Il Bonobo, il primate che più ci assomiglia

I bonobo sono primati che si muovono su due gambe, si prendono cura dei piccoli a lungo e vivono in gruppi dal comportamento complesso. Scopriamo di più su questi nostri cugini.
Il Bonobo, il primate che più ci assomiglia

Ultimo aggiornamento: 16 ottobre, 2020

Si dice che il bonobo sia il primate più vicino all’uomo a causa dei suoi comportamenti e modi di fare. In quest’articolo scoprirete tutto quello che c’è da sapere sui nostri “cugini” bonobo.

Caratteristiche fisiche dei bonobo

Il nome scientifico del bonobo è Pan Paniscus, ma è conosciuto anche come scimpanzé pigmeo o scimpanzé nano. Dall’aspetto molto simile allo scimpanzé comune, si distingue da questo per la faccia nera, le orecchie più piccole e le gambe più lunghe.

Una caratteristica particolare di questa specie è che tra esemplari diversi si notano tratti facciali caratteristici, proprio come succede per gli esseri umani.

In linea di massima i bonobo sono alti un metro, hanno le labbra rosa, le narici ampie e i peli lunghi sul capo. A differenza di altre specie, le femmine di bonobo hanno il seno prominente.

Habitat e alimentazione dello scimpanzé pigmeo

Il bonobo vive nelle selve umide e fitte dell’Africa centrale. A causa del costante abbattimento del suo habitat naturale e della caccia intensiva, è considerata una specie a rischio di estinzione e può contare su un sempre minor spazio in cui vivere. Lo si può trovare a nord del fiume Kasai e a sud del fiume Congo, nella Repubblica Democratica del Congo.

Per quanto riguarda la sua alimentazione, sono principalmente frugivori ma possono occasionalmente cibarsi di insetti o catturare piccoli mammiferi, come gli scoiattoli. Non si cacciano tra di loro, al contrario di quanto accade con lo scimpanzé comune.

Due esemplari di bonobo nuotano in acqua.

Le tribù sono suddivise in piccoli gruppi incaricati di procurarsi cibo, e si riuniscono al calar del sole in un punto “centrale”, per dormire.

Abitudini sessuali dello scimpanzé nano

A causa del suo modo di camminare eretto, si dice che si tratti del primate più vicino a noi umani. All’interno delle società di bonobo, le relazioni sessuali giocano un ruolo preponderante. Attraverso di esse si salutano, risolvono conflitti e si riconciliano; sono usate anche come merce di scambio per ricevere “favori” o barattare cibo.

I bonobo hanno abitudini sessuali molto simili a quelle dell’uomo, come baciarsi sulle labbra e avere rapporti “faccia a faccia”.

Un interessante aspetto legato al loro comportamento sessuale è che non formano relazioni stabili con un unico partner. Inoltre, tra di loro esiste un “codice” secondo cui le femmine non possono accoppiarsi con i propri figli, mentre i maschi sì, a prescindere dall’età.

Sebbene la loro attività sessuale sia maggiore rispetto ad altri primati, ciò non si traduce in un maggior tasso di riproduzione. Emerge il fatto che l’attività sessuale funga da meccanismo per rinforzare il nucleo familiare e contrastare la violenza, piuttosto che volto unicamente alla riproduzione.

Primo piano di esemplare di bonobo maschio.

Comportamento sociale dei bonobo

Uno dei comportamenti che richiama maggiormente l’attenzione di scienziati e ricercatori è quello conosciuto come “contatto affiliativo” o “consolazione” verso un esemplare che è stato vittima di un’aggressione o un incidente.

Il bonobo mette in atto una serie di atteggiamenti di conforto nei confronti di un altro esemplare ferito o aggredito per alleviare il suo stress ed evitare futuri conflitti. Si tratta di un gesto che potremmo definire popolarmente come un “metterci la pezza” affinché una situazione non peggiori.

Un’altra particolare caratteristica di questa specie è che le femmine, nonostante siano di dimensioni inferiori rispetto agli uomini, godano di uno status sociale maggiore rispetto ai loro compagni. Inoltre è molto forte il vincolo madre-figlio, al punto che i cuccioli vengono allevati fino ai 5 anni.

Infine, segnaliamo che i bonobo hanno un’alta consapevolezza di se stessi. Comunicano fra di loro con suoni e tramite espressioni facciali o gesti con le mani.

All’interno di un centro di accoglienza per primati sono state insegnate ben 500 parole a due esemplari di scimpanzé pigmeo, i quali hanno imparato ad esprimersi usando una tastiera speciale. È grazie alle loro incredibili somiglianze con l’essere umano che la comunità scientifica sostiene che debbano avere i nostri stessi diritti.


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