Displasia dell'anca nel cane e cure
Scritto e verificato il biotecnologo Alejandro Rodríguez
Di certo avrete già sentito parlare della displasia dell’anca nel cane. Ma sapete davvero di cosa si tratta, quali sono le sue cause e quali i trattamenti più indicati? Se volete sapere di più su questa malattia, in questo articolo trovate tutti i dettagli.
Cos’è la displasia dell’anca nel cane?
Parliamo di una malattia che colpisce l’anca e le sue articolazioni. Si produce in seguito all’unione difettosa della testa del femore con la sua cavità corrispondente nell’anca. Quando ciò si verifica, i tessuti si degradano e il cane inizia ad avvertire malessere quando cammina, cosa che lo porta a zoppicare.
La displasia dell’anca nel cane è solita comparire a 4 o 5 mesi di età e tende a peggiorare con il tempo, a mano a mano che il bacino cresce. Esistono diversi gradi di displasia, che secondo la Orthopedic Foundation for Animals (OFA) variano in quanto a diagnosi e trattamento.
Cause principali
Non ci sono dubbi sull’esistenza di un fattore genetico alla base di questa patologia. Ve ne sono, però, anche altri; per esempio:
- Alimentazione scorretta: mancanza di nutrienti o eccesso di proteine.
- Sovrappeso.
- Esercizio fisico o carente.
- Taglia: è molto più frequente nei cani di taglia media e grande.
- Razze di cani specifiche: vi sono certe razze, come il Pastore Tedesco, il Mastino Napoletano o il Golden Retriever, che presentano una maggiore predisposizione a soffrire di questa malattia.
Come si diagnostica la displasia dell’anca nel cane?
Vi sono determinati sintomi che possono indicare la displasia dell’anca nel cane. Tra questi, i più frequenti sono un’evidente zoppia, difficoltà ad alzarsi o persino a stare in piedi. Se osserviamo uno di questi sintomi, dobbiamo rivolgerci al veterinario, che sicuramente realizzerà una radiografia per confermare la patologia.
Trattamenti e cure
Come già esposto, esistono diversi trattamenti in funzione del grado di sviluppo della malattia. In genere, la maggior parte dei trattamenti sono rivolti a ridurre gli effetti o a palliare i futuri sintomi.
Nonostante tutto, la chiave del successo di molti trattamenti risiede in una diagnosi precoce: sarà più facile trattare la malattia se viene rilevata il prima possibile.
In linea di massima, possiamo parlare di un trattamento preventivo o conservatore, che include la fisioterapia canina, l’uso di sedie a rotelle o di supporti per l’anca. Questi dispositivi sono muniti di meccanismi che stabilizzano l’anca e al tempo stesso evitano l’atrofia stimolando l’attività muscolare della zona articolare interessata.
Esiste, inoltre, un trattamento che potremmo denominare come medico o farmacologico, particolarmente indicato per gli animali anziani che presentano displasia in stato avanzato e per i quali il rischio di intervento chirurgico è maggiore.
In questi casi, si somministrano degli antinfiammatori per ridurre il dolore. È frequente combinare questi farmaci con i condroprotettori, integratori alimentari che favoriscono l’idratazione della cartilagine e ritardano la comparsa di diversi sintomi.
Infine, si può ricorrere anche al trattamento chirurgico, che prevede diverse procedure destinate a migliorare la zona colpita.
Un’opzione altrettanto valida può essere la sostituzione totale dell’articolazione con una protesi dell’anca. Questa opzione è definitiva, ma è anche quella che presenta costi più elevati.
Come raccomandiamo sempre, le decisioni relative alla diagnosi e un possibile trattamento devono essere valutati dal veterinario di fiducia.
Tra le cure che noi possiamo offrire in caso di displasia dell’anca nel cane, la più importante è vigilare il peso dell’animale con una dieta controllata al fine di evitare di caricare troppo le articolazioni in questione.
Dobbiamo controllare anche l’attività fisica, che deve essere moderata e regolare nel tempo. Grazie a questi consigli, forse non riusciremo a debellare la malattia, ma aiuteremo i nostri cani a vivere meglio, nonostante tutto.
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