Cosa accadrebbe se smettessimo di mangiare carne?
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
Attualmente ci troviamo nella cosiddetta era dell’Antropocene, in cui il cambiamento climatico è diventato una delle grandi preoccupazioni dell’umanità. Sono in molti ad affermare che se smettessimo di mangiare carne, la maggior parte dei problemi territoriali, strutturali e climatici cesserebbero.
Questa affermazione ha senso? Cosa accadrebbe se smettessimo di mangiare carne?
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L’alimentazione del genere umano causa senza dubbio un enorme impatto sugli ecosistemi terrestri. Molti attivisti sostengono che se l’uomo smettesse di mangiare carne e iniziasse una dieta vegana questo impatto verrebbe ridotto notevolmente. Questo perché i gas serra prodotti dagli allevamenti di bestiame sono di dimensioni enormi.
Tuttavia, sembra che la realtà sia diversa: anche se nessuna analisi riesce a garantire che le emissioni di gas serra causate dall’industria della carne superano più della metà del totale, l’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti afferma che questa produce solo il 3,9% del totale. Ciò significa che la produzione di energia, i trasporti e le altre industrie sono parimenti responsabili.
L’errore si trova in un rapporto della FAO del 2006, in cui si affermava che la produzione di carne era più dannosa per il cambiamento climatico rispetto al settore dei trasporti. La verità è che la stessa FAO ha ammesso l’errore, e cioè che mentre il bestiame è stato preso in considerazione per l’intero processo di lavorazione, trasporto, infrastrutture o cibo, lo stesso non è avvenuto con i trasporti.
Smettere di mangiare carne rappresenta realmente una soluzione?
Naturalmente, in condizioni di parità, la produzione di carne può essere significativamente più dannosa per l’ambiente rispetto alla produzione di verdure. Questo non significa che se smettessimo di mangiare carne l’effetto sarebbe notevole, e ci sono persino studi che dicono che se gli Stati Uniti per intero smettessero di mangiare carne, le emissioni in realtà verrebbero ridotte a malapena del 2,6%.
Nonostante sia vero che la maggior parte delle proteine animali possano essere sostituite con quelle provenienti dall’agricoltura, dobbiamo ricordare che una grande percentuale della terra non è coltivabile. Di fatto, la FAO avverte che il 70% del territorio è adatto solo al pascolo.
Questi campi sono difficili da sfruttare attraverso altre attività rispetto al pascolo di bestiame e, in realtà, questo potrebbe essere fatto in modo sostenibile attraverso l’allevamento estensivo. Tuttavia, diventa impossibile convertire molte di queste terre in coltivabili senza causare un grave impatto ecologico.
Infine, dobbiamo ricordare che per sapere quale dieta sia meno dannosa per l’ambiente, occorre analizzare vari fattori: ad esempio se consumiamo prodotti stagionali, la vicinanza e il rispetto della natura.
Una dieta mediterranea è più sostenibile in base al consumo occasionale di carne locale? O al contrario lo è una dieta vegana basata su prodotti come l’avocado o la soia trasportati da migliaia di chilometri di distanza?
Indubbiamente, le diete basate in gran parte sul consumo di prodotti di origine intensiva sono le più dannose per la natura.
Eppure, non bisogna pensare che se smettessimo di mangiare carne avremmo risolto il problema ambientale.
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