Il cimitero di pinguini in Antartide
Esiste un immenso cimitero di pinguini nella regione antartica, scoperto nell’inverno del 2016 da un gruppo di esploratori iscritti all’Università della Scienza e Tecnologia cinese.
Un vero e proprio cimitero di pinguini mummificati, secondo uno studio, come conseguenza degli effetti del cambiamento climatico.
In questo articolo vi raccontiamo tutti i dettagli di questa incredibile storia.
I cadaveri dei poveri animali sono stati ritrovati, perfettamente conservati, nella penisola di Long, nell’Antartide Orientale. I resti mummificati della maggior parte dei pinguini conservano ancora la pelle e buona parte del piumaggio.
La presenza di centinaia di pinguini mummificati ha confuso e richiamato l’attenzione di molti scienziati. Lo sterminio non sembra causato da una malattia tanto potente da uccidere tanti pinguini, né tantomeno dalla voracità di un predatore particolarmente cruento.
Stando a quanto sostenuto dall’equipe del Dr. Liluang Sun (leader dello studio) è probabile che la causa della morte sia da attribuire al cambiamento climatico.
Due terribili stagioni della pioggia sembrano essere stata la causa della morte di centinaia di pinguini. A trasformarli in mummie, ci avrebbe pensato il freddo glaciale dell’Antartide.
I pinguini Adelia
I pinguini sono generalmente animali abituati a climi gelidi e inospitali. Per questo motivo abitano in Antartide senza nessun problema.
Eppure, negli ultimi 1.000 anni, il clima sta rapidamente cambiando a livello globale.
Questi cambiamenti generano variazioni brusche e consistenti in zone climatiche in precedenza stabili.
Il cambiamento climatico costituisce un pericolo molto grande per i pinguini, abituati come sono a temperature polari e a climi secchi.
Non c’è da stupirsi quindi se la specie sia minacciata.
Il dipartimento di Scienze della Terra, di cui fa parte il Dr. Sun, ha portato a termine diversi studi sostenendo come negli ultimi 1.000 anni si siano verificati in Antartide almeno un paio di eventi climatici estremamente piovosi e nevosi.
La maggior parte dei corpi mummificati ritrovati appartengono a cuccioli di pinguino. Piccole creature non ancora dotate del piumaggio impermeabile di cui dispongono gli esemplari adulti.
Per questo motivo, i cuccioli sono molto più suscettibili a pioggia e neve. Se uno di loro si bagna, il vento gelato potrebbe portarlo all’ipotermia.
L’equipe investigativa del Dr. Sun è convinta che sia stata proprio l’ipotermia il motivo più probabile della morte di tutti questi pinguini.
Un cimitero di pinguini
È molto facile trovare resti di pinguini Adelia (piume e ossa) in Antartide. In fin dei conti, si tratta dell’habitat principale di questi esemplari di pinguini.
Eppure è molto strano trovare una quantità di resti tanto grande nella stessa area e per di più risalenti tutti allo stesso momento.
Il cimitero di pinguini non può che indicare una morte di massa e simultanea degli animali.
Il processo di datazione tramite carbonio ha rivelato come i pinguini siano morti in due momenti distinti.
Una parte all’incirca 750 anni fa, mentre gli altri non più di 200 anni fa.
Dopo aver analizzato anche i sedimenti dei resti mummificati, gli studiosi hanno scoperto come i pinguini sopravvissuti abbiano spostato le loro colonie lontane dal luogo del massacro.
Comprendere il comportamento passato dei pinguini può aiutare a prevedere il loro comportamento futuro in situazioni di crisi.
Gli studiosi fanno leva proprio su questi studi per cercare di sviluppare strategie di prevenzione e protezione della fauna.
Attualmente, le squadre di esperti che stanno seguendo il caso dei pinguini Adelia arrivano soprattutto da Cina e Australia.
Un mondo che si scalda
Gli studi rivelano che i pinguini, per sopravvivere, necessitano di climi secchi e freddi. Davanti alla dura realtà del surriscaldamento globale, il futuro di questa specie di pinguini non è decisamente dei più rosei.
“In generale, si pensa che l’attuale surriscaldamento globale non solo continuerà, ma peggiorerà. Mentre questi cambiamenti scaldano il pianeta, l’Antartide sarà colpito sempre più da neve e pioggia. E questo farà aumentare il rischio di morti di massa tra la popolazione di pinguini”, ha dichiarato il Dr. LiLuang Sun.
I pinguini Adelia sono originari della regione antartica, il loro unico habitat. Attualmente, secondo gli studiosi, si contano all’incirca 250 zone di riproduzione. Questo può far star tranquilli almeno per quanto riguarda un eventuale imminente pericolo di estinzione.
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), considera il pinguino Adelia tra le specie meno a rischio di estinzione.
Nessun pericolo imminente, dunque, anche se i bruschi cambiamenti climatici non possono non essere considerati come minacce più che reali per la sopravvivenza della specie.
Tra il 2013 e il 2014 sono morti tutti i cuccioli nati durante quelle stagioni riproduttive a causa di incessanti piogge e nevicate continue. I cuccioli di pinguini non possono sopravvivere all’ipotermia.
Se pioggia e neve non caleranno, il numero totale di esemplari di questa specie andrà via via diminuendo, rendendo il cimitero di pinguini sempre più affollato.
Il Dr. Sun ha lanciato un allarme all’umanità per sensibilizzare sull’argomento e trovare delle soluzioni al surriscaldamento globale, da cui le vite dei pinguini Adelia dipendono.
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There Are Hundreds of Ancient, Mummified Penguins in Antarctica – https://www.livescience.com/63525-penguin-mummies-antarctica.html
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