti in una casa di tutta la cucciolata. Le persone preferiscono un felino bianco, marrone o calico.
Esistono persone che se vedono un gatto nero che attraversa la strada, fanno tre passi indietro per evitare qualche “maledizione”.
Tutto il contrario accade in alcune parti del mondo con coloro che hanno deciso di aprire dei negozi: a Buenos Aires, a Corfù e a Nantes, ci sono delle caffetterie che si chiamano “il gatto nero”, e sono aperte da anni. Un altro motivo per credere che il gatto nero non porti nessuna maledizione.
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