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Emergenze riproduttive post partum frequenti nella gatta

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Il post partum è un periodo critico in qualunque specie animale. Come proprietari, dobbiamo fare particolare attenzione durante le prime settimane di questa fase, per assicurarci che non si presenti nessuna situazione di emergenza.
Emergenze riproduttive post partum frequenti nella gatta
Érica Terrón González

Scritto e verificato la veterinaria Érica Terrón González

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Le emergenze riproduttive post partum nella gatta non sono un fenomeno molto frequente, ma possono comunque presentarsi anche tra le mura di casa.

Una volta superato il periodo della gestazione, sembra che qualunque possibilità di complicazioni sia destinata a scomparire, ma, purtroppo, non è così. Esistono numerose emergenze riproduttive post partum nelle femmine di gatto domestico, alcune delle quali più frequenti di altre.

Per questa ragione è fondamentale che il proprietario sia particolarmente attento nei confronti di qualunque eventuale segno di malattia, soprattutto se questa può mettere in pericolo non solamente le femmina, ma anche la cucciolata che è appena nata.

Di fronte al minimo sospetto che si stia verificando una di queste patologie, la scelta migliore è quella di rivolgersi al veterinario. In questo modo sarà possibile confermare il buono o il cattivo stato di salute dell’animale domestico e dei gattini appena nati.

Emergenze riproduttive post partum frequenti nella gatta

Nelle righe che seguono vi parleremo delle emergenze riproduttive post partum più frequenti nelle gatte domestiche. Prendete nota.

Metrite, tra le più pericolose emergenze riproduttive nella gatta

Come indica il nome stesso, si tratta di un’infiammazione dell’utero, normalmente accompagnata da un’infezione batterica. Le cause più comuni sono di solito quelle che seguono:

  • I parti prolungati.
  • Una scorretta involuzione uterina dopo il parto.
  • La ritenzione placentare/fetale.
  • Gli interventi ostetrici.
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Sintomatologia

Il caso più frequente è quello nel quale la femmina presenta una secrezione vulvare anomala, accompagnata da pus e sangue. Grazie alla palpazione addominale è possibile constatare che l’utero è aumentato di dimensioni ed è pieno di liquido. Inoltre, la gatta è apatica e debole.

Trattamento

La prima cosa da fare è stabilizzare l’animale mediante una somministrazione per via endovenosa e una terapia antimicrobica. In secondo luogo, sarà necessario procedere a drenare l’utero dal suo contenuto infettivo.

A questo scopo può essere utile il lavaggio, attraverso la cervice uterina, realizzato con soluzione salina fisiologica. È possibile anche favorire il drenaggio mediante la somministrazione di ossitocina, che stimola le contrazioni.

Mastite settica, emergenze riproduttive nella gatta

Le mastiti sono le infezioni delle mammelle. Nella maggior parte dei casi si tratta di patologie minori. Tuttavia, la mastite settica acuta può essere molto grave.

Quest’ultima è associata all’ingresso di batteri (Escherichia coli, Staphylococcus spp. Streptococcus spp.) attraverso il capezzolo, durante l’allattamento. Questa colonizzazione può colpire una o più ghiandole, che appariranno calde, infiammate e doloranti. È possibile che si manifesti anche una decolorazione della pelle che circonda il capezzolo.

Nei casi più gravi le mammelle possono andare in cancrena e arrivare a formare degli ascessi.

Trattamento

Nel caso in cui si somministrino degli antibiotici per via orale, è necessario applicare il trattamento in maniera misurata, se la gatta sta continuando ad alimentare i cuccioli. Per quale ragione? Perché molte di queste sostanze vengono espulse nel latte. In caso di mastite settica grave, potrebbe essere necessario allontanare la cucciolata e alimentare i piccoli artificialmente.

Le mastiti settiche persistenti richiederanno, infine, una mastectomia o estirpazione della mammella.

Ritenzione placentare/fetale, emergenze riproduttive nella gatta

Si tratta di una patologia poco comune nelle femmine domestiche, nonostante la preoccupazione che di solito provoca nei proprietari. Nella maggior parte dei casi si tratta di un sospetto privo di fondamenti, dal momento che le placente non vengono espulse immediatamente dopo ogni feto.

Sintomatologia

La femmina può presentare, diverse settimane dopo il parto, una perdita vaginale maleodorante e di colore verde. Inoltre, le sue condizioni generali appaiono peggiorate e possono impedirle di alimentare i cuccioli.

Per confermare la diagnosi è necessario ricorrere a un’ecografia o a un’endoscopia, perché i sintomi non sono patognomonici o, in altre parole, evidenti e inequivocabili. Infatti, la palpazione addominale, per esempio, può fornire dei falsi positivi. Questo fenomeno avviene perché un normale utero in condizioni post partum può presentare secrezioni più ampie.

Trattamento

I casi più gravi portano a uno shock settico, rendendo assolutamente indispensabile rimuovere il materiale infetto. A questo scopo, è necessario effettuare una somministrazione ripetuta di ossitocina per provocare l’espulsione della placenta che è stata trattenuta. Questa azione risolve i segni clinici, ma permane la necessità di mantenere il trattamento a base di antimicrobici.

Il problema consiste nel fatto che, se la ritenzione si trova in stato molto avanzato, l’azione dell’ossitocina all’interno dell’utero risulta molto meno efficace: per questo motivo, le sue conseguenze cliniche saranno minime.

In questi casi, è necessario prendere in considerazione la possibilità dell’uso di prostaglandine. Come ultima risorsa si farà ricorso all’isterectomia o, in altre parole, la completa asportazione dell’utero.

Prolasso uterino

Il prolasso di una o entrambe le corna uterine è un fenomeno altrettanto raro nelle femmine domestiche. Ciononostante, può manifestarsi dopo un parto o un aborto, in femmine di tutte le età. L’eziologia è incerta, ma è associata a:

  • Una muscolatura pelvica danneggiata.
  • Atonia uterina (mancanza di forza nella muscolatura dell’utero).
  • Traumatismi uterini.
  • Un parto distocico o, in altre parole, anormalmente difficile e laborioso.

Sintomatologia

Se la storia clinica della gatta comprende la presenza di un parto o un aborto recente, è possibile sospettare la causa che ne è all’origine.

Inoltre, il prolasso è normalmente osservabile attraverso l’orifizio vaginale e spesso la gatta continua a presentare contrazioni addominali. La conseguenza più grave consiste nel fatto che l’utero prolassato possa soffrire di traumatismi o perfino subire una mutilazione da parte della femmina stessa.

Trattamento

Una volta di più si renderà necessario ripristinare le condizioni normali della gatta mediante la somministrazione di siero. Successivamente bisognerà procedere a effettuare un intervento chirurgico per reintrodurre l’utero prolassato. Quando i vasi uterini sono molto compromessi, è necessario ricorrere all’ovarioisterectomia (rimozione chirurgica delle ovaie e dell’utero).

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Come abbiamo potuto vedere, le emergenze riproduttive nella gatta in gravidanza, per quanto non siano un fenomeno comune, possono presentarsi anche in ambito domestico. È fondamentale imparare a identificarle, per poter agire con prontezza e programmare tempestivamente una visita dal veterinario.


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  • King L, Boag A. BSAVA manual of canine and feline emergency and critical care. 2nd ed.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.