La difficile situazione dei rifugi per animali abbandonati
Secondo uno studio della Fondazione Affinity, nel 2016 ben 137 mila cani e gatti sono stati accolti nei rifugi per animali abbandonati in Italia. Rispetto all’anno precedente, il 2015, le cifre si sono praticamente mantenute costanti. Insomma, tutto indica che i dati per l’anno 2017 appena concluso saranno altrettanto drammatici. Ma allora, cosa si può fare per migliorare questa difficile situazione?
Profilo dell’animale abbandonato e cause dell’abbandono
Questo studio statistico e, in parte, sociologico, fornisce tutta una serie di informazioni e dati interessanti. Da un lato è possibile inquadrare e descrivere il profilo dei cani e gatti abbandonati. Dall’altro, appaiono evidenti le cause più diffuse che sono proprio alla base dell’aumento del numero di animali randagi:
- L’81% degli animali abbandonati dai loro proprietari sono di razza meticcia. Ciò supporta la convinzione che, ancora oggi, cani e gatti di razza sono tenuti in maggiore considerazione. O, forse, dato che costano soldi, a lasciarli in strada ci si pensa due volte…
- Il 30% dei cani e gatti abbandonati sono appena cuccioli. Il 57% sono adulti e il restante 32% animali anziani. I piccoli, di solito, sono popolari tra le famiglie fino a quando, nel caso dei cani, raggiungono una taglia imprevista che spinge a liberarsi dell’animale. Ad ogni modo, rispetto ad esemplari più anziani, i cuccioli hanno una maggiore percentuale di adozione.
- Solo il 32% degli animali malati viene abbandonato. Un altro dato che sorprende, dal momento che, molte volte, i proprietari lasciano il proprio animale domestico per non poter (o non voler) affrontare le spese veterinarie per una determinata patologia, anche grave.
Rispetto alle cause dell’abbandono, possiamo dire che in generale si riferiscono a cucciolate indesiderate. E, nel peggiore dei casi, ciò obbliga alcuni proprietari a sacrificare i cuccioli. L’eliminazione viene messa in pratica anche con i cani da caccia più anziani che, per colpa dell’età, non riescono più a svolgere le mansioni per cui sono stati cresciuti.
Discorso simile per i cosiddetti cani ‘tendenzialmente pericolosi’. Per via di una mancata educazione o di un addestramento scorretto, ci sono molti cani che diventano talmente aggressivi o disubbidiente da risultare ingestibili. Dinanzi a un possibile pericolo, i padroni preferiscono disfarsene senza troppi pensieri.
Cosa potete fare per migliorare la situazione?
Anzitutto, occorre sottolineare che molti rifugi di animali dipendono dal contributo di privati e dal lavoro dei loro volontari per poter andare avanti. Ciò significa che, se la tendenza ad abbandonare gli animali non inizia a diminuire, presto le risorse non saranno sufficienti.
Molti protettori offrono crediti accademici ECTS a studenti universitari in cambio di poche ore di lavoro come volontari nei rifugi per animali. Inoltre, incoraggiano i cittadini a partecipare a lotterie o eventi di beneficenza che consentano loro di raccogliere fondi.
Tuttavia, l’unica soluzione a lungo termine per migliorare la vita degli animali è il comportamento responsabile e di supporto da parte dei loro proprietari. Questo significa:
- Sterilizzare gli animali in tenera età, per evitare cucciolate indesiderate e le complicanze legate al sistema riproduttivo e agli squilibri ormonali.
- Identificare ogni animale domestico con il microchip che consente di risalire ai proprietari in caso di furto, fuga o abbandono.
- Riflettere prima di acquistare o comprare un animale. Tenete presente che un gatto o un cane richiedono tempo, dedizione, pazienza e soldi, per i vaccini, le cure mediche e l’alimentazione. Le responsabilità sono infinite e spesso si scambiano questi animali per dei semplici peluche viventi.
- Adottate, non comprate. Come più volte abbiamo scritto sul nostro blog, l’adozione è un’opportunità per migliorare le condizioni di vita di un essere vivente. Un gesto di grande generosità e altruismo. Acquistare un cane o gatto serve solo a fomentare il commercio, spesso illegale, e il proliferare di allevamenti che hanno, come unico obiettivo, il mero tornaconto economico.
Piccoli progressi nella legislazione
In Italia, l’abbandono di animali è un reato previsto dall’art. 727 del codice penale:
“Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.”
Questo concetto di pietà umana, è stato ribadito poi dalla legge 20 luglio 2004, n. 189 e ampliata dalla successiva Legge 4 novembre 2010, n. 201, e il nuovo art. 544-ter contro il maltrattamento di animali.
Il nostro paese ha seguito l’esempio di altre nazioni, tra tutte la Francia, smettendo di considerare gli animali come cose e riprende quanto scritto, già nel 1978, nella Dichiarazione universale dei diritti dell’animale: “L’abbandono di un animale è un atto crudele e degradante”.
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