La dieta del panda gigante è davvero solo bambù?
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
La dieta del panda gigante, si sa, consiste principalmente di bambù. Tuttavia, uno studio recente suggerisce che gli antenati di questo animale non mangiavano solo questa pianta, ma anche carne e altri tipi di piante. Scopriamo insieme cosa è cambiato nella dieta del panda gigante.
L’evoluzione della dieta del panda gigante
Il panda gigante è un animale particolare: sebbene sia classificato come carnivoro per la sua anatomia, in realtà è un animale erbivoro che si nutre solo di bambù. La sua dieta è composta da più di 30 specie di questa pianta, a cui vengono aggiunti anche insetti o addirittura uova.
Pare che la dieta del panda gigante sia cambiata molti anni fa. Il suo passato carnivoro è uno dei motivi per cui il suo apparato digerente non riesce a digerire la cellulosa contenuta nelle piante.
Ecco perché la digestione del panda gigante è molto lenta ed impiega fino a 14 ore al giorno per mangiare quasi 40 chilogrammi di bambù. La sua mascella è forte abbastanza da rompere questi tronchi legnosi, ma purtroppo affronta una digestione molto pesante.
Se da un lato la dieta del panda gigante ha un grande vantaggio per la sopravvivenza di questa specie perché è esclusiva, quindi ha poca concorrenza, dall’altro, però, la dipendenza da una pianta così specifica la mette a rischio e limita le aree in cui ottenere il cibo.
Uno studio recente cambia la prospettiva
Uno studio recente suggerisce che la dieta del panda gigante fosse piuttosto diversa non molto tempo fa. I risultati sono stati ottenuti grazie alle analisi isotopiche effettuate sia su fossili che su esemplari viventi da parte del team dell’Accademia Cinese delle Scienze, che ha potuto confrontare la dieta di questi animali con quella dei loro antenati.
Grazie a queste analisi isotopiche, i ricercatori hanno scoperto che la dieta del panda gigante e dei suoi antenati sarebbe cambiata in due occasioni: da onnivora, quindi basata sul consumo di carne, a erbivora nel primo caso, e poi da erbivora a settoriale, specializzata nel bambù, nella seconda occasione.
Quindi, mentre tradizionalmente si pensava che gli antenati di questa specie fossero carnivori, ora si scopre che questa dieta risale a due milioni di anni fa. Infatti, lo studio suggerisce che la dipendenza del panda dal bambù potrebbe essersi verificata 5.000 anni fa, nella fase preistorica più recente.
Le ragioni non sono chiare e lo studio appare a tratti poco chiaro. Inoltre, il cambiamento nella dieta del panda gigante potrebbe coincidere con l’avanzare degli insediamenti umani nella Cina meridionale.
Una specie in via di estinzione
Il panda gigante è una specie solitaria che si riunisce solo durante la stagione riproduttiva. I panda infatti non condividono il territorio e, a differenza di altre specie di orsi, non vanno in letargo.
Questo mammifero è considerato un simbolo nella salvaguardia delle specie a rischio, dato che è anche l’animale scelto per il logo del World Wildlife Fund (WWF).
Nel corso degli anni la Cina ha investito notevoli risorse per la sua conservazione, tanto che oggi il panda non è più considerata una specie a rischio. A Sichuan esiste addirittura un centro con 100 esemplari allevati in cattività e la pena per chi li caccia è di 20 anni di prigione.
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