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Il weta, uno degli insetti più grandi del pianeta

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Il weta, abitante notturno della Nuova Zelanda, è un insetto sorprendente in quanto a dimensioni
Il weta, uno degli insetti più grandi del pianeta
Alejandro Rodríguez

Scritto e verificato il biotecnologo Alejandro Rodríguez

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

In Nuova Zelanda vive una creatura che sembra essere uscita da un film o da un racconto di fantasia, il weta. La verità è che è possibile trovare questo insetto in moltissime zone del continente neozelandese e, per via delle sue dimensioni, non passa certo inosservato.

In questo articolo vi parliamo del weta, uno degli animali simbolo della Nuova Zelanda.

Cos’è il weta?

Se ci atteniamo alla sua classificazione, weta è in realtà il termine usato per raggruppare oltre 70 diverse specie appartenenti a due famiglie di insetti: Anostostomatidae e Rhaphidophoridae.

Così come avviene per molti animali che vivono in Nuova Zelanda, il termine weta deriva dal linguaggio maori. Gli ultimi studi condotti a partire da fossili fanno risalire le origini di queste creature nel periodo Triassico, oltre 190 milioni di anni fa.

Caratteristiche generali del weta

Tra tutti gli insetti esistenti, il weta ha l’onore di essere tra i più grandi. Alcuni esemplari del cosiddetto weta gigante (Deinacrida fallai) arrivano a misurare fino a 20 centimetri di lunghezza. Osservandone la morfologia, possiamo accostare questa specie per somiglianza a cavallette o grilli.

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Alcune caratteristiche che queste specie hanno in comune sono l’incapacità di volare (dovuta in parte al loro peso) e le abitudini notturne. Di giorno preferiscono rimanere nascosti per poi procurarsi cibo durante la notte. La dieta di questi insetti varia a seconda della specie: alcuni sono onnivori, mentre altri si cibano di sostanze vegetali come frutta, foglie o semi.

La criptobiosi: come sopravvivere all’inverno

Se questi animali colpiscono per la loro morfologia fuori dal comune, il loro meccanismo di adattamento a ogni temperatura è ancora più sorprendente. Quando arriva il freddo invernale, il weta sopravvive grazie a un processo chiamato criptobiosi.

Questo meccanismo implica la sospensione temporanea delle funzioni interne all’organismo, grazie alla quale il weta riesce a sopravvivere senza problemi alle basse temperature. Questo processo impedisce al freddo di congelare l’acqua presente nelle cellule dell’animale, facilitandone la sopravvivenza. Uno straordinario meccanismo presente anche in altre specie di insetti, così come in batteri e semi di piante.

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Quali specie esistono?

Il primo esemplare di weta che presentiamo è il weta gigante. In realtà, come detto prima, stiamo utilizzando un termine che ingloba 11 specie distinte, appartenenti al genere Deinacrida. Questo enorme insetto può arrivare a pesare fino a 30 grammi, ed esistono documentazioni riguardo alla cattura di un esemplare di 70 grammi. È facile trovarlo ad alta quota come sull’Isola del Sud, o nelle isolette vicine.

Il weta albero è un altro esemplare molto rappresentativo di questa specie. Appartenente alla famiglia degli Hemideina, questo insetto è solito vivere sugli alberi, in gruppi formati da un maschio e diverse femmine. Presenta una robusta mandibola, che non esita a usare se minacciato. Di weta albero se ne conoscono attualmente sette specie distinte.

Chiudiamo con lo spettacolare tusked weta, un esemplare dotato di lunghe zanne che si estendono nei maschi a partire dalla mandibola. Quando si genera una disputa tra esemplari maschili, questi utilizzano le zanne per attaccare. Si tratta di insetti soprattutto carnivori, la cui dieta è a base di vermi e altri insetti. Come il weta albero, anche questa specie è solita vivere tra le pieghe della corteccia delle piante.


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  • Pratt, R. C., Morgan-Richards, M., & Trewick, S. A. (2008). Diversification of New Zealand weta (Orthoptera: Ensifera: Anostostomatidae) and their relationships in Australasia. Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences363(1508), 3427-3437.

 

  • Watts, C., Stringer, I., Sherley, G., Gibbs, G., & Green, C. (2008). History of weta (Orthoptera: Anostostomatidae) translocation in New Zealand: lessons learned, islands as sanctuaries and the future. In Insect Conservation and Islands (pp. 165-176). Springer, Dordrecht.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.