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Il complesso respiratorio suino: una malattia grave dei maiali

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Tra le tante malattie che può trovarsi ad affrontare il veterinario di un allevamento di maiali, quelle multifattoriali sono le più difficili da diagnosticare. Tra queste si distingue il complesso respiratorio suino.
Il complesso respiratorio suino: una malattia grave dei maiali
Érica Terrón González

Scritto e verificato la veterinaria Érica Terrón González

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

In Italia, il settore suino è uno dei più importanti legati all’allevamento, in termini di vendita come di produzione. Per questa ragione, lo studio delle malattie che colpiscono questi animali assume un’importanza così grande. Tra queste, è importante segnalare il complesso respiratorio suino.

Alcune informazioni sul complesso respiratorio suino

A partire dal XX secolo, sappiamo che molte malattie infettive non vengono provocate da un unico microrganismo, e si parla quindi si complessi multifattoriali. All’interno della specie suina, una delle malattie polimicrobiche più rilevanti è rappresentata dal complesso respiratorio suino (d’ora in poi, CRS), del quale fanno parte:

Esiste una serie di meccanismi patogenetici che favoriscono questo tipo di malattie, come:

  • Le sinergie dei diversi agenti.
  • Il blocco del sistema immunitario.
  • Le alterazioni della mucosa respiratoria.
  • Le alterazioni metaboliche, fisiologiche e fisiche.
  • La liberazione di componenti infiammatorie che accrescono la gravità della malattia.

Descrizione del complesso respiratorio suino

Questa malattia rappresenta uno dei quadri clinici più complessi e dalle maggiori ripercussioni negative nell’allevamento dei suini.

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Si tratta di una patologia molto frequente negli allevamenti intensivi di suini, per quanto sia presente anche, in misura minore, negli allevamenti estensivi. Provoca perdite economiche considerevoli, che derivano dal ritardo nell’aumento di peso degli animali e dalle molteplici necessità poste dall’abbattimento.

Patogeni primari

All’interno del CRS sono presenti patogeni primari, in grado di alterare i meccanismi di difesa e di stabilirsi nell’ospite suino. Se si tratta degli unici patogeni coinvolti nello sviluppo della malattia, generalmente quest’ultima ha breve durata.

Il problema consiste nelle complicazioni che si sviluppano in seguito alla presenza di patogeni secondari od opportunisti. Questo fenomeno genera perdite economiche molto più consistenti.

Patogeni opportunisti

Gli altri patogeni sono considerati “opportunisti” perché traggono vantaggio dai fattori virulenti di quelli primari per scatenare a loro volta una malattia.

In base alle interazioni e alla complessità del processo, alcuni microrganismi possono comportarsi come agenti “primari” oppure come “opportunisti”. Altri, invece, si legano inequivocabilmente a una sola delle due categorie.

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L’evoluzione del complesso respiratorio suino

Nel corso degli ultimi 30 anni, l’allevamento dei suini ha subito cambiamenti sostanziali. Si è passati da una produzione estensiva a una proliferazione di allevamenti intensivi caratterizzati da una grande densità di animali. Questo fenomeno favorisce la diffusione di malattie respiratorie.

Fattori che favoriscono la comparsa della malattia

In primo luogo, il sovraffollamento, unito a una ventilazione insufficiente, diventa un potente alleato dello stress. A questo fattore si aggiungono, in secondo luogo, livelli elevati di polvere e ammoniaca, che generano un impatto negativo sull’apparato respiratorio dei maiali.

In terzo luogo, ulteriori fattori negativi, come il flusso costante di animali, con l’arrivo e la partenza continui di individui, non fanno che accelerare la diffusione delle malattie. Inoltre, la maggior parte degli agenti patogeni respiratori sono particolarmente pervasivi: di conseguenza, diventa quasi impossibile trovare gruppi di animali che ne siano completamente liberi.

Momenti critici per il complesso respiratorio suino

Anche quando le condizioni sanitarie vengono portate all’estremo, esistono dei momenti critici per la comparsa del complesso. Per esempio, nel periodo in cui cala l’immunità materna, dopo lo svezzamento, quando i maialini da latte sono maggiormente predisposti a subire il contagio.

A loro volta, le malattie possono fare il loro ingresso attraverso dei vettori, nuovi animali o animali selvatici, oppure mediante gli stessi addetti alla produzione dell’allevamento.

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Conclusione

In conclusione, l’eziologia multifattoriale del CRS può variare non solamente da paese a paese, ma anche tra i diversi sistemi di produzione. Inoltre, all’interno dello stesso allevamento, può subire variazioni nel corso del tempo. Di conseguenza, il suo studio, per quanto necessario, si rende altamente complesso.


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