Una guerra tra animali durata quattro anni
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
Scimpanzé: amore e odio
I protagonisti della guerra tra animali di cui parleremo sono gli scimpanzé, forse tra i primati più conosciuti dato il loro uso nell’industria cinematografica, nella sperimentazione animale e in circhi e zoo.
La celebre primatologa Jane Goodall studia questa specie da più di quarant’anni, durante i quali è stata testimone di straordinarie abilità da parte degli scimpanzé, come usare utensili, piangere per la morte dei propri cari o capire concetti come la giustizia.
Ha anche scoperto, però, che gli scimpanzé possono eguagliare i peggiori crimini della razza umana: infanticidi e omicidi per ottenere il potere. Tra i loro comportamenti meno conosciuti vi è la guerra tra animali.
I comportamenti degli scimpanzé ci ricordano un’altra specie: anche l’essere umano è capace di grandi dosi di altruismo accompagnate da estrema crudeltà.
Preambolo di una guerra tra animali
Nel 1974 scoppiò il conflitto bellico tra primati che Jane Goodall in alcuni suoi libri battezzò come la guerra del Gombe, nome del parco nazionale della Tanzania nel quale ha studiato questi primati.
Dopo più di dieci anni, la Goodall iniziò a osservare che la comunità di scimpanzé oggetto dei suoi studi, con a capo il maschio alfa Mike, cominciava a dividersi. Il declino del regno di Mike avvenne quando sei dei quattordici maschi adulti iniziarono a trascorrere diverso tempo lontani dal gruppo d’origine.
Il nuovo gruppo occupò un territorio a sud rispetto al resto del clan e tra i suoi membri risaltavano due giovani maschi, di nome Hugh e Charlie. I maschi dei due gruppi si evitavano e pattugliavano i nuovi territori sorti, un anticipo della guerra tra animali che sarebbe scoppiata di lì a poco.
L’inizio della guerra tra animali
La Goodall documentò per due anni la divisione del gruppo originale in due comunità, ma era ignara di quello che stava per succedere. Gli incontri dei due gruppi iniziarono a essere sempre più tesi: vocalizzazioni e displays, dimostrazioni della propria rabbia senza arrivare al litigio.
Un pomeriggio del 1974 alcuni primati del gruppo del sud decisero di andare in perlustrazione e si imbatterono in Godi, un maschio del gruppo del nord. Lo raggiunsero con cautela e lo immobilizzarono; quando gli era ormai impossibile difendersi, lo attaccarono per circa dieci minuti.
Dopo averlo lasciato inerte a causa delle gravi ferite e nonostante non rappresentasse in alcun modo una minaccia, uno dei maschi di nome Rodolf prese una grossa pietra e gli diede il colpo mortale.
L’esito della guerra tra animali
Questo primo omicidio fece scoppiare una vera e propria guerra civile durata quattro anni. A poco a poco la comunità meridionale, detta Kasakela, uccise tutti i maschi della comunità settentrionale, o Kahama, e sequestrò tre femmine.
Il conflitto si concluse con lo sterminio dei Kahama, permettendo ai Kasakela di occuparne l’antico territorio.
Questa vicenda ci dimostra chiaramente che questi primati non assomigliano all’uomo solo nella sua capacità di compiere buone azioni, ma anche di uccidere altri membri della propria specie per ottenere il potere.
Insieme ad altri comportamenti tipici di questa specie descritti dalla Goodall, come il cannibalismo, la caccia o l’uso di utensili, la guerra del Gombe rappresenta un fatto storico nello studio del comportamento animale.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.