Istrice: caratteristiche, abitudini e curiosità
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
L’istrice (Hystrix cristata) è un roditore molto popolare. La sua fama si deve al suo aspetto assai particolare. Come sapete, infatti, l’intero corpo è coperto di aculei appuntiti che rappresentano uno scudo impenetrabile contro possibili minacce. Una temibile arma di difesa che rende l’istrice una preda molto complicata per coloro che cercano di cacciarlo.
L’istrice è un porcospino: differenze con il riccio
In zoologia, con il termine “porcospino” si identificano varie specie di mammiferi che, proprio come l’istrice, hanno il corpo ricoperto da spine. Queste, per la loro conformazione, vengono chiamate spine cornee. All’interno di questa famiglia troviamo il riccio (nelle varietà comune, orientale e algerino), il porcospino americano e, dunque, l’istrice di cui parliamo in questo articolo.
Normalmente, quando parliamo di ricci, parliamo di animali molto più piccoli, spine meno voluminose e che circondano il loro intero corpo, in modo uniforme. Tuttavia, i porcospini e gli istrici hanno punte molto più lunghe e quindi più flessibili.
Le spine di questi animali hanno una struttura a grappolo e ricrescono nel momento in cui vengono lanciate. Sono ricoperte da cheratina in entrambe le specie. Si ritiene che le spine dei porcospini abbiano capacità antibiotiche, che aiuterebbero questi animali in caso di autolesionismo.
Un animale africano?
Una delle caratteristiche più curiose dell’istrice è la sua distribuzione. Sicuramente molti pensano che viva in qualche continente esotico, come l’Africa. Infatti è proprio così: l’istrice vive in molte regioni del continente africano come, ad esempio, il Marocco.
Tuttavia, uno dei fatti più curiosi è che vive anche in Europa, in particolare ci sono molte popolazioni distribuite in Italia. L’origine di queste colonie è avvolta nel mistero. Infatti, i reperti fossili confermano la presenza di istrici in Europa, ma si ritiene che siano stati i romani, probabilmente, ad aver introdotto questo animale nel Vecchio Continente.
La strategia di difesa degli istrici
Questa strategia è innescata da molteplici stimoli, come odori sospetti, suoni o movimenti improvvisi. La sua difesa consiste in una serie di esibizioni comportamentali: il sollevamento delle spine, lo stridere dei denti, l’emissione di odori e, infine, l’attacco.
Per via della forma del corpo, dell’odore e dei colori, spesso i suoi predatori possono confondere l’istrice con una puzzola. Un piatto certamente poco prelibato per chi caccia questo mammifero. Ad ogni modo, questo porcospino non ha certamente bisogno di essere scambiato per un altro animale, visto l’efficace“armamento” che possiede.
Quando l’istrice si sente minacciato, innalza le sue spine al massimo, con l’obiettivo di sembrare più grande , mentre fa rumore muovendo e battendo i denti. Poi, se il nemico avanza, ricorre a un forte odore che emana dalla pelle. L’ultima mossa è l’attacco vero e proprio, messo in pratico da una carica contro il nemico con tutti gli aculei drizzati.
Miti e verità sulle spine dell’istrice
È importante notare che le spine dell’istrice non sono velenose né possono essere lanciate, sebbene le lesioni che causano siano dovute a infezioni. Ci sono più casi di leoni o serpenti che non sono stati in grado di uccidere uno di questi animali, e che sono morti vittime delle infezioni causate delle molteplici lesioni frutto del contatto con gli aculei.
Infatti, sebbene siano casi molto isolati, questi animali non hanno solo ucciso grandi felini e iene, ma anche persone. Ecco perché occorre stare estremamente attenti se ne incontrate uno. Meglio non infastidirlo.
Altri comportamenti curiosi
Una delle cose più sorprendenti dell’istrice è che non ha paura dell’acqua e, in effetti, sa persino nuotare. Sono animali notturni e monogami. La loro dieta è erbivora: consumano radici, foglie, bulbi e frutta.
Un altro dei loro comportamenti più enigmatici è che raccolgono le ossa. Nonostante siano erbivori, è stato visto come questi animali raccolgono ossa di altre specie e le conservino. Si ritiene che siano abituati a rosicchiarle, il che consentirebbe loro di limare e affilare i denti, assumendo allo stesso tempo buone quantità di calcio.
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