Il Minotauro è esistito davvero? La risposta tra scienza e leggenda
Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García
Le credenze sulla mitologica figura con corpo di uomo e testa di toro si sono diffuse per secoli in tutto il mondo. Alla domanda che in molti si pongono, se il Minotauro sia esistito realmente, la risposta della scienza è senz’altro negativa. Ma secondo l’immaginario collettivo e le tradizioni tramandate oralmente la verità potrebbe essere un’altra.
Una delle favole più conosciute nella mitologia è proprio quella del Minotauro, che narra le avventure di Minosse, della sua sposa Pasifae e del toro di Creta. Secondo il mito, il Minotauro nacque dall’ira del dio Poseidone.
Il Minotauro è esistito davvero?
Un inganno allo scoperto
Il mancato compimento da parte di Minosse della promessa di sacrificare a nome di Poseidone un magnifico toro bianco venuto dai mari, fece infuriare il dio. Era il tributo che il re doveva al dio dei mari per avergli permesso di salire al trono, dopo la morte del padre Asterio. Al posto del toro, Minosse sacrificò un altro animale del suo bestiame.
Per vendicarsi dell’inganno subito, Poseidone ispirò in Pasifae, moglie di Minosse, una passione incontenibile per il toro di Creta, del quale rimase incinta. Da questa unione nacque il Minotauro, mostruoso selvaggio dal corpo di uomo e la testa di toro che si nutriva soltanto di carne umana.
Fin dal principio della storia, appare il personaggio chiave di Dedalo, artigiano e architetto che costruì la giovenca in legno dentro cui Pasifae consumò la sua unione con lo splendido animale emerso dai mari. La pelle di mucca riposta sulla costruzione servì a confondere il toro.
Secondo il mito greco, Dedalo fu anche incaricato di costruire il labirinto di Creta nella città di Cnosso, un complesso intreccio di corridoi in cui fu abbandonato, al centro della struttura, il Minotauro.
Le condizioni della resa
La morte ad Atene del figlio di Minosse, Androgeo, dopo essere stato incoronato campione in una competizione olimpica, scatenò l’ira del padre. Minosse dichiarò guerra agli ateniesi, che sconfisse anche con l’aiuto della peste che all’epoca flagellava la città.
Le condizioni imposte per la resa comprendevano il sacrificio di 14 giovani ateniesi. Ogni sei anni, sette giovinetti e sette donzelle sarebbero stati dati in pasto al Minotauro. Abbandonati nel labirinto, erano costretti a vagare per giorni senza poterne uscire. Raggiunto il mostro, venivano divorati senza pietà.
Il mito di Teseo e Arianna
Teseo, figlio del nono re di Atene chiamato Egeo, si offrì di liberare il suo popolo dalla condanna imposta da Minosse. Per farlo, si propose volontario nel terzo gruppo di 14 giovani che si apprestavano ad entrare nel labirinto di Creta.
Ed ecco che Dedalo appare di nuovo nel mito. Su richiesta di Arianna, la figlia di Minosse perdutamente innamorata di Teseo, l’architetto garantì una via d’uscita all’amato: un lungo gomitolo di cui un’estremità fu data al giovane, mentre l’altra legata all’entrata. Con in mano il filo, Teseo si svincolò facilmente nel labirinto, uccidendo il Minotauro e ritrovando la via d’uscita.
Il Minotauro è esistito davvero?
A Creta esiste una località sotterranea composta da corridoi e passaggi che si intrecciano. L’unico modo di snodarsi al suo interno è tramite dei cavi. Nella sua sala centrale, simile a quella descritta nel mito, sono incisi alcuni nomi e si trovano dei manoscritti che certificano l’esistenza del re Minosse.
I corridoi, tuttavia, non sono stati ricondotti al labirinto di Creta, il carcere che ospitò il Minotauro. Nel sito archeologico di Cnosso a Creta, scenario della famosa leggenda, non sono mai state trovate tracce del labirinto. Non esistono neanche resti artistici che testimonino la presenza del Minotauro e dei fatti a lui legati.
In queste circostanze, è la memoria astratta a prendere protagonismo. Molte volte le favole, i miti e le leggende nascono da eventi reali che vengono trasformati dall’immaginario collettivo, nel tentativo di dare spiegazioni a fatti inspiegabili di ogni epoca.
Il Minotauro viene spesso associato alla metafora di una situazione dalla quale è difficile sfuggire. Ma è esistito realmente? Per la scienza, considerando l’impossibilità di concepimento tra una donna e un toro, la risposta è no.
Le leggende, per quanto basate su personaggi fantastici e inesistenti, sono simbolo di situazioni che noi umani affrontiamo quotidianamente. Per questo diventano una fonte infinta di saggezza che ci permette di tramandare valori fondamentali di generazione in generazione.
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