Ecco come i delfini sanno quando le orche cacciano
Le orche sono tra i predatori più temuti al mondo. Questi mammiferi, dotati di molta intelligenza, usano delle complesse strategie di caccia dalle quali solo pochi animali riescono a scappare. Il delfino si trova tra gli scarsi eroi che possono individuare se ci sono delle orche che cacciano nelle vicinanze.
Le strategie di caccia del predatore marino per eccellenza
Un branco di orche in agguato è l’ultima cosa che un animale vorrebbe trovarsi davanti nell’oceano. Il loro verso caratteristico, che ricorda quasi una voce umana, sono dei suoni ad alta frequenza essenziali per la comunicazione, per l’alimentazione e per la riproduzione.
Tra i suoni emessi da questo cetaceo, troviamo:
- Clicks di ecolocalizzazione, delle brevi pulsazioni che emette in una e in varie sequenze e che usa principalmente per orientarsi e per localizzare le prede che lo circondano. Questo tipo di ultrasuono, che emette ad una frequenza che va dai 14 ai 18 kilohertz, ha anche un’utilità sociale.
- I fischi che cambiano di tono sono caratteristici delle diverse interazioni sociali del gruppo. Potremmo dire che è il modo che hanno le orche di mantenere una conversazione con gli altri membri del branco. Questi fischi vengono emessi ad una frequenza di circa 8,3 kilohertz e durano 1,8 secondi.
- I cosiddetti modulati sono quelli che potremmo confondere con uno strillo umano o con un gloglottio. Con una frequenza che va da 1 a 6 kilohertz, questo tipo di ultrasuono è il più usato durante la caccia, ma viene utilizzato anche per comunicare.
Si scopre che i delfini sanno come proteggersi
I modulati, gli unici suoni che le persone possono percepire, sono una strategia essenziale per le orche che vanno a caccia.
Esistono diverse sottopopolazioni di questi cetacei nel mondo, e la loro caratteristica principale è il tipo di prede che includono nella loro dieta. Questa si basa sul tipo di strategie che le orche utilizzano.
Per esempio, un branco che si dedica a cacciare delle aringhe, userà una tecnica chiamata alimentazione a carosello, nella quale le orche si alternano per raggiungere la parte posteriore del banco di aringhe e girargli attorno mentre espellono delle bolle d’aria, emettono dei suoni e terrorizzano le loro prede esponendo il loro ventre bianco. In questo modo, le aringhe saltano per la disperazione in superficie, dove le aspetta il resto del gruppo.
Nel caso dei delfini, un’equipe di scienziati ha cercato di scoprire se, dato che in teoria le orche non sono altro che dei delfini di grandi dimensioni, anche questi fossero in grado di capire i clicks, i richiami e i fischi delle orche.
Dei biologi marini hanno navigato per circa 50 km al largo della costa della Carolina del Nord, negli Stati Uniti, per vedere come la fauna locale dei delfini e delle balene rispondeva ai suoni emessi dalle orche, riprodotti da sopra le navi.
Per controllare l’efficacia dell’esperimento, gli scienziati hanno riprodotto una serie di suoni quotidiani che hanno generato una risposta normale tra la popolazione di balene e di delfini. Quando hanno emesso il richiamo di caccia delle orche, tutti gli animali sono fuggiti nella direzione contraria al suono in modo automatico.
Ci è sembrato incredibile che un gruppo di animali potesse rispondere in modo così potente di fronte a qualcosa che stavamo riproducendo noi.
Con i dati raccolti dal ricercatore principale, Matthew Bowers, sono state ricreate posteriormente le risposte degli altri cetacei e si sono studiare le loro tattiche di fuga, che si sono dimostrate molto diverse tra loro. I delfini fuggono immediatamente, invece le balene formano una specie di barriera per affrontare le orche e per difendersi.
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