Ibis sacro, un uccello curioso che ha ispirato miti e leggende

L'Ibis sacro è un uccello curioso venerato anticamente in Egitto e ad oggi presente in molti paesi d'Europa, dove è arrivato per colonizzare. 
Ibis sacro, un uccello curioso che ha ispirato miti e leggende
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

L’Ibis sacro è una delle specie di Ibis più conosciute, la famiglia di uccelli dal becco ricurvo che appaiono in moltissimi disegni dell’Antico Egitto. Si tratta di una specie molto curiosa che vale la pena conoscere. Ecco alcune curiosità sull’Ibis sacro.

Caratteristiche e origini

L’Ibis sacro è un uccello caratteristico dal corpo bianco ma con collo, testa e becco neri. Anche le punte delle piume sono scure, conferendogli un aspetto davvero singolare. L’animale supera un metro di apertura alare e può arrivare a pesare un chilo e mezzo.

Anche le sue zampe sono nere e contribuiscono al suo curioso aspetto. Come è tipico negli uccelli dalle zampe lunghe, è solito assumere pose buffe mentre cerca cibo nelle risaie o nei campi.

Questi animali amano cercare le loro prede nelle zone umide e paludose, e consumano principalmente insetti, vermi, crostacei, molluschi, pesci, rettili e persino rane e uova. Curiosamente, si tratta di un animale molto silenzioso: altri Ibis sono invece molto rumorosi, come è il caso dell’Ibis hadada. I principali nemici dell’Ibis sacro sono gli uccelli rapaci, predatori dei cieli.

Ibis sacro in volo.

Per quanto riguarda la riproduzione, questa specie si accoppia una volta l’anno durante la stagione umida, costruendo un nido con rami di albero (come il baobab) e riunendosi in colonie che contano fino a 1000 esemplari. Le femmine depongono da uno a cinque uova, che incubano alternandosi al loro partner per un mese.

L’Ibis sacro nell’Antico Egitto

Quest’uccello vive nell’Africa subsahariana e nel sud dell’Iraq; nell’Antico Egitto era un simbolo vincolato al dio Thot. Migliaia di esemplari venivano sacrificati e mummificati ogni anno in suo onore, e per raggiungere tali numeri esistevano veri e propri allevamenti dedicati a questa specie.

Un po’ come accadde per le scimmie, si ritiene che gli antichi egizi arrivarono a sacrificare otto milioni di uccelli, motivo per cui si furono costretti all’allevamento intensivo.

L’Ibis sacro è stato oggetto di leggenda fin nell’Antica Grecia, periodo in cui si speculava che si riproducesse con il becco; altri, dicevano che dalle sue uova nascessero basilischi, e ancora che le sue piume avessero il potere di paralizzare i serpenti.

Ibis sacro su una zampa.

L’Ibis sacro, un colonizzatore nato

Gli Ibis sacri sono una specie esotica invasiva e hanno colonizzato diversi paesi molto lontani dalle loro terre d’origine. Ciò è dovuto anche al fatto che negli zoo viene spesso permesso loro di volare liberamente. È possibile vedere colonie selvagge in Florida, Francia, Italia o Spagna, comprese le Canarie.

Ad ogni modo non sono una specie invasiva pericolosa, e nella maggior parte dei paesi le loro colonie non sono controllate.

Anche se questa specie si trova naturalmente anche in Asia, in paesi come lo Yemen, l’Iraq o il Kuwait la loro popolazione è sempre più scarsa; in Africa, al contrario, sono ampiamente diffusi e si stanno espandendo anche negli stati a sud del continente.

La loro capacità di colonizzazione li ha resi una specie a basso rischio di estinzione e per questo non rientrano tra gli animali in pericolo secondo la IUCN. Pr fortuna, il leggendario Ibis sacro continuerà a solcare i nostri cieli ancora a lungo.


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