Granceola: habitat, caratteristiche e riproduzione

La granceola è un animale affascinante, molto più di quanto riportato nelle schede gastronomiche. Conosciamola per davvero.
Granceola: habitat, caratteristiche e riproduzione
Sara González Juárez

Scritto e verificato la psicologa Sara González Juárez.

Ultimo aggiornamento: 23 novembre, 2022

Molto probabilmente, se avete mai visto una granceola, è stato nelle vasche presenti nelle vetrine dei ristoranti di pesce. Purtroppo di questo animale si sa poco oltre al fatto che è buono da mangiare, e anche la maggior parte degli studi si concentra sul suo allevamento in cattività per il consumo umano.

Tuttavia, nel suo habitat è un essere vivente come tanti, che può riservare tante sorprese. In quanto parte fondamentale degli ecosistemi bentonici, è fondamentale mostrare questo crostaceo anche per le sue caratteristiche naturali, e non solo in relazione a come coltivarlo e mangiarlo. Per questo motivo, in questo articolo troverete tutte le caratteristiche biologiche di questo animale, senza filtro. Cominciamo.

Tassonomia e caratteristiche

Granceola
Maja squinado.

La granceola, chiamata comunemente granseola, come tutti gli animali generalmente raggruppati con i granchi, appartiene all’ordine dei decapodi, cioè animali dotati di 10 zampe. Il suo nome scientifico è Maja squinado ed è compresa all’interno della famiglia Majidae, nella quale sono presenti altre 200 specie caratterizzate dalle spine frontali del loro esoscheletro.

Delle sue 10 zampe, 2 si sono evolute nelle caratteristiche chele anteriori, ma nei loro antenati avevano solo una funzione locomotoria. I maschi le hanno più grandi delle femmine ed entrambi le usano per catturare le prede e maneggiare il cibo in generale. Le femmine presentano un ventre più sporgente per poter ospitare le uova.

Sono grossi crostacei che pesano quasi 6 chilogrammi e possono arrivare a raggiungere 60 centimetri di diametro. Il loro carapace calcareo presenta punte su tutto il dorso, conferendogli una protezione extra contro i predatori. Presentano colori che vanno dal marrone al rossastro a seconda dell’habitat, in quanto consentono loro di mimetizzarsi con il fondale e le rocce.

Alimentazione della granceola

Questo crostaceo è considerato onnivoro, poiché si nutre di un’ampia varietà di organismi nel suo ambiente. La sua dieta varia anche a seconda della stagione. Di solito predilige alghe e altri molluschi in inverno, ma tende a nutrirsi maggiormente di echinodermi e cetrioli di mare durante le stagioni calde.

Inoltre, tende a consumare i detriti trovati sul fondo del mare. È qui che risiede il suo ruolo più significativo per l’ecosistema, ossia l’eliminazione dei rifiuti; senza organismi come questo, non sarebbe possibile mantenere l’equilibrio del bioma che abitano.

Habitat

Come abbiamo detto, è un animale che si muove lungo i fondali marini. Non nuota, ma cammina su questa superficie e cerca rifugio in zone rocciose. Si può trovare fino a 150 metri di profondità.

Sono gli invertebrati più abbondanti presenti sulla piattaforma continentale e sul pendio continentale.

La granceola europea si trova nell’Oceano Atlantico nordoccidentale e nel Mar Mediterraneo, oltre che sulla costa africana fino alla Guinea. È quindi una specie esclusiva delle acque salate, motivo per cui non è possibile trovarla in fiumi che sfociano in queste acque.

Comportamento della granceola

La granceola è un crostaceo con abitudini migratorie. Sebbene queste migrazioni non siano particolarmente lunghe (di solito non superano i 100 chilometri), è stato osservato che durante questo periodo diventano gregarie, poiché si recano nei luoghi di riproduzione per accoppiarsi e necessitano di protezione.

In questo momento sono vulnerabili, poiché hanno appena perso il carapace, quindi l’aggregazione diminuisce il pericolo.

È curioso anche il loro comportamento mimetico, in quanto tendono a nascondersi sotto alghe, conchiglie e altri elementi dell’ambiente per passare inosservati. A seconda dell’età, vivono più o meno vicino alla costa, dal momento che gli adulti si spostano verso il mare.

Riproduzione

Le femmine si accoppiano dopo la muta, in autunno, quando il loro nuovo carapace è più morbido, il che a sua volta facilita la conservazione delle uova e la copulazione. I gruppi di granceole migratorie, che di solito contano circa 20 individui, si spostano nei siti di riproduzione e lì le femmine depongono circa 15.000 uova, anche se questo numero può arrivare fino a 30.000.

Le femmine possono deporre le uova 4 volte all’anno.

Al momento della deposizione la femmina fa fuoriuscire anche il seme che il maschio ha depositato nel cosiddetto ricettacolo seminale, dove viene accumulato e conservato fino a 6 mesi. In questo modo si verifica la fecondazione esterna. Successivamente, fa aderire le uova al suo ventre e le trasporta per 7-8 settimane fino alla schiusa.

Stato di conservazione della granceola

Granceola tenuta da una persona.
Maja squinado.

La granceola non è attualmente considerata in pericolo di estinzione. Tuttavia, la sua pesca è regolamentata nella maggior parte dei Paesi e, dal momento che alcune popolazioni hanno iniziato a diminuire, viene anche allevata in cattività per il consumo umano.

In ogni caso, per via del valore sul mercato di questi crostacei, rimane alto il pericolo di uno sfruttamento eccessivo. Proprio per questo non bisogna mai smettere di vigilare su tutto ciò che gli esseri umani fanno a proprio vantaggio: qualunque cosa valga del denaro, se non viene sottoposta ad alcun controllo, tenderà a scomparire in futuro.


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