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Esistono ancora i cavalli selvatici? La risposta degli scienziati

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La domesticazione del cavallo risale a molte migliaia di anni fa, e una delle domande che possiamo porci riguardo a questo processo è la seguente: esistono ancora cavalli selvatici, mai addomesticati dall'essere umano?
Esistono ancora i cavalli selvatici? La risposta degli scienziati
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

La domesticazione degli equini ebbe inizio molti secoli fa e rappresentò un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dell’umanità. Al giorno d’oggi sono note numerose razze equine, ma esistono ancora diverse ipotesi riguardanti l’eventuale sopravvivenza dei cavalli selvatici sul nostro pianeta.

Questa “polemica” è stata riaccesa da un recente e accurato studio riguardante il DNA dei cavalli, pubblicato nella rivista Science. Secondo i ricercatori, i cavalli di Przewalski della Mongolia, indicati come gli ultimi cavalli selvatici ancora in vita, in realtà non dovrebbero essere propriamente considerati tali.

Inoltre, le analisi genetiche potrebbero comportare una vera e propria rivoluzione in tutto ciò che crediamo di sapere sulle origini del cavallo moderno. Nelle righe che seguono approfondiremo questa ricerca per comprendere per quale motivo i cavalli selvatici potrebbero essere già estinti, anche se il cinema, a volte, ci dice il contrario.

La classica ipotesi sulla domesticazione dei cavalli selvatici

Per cominciare, rivediamo brevemente l’ipotesi tradizionale e maggiormente accettata sulla domesticazione dei cavalli. Gli esperti ritengono che i primi ad aver addomesticato gli equini siano stati i Botai, circa 5.000 anni fa, e che i cavalli moderni derivino da questi equini.

Originariamente, queste popolazioni abitavano principalmente nel nord di quello che oggi viene considerato il territorio del Kazakistan. Nel corso della loro vita quotidiana, i Botai utilizzavano i cavalli nello svolgimento di diverse attività, oltre che per gli spostamenti. Per esempio, mungevano il latte delle giumente e, in periodi di carenza di cibo, potevano arrivare a consumare carne di cavallo.

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Anche alcune vestigia rinvenute nel loro territorio, come le corde morsicate, lasciano supporre che i Botai bardassero i cavalli e li mantenessero in una sorta di recinto. Di conseguenza, il rapporto tra le popolazioni Botai e gli equini comprenderebbe un interessante processo di domesticazione.

Grazie a queste prove e informazioni, si è ritenuto che i Botai avrebbero raggiunto il “primo grado” della domesticazione dei cavalli: catturavano equini selvatici e riuscivano a domarli, convivere con loro e stabilire con questi animali una relazione vantaggiosa.

Uno studio potrebbe cambiare tutto ciò che crediamo di sapere sulle origini dei cavalli

Ricercatori di diverse università si sono riuniti allo scopo di portare a termine uno studio meticoloso e dettagliato sull’evoluzione genetica del cavallo.

Per portare a termine questo studio, sono stati selezionati ed esaminati 88 campioni genetici di cavalli moderni e antichi, appartenenti a specie che hanno vissuto in periodi differenti e abitato in luoghi diversi dell’Eurasia.

I risultati di questa analisi genetica hanno sorpreso i ricercatori stessi. Come afferma Ludovic Orlando, dell’Università di Tolosa, le scoperte condivise con i suoi colleghi “mandano letteralmente a gambe all’aria ciò che credevamo di sapere sull’origine dei cavalli moderni”.

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In primo luogo, gli studi genetici demolirebbero la convinzione secondo la quale i cavalli di Przewalski sarebbero gli ultimi cavalli selvatici ancora in vita. Secondo l’albero genealogico prodotto dalla ricerca, questi equini della Mongolia derivano dai cavalli domati dai Botai.

In altre parole, sarebbero i discendenti di alcuni dei primi cavalli addomesticati dagli uomini; di conseguenza, i cavalli di Przewalski della Mongolia non potrebbero venire considerati cavalli selvatici. Probabilmente sono ritornati a uno stato selvatico dopo essere riusciti a fuggire oppure dopo essere stati liberati dai loro allevatori, per poi venire classificati come cavalli selvatici.

I veri “antenati” del cavallo moderno

Le scoperte prodotte dallo studio che abbiamo citato non finiscono qui… Lo stesso albero genealogico indicherebbe che gli altri cavalli non deriverebbero dagli equini domati dai Botai, tra i vari motivi perché non manifestano coincidenze genetiche con questo gruppo.

Oggi gli studi sono volti ad analizzare due ipotesi che cercano di comprendere perché gli equini moderni non condividono tratti genetici con i cavalli dei Botai:

  1. La prima afferma che gli equini addomesticati dai Botai sono stati sottoposti a un così alto numero di incroci che ormai non sarebbe più possibile identificare la caratteristica genetica primaria presente nel DNA dei cavalli moderni.
  2. La seconda ipotesi propone uno scenario più radicale, nel quale i cavalli dei Botai non sono riusciti a sopravvivere. In questo modo, gli equini moderni potrebbero in realtà discendere da altri cavalli. Questi equini originari vennero addomesticati in un altro luogo e in un altro periodo storico che ancora ignoriamo.

Dal momento che si tratta di una ricerca molto recente, non è ancora possibile fornire una spiegazione precisa che dia ragione di tutti i suoi aspetti.

Ciononostante, questa ricerca fondamentale potrebbe indicare, da una parte, che i cavalli selvatici sono ormai estinti. Inoltre, potrebbe arrivare a rivoluzionare tutto ciò che credevamo di sapere fino a ora sulla storia e le origini del cavallo moderno.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.