5 curiosità sui picchi

A differenza degli uccelli canori, i picchi comunicano picchiettando sul legno degli alberi. Scoprite alcune curiosità sui picchi nelle prossime righe.
5 curiosità sui picchi
Sebastian Ramirez Ocampo

Scritto e verificato il veterinario e zootecnico Sebastian Ramirez Ocampo.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

I picchi appartengono alla famiglia Picidae, un gruppo di uccelli che comprende circa 300 specie che si occupano principalmente di perforare e picchiettare sugli alberi. La dimensione media di questi esemplari varia tra i 20 e i 60 centimetri di lunghezza. Inoltre, si distinguono per i colori forti e appariscenti del loro piumaggio.

Curiosità sui picchi

A distribuzione cosmopolita, cioè distribuiti su quasi tutto il pianeta, i picchi hanno suscitato negli anni la curiosità di diversi ricercatori. Ciò perché questa particolare specie non solo è in grado di sopportare le forti accelerazioni della testa per poter perforare il legno, ma ha sviluppato un sistema di comunicazione completamente diverso da quello della maggior parte degli uccelli. Continuate a leggere le prossime righe e scoprite gli aspetti più interessanti di questi animali.

1. Una conformazione del cranio sorprendente

I picchi perforano gli alberi per diversi motivi. Che si tratti di scavare il proprio nido, cercare cibo o conservarlo, si osserva costantemente questi uccelli in attività. Questo è il motivo per cui la natura ha fornito loro alcune abilità speciali per sopportare questo picchiettio quotidiano. Ad esempio, un vantaggio di questi uccelli è che i loro cervelli sono più piccoli rispetto a quelli di altre specie.

Per la precisione, la loro massa cerebrale pesa solo 2 milligrammi, quindi l’accelerazione del cervello durante il picchiettio è minima. Inoltre, avendo la cavità cranica piena di liquido cerebrospinale, si riduce il rischio che il cervello venga sballottato ovunque.

Un picchio.
Picidae.

Al contrario, beccando obliquamente e non direttamente, la forza dell’impatto viene ricevuta con minore intensità. Allo stesso modo, hanno una struttura del cranio unica: da un lato, la parte esterna è costituita da osso duro, mentre la parte interna è costituita da un tessuto più poroso. Pertanto, quando beccano, la forza esercitata e ricevuta si distribuisce attorno al cranio verso l’osso più resistente, evitando lesioni intracraniche.

Infine, secondo un articolo pubblicato sulla rivista Plos one, i picchi hanno una struttura ossea e muscolare chiamata osso ioide, che aiuta a proteggere il cervello da questi impatti.

2. I picchi hanno una lingua molto lunga.

La dieta dei picchi si basa principalmente sul consumo di insetti come termiti, formiche o larve di coleottero. Ottengono le prede beccando la corteccia degli alberi ed esponendole all’esterno. Tuttavia, il loro principale strumento di caccia è la lingua, che usano come se fossero un formichiere.

Questo lungo organo può misurare tra i 15 e i 35 centimetri a seconda della specie di picchio. Inoltre, per evitare lesioni durante la perforazione, la lingua si trova dietro il cranio in una struttura situata nella cavità nasale.

3. Hanno un linguaggio unico tra gli uccelli

A differenza degli uccelli canori, i picchi comunicano picchiettando sul legno degli alberi. Attraverso questi suoni, gli uccelli possono marcare il territorio, così come chiamare potenziali partner per accoppiarsi.

D’altronde, secondo un documento condiviso sulla rivista scientifica Scientific reports, i picchi hanno la capacità di distinguere il richiamo di un uccello conosciuto da quello di uno sconosciuto. Allo stesso modo, possono distinguere se si tratta di un maschio o di una femmina dall’intensità del battito. Secondo quanto sopra, i picchi tamburellano esclusivamente come fonte di comunicazione tra la propria specie.

Picchio.
Picidae.

4. I picchi imparano a picchiettare

Mentre alcuni uccelli nascono con la capacità innata di cantare, altre specie devono imparare a farlo dai loro genitori. È il caso dei picchi, il cui processo di apprendimento fino a poco tempo fa era poco chiaro. Tuttavia, un articolo pubblicato sulla rivista Plos one ha concluso che questa specie utilizza gli stessi metodi neurali degli uccelli canori per imparare a picchiettare.

Ciò significa che i picchi, invece di imparare melodie, imparano a picchiettare seguendo diversi schemi. Inoltre, secondo questa ricerca, il cervello di questi uccelli esprime un gene chiamato parvalbumina. Questo è stato rilevato anche negli uccelli canori e negli esseri umani durante il processo di apprendimento delle vocalizzazioni.

5. Il rapporto tra il picchiettare e la capacità di riprodursi

Un’ultima curiosità sui picchi proviene da un articolo della Royal Society Open Science Journal: secondo gli autori, esiste una relazione tra la colorazione del piumaggio e la velocità con cui tamburellano sugli alberi. Ciò significa che, secondo i risultati di questo studio, gli esemplari con colori più forti e appariscenti presentavano una maggiore velocità nel beccare. Tali caratteristiche si traducono in una maggiore probabilità di riproduzione, in quanto le femmine tendono a sentirsi più attratte dai maschi che mostrano questo tipo di carattere distintivo.

È incredibile come l’evoluzione abbia dato ai picchi le capacità ideali per evitare di subire danni quando colpiscono superfici dure. Allo stesso modo, tutto ciò che fa parte della loro natura è basata sul picchiettare, perché, come appena visto, usano questa capacità per nutrirsi, riprodursi e comunicare con i loro simili.


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