La fauna del deserto del Gobi
Ci sono diverse regioni inospitali sul nostro pianeta, come nel caso di questa area desertica che si estende tra Cina e Mongolia. Nel seguente articolo vi sveleremo come si compone la fauna del deserto del Gobi.
Stiamo parlando di uno dei deserti più grandi e importanti del mondo, a livello biologico, storico e culturale. Ecco perché è importante conoscere meglio la fauna del deserto del Gobi. Vi aiuterà a capire in che modo gli animali che vivono qui, sono riusciti a proliferare ed evolversi in simbiosi con questo habitat decisamente ostile.
Com’è la fauna del deserto del Gobi?
Assai meno popolare rispetto al Sahara, il deserto del Gobi ha una superficie di oltre un milione di km². È un’area con condizioni climatiche più che estreme: tra giorno e notte ci può essere una differenza di temperatura di 40 gradi!
Per questo motivo, la fauna del deserto del Gobi ha dovuto fare tutto il possibile per adattarsi e sopravvivere in un luogo così proibitivo. Tra tutti gli animali che ci sono riusciti, sicuramente non potete perdervi questi cinque:
1. Cammello battriano selvatico
È indubbiamente uno dei massimi rappresentanti della fauna del deserto del Gobi. Allo stesso tempo, però, è anche uno degli animali nativi che si trova in maggior pericolo di estinzione.
Il cammello battriano selvatico – nell’immagine che apre questo articolo – vive in questa regione da milioni di anni. Ha abitudini diurne: di notte dorme in spazi aperti per evitare eventuali pericoli. Le femmine formano mandrie di massimo 30 individui, mentre i maschi sono prevalentemente solitari.
La sua dieta si basa su erbe, cespugli, vegetazione secca, piante spinose o con alto contenuto di sale. Durante la stagione favorevole immagazzina molto grasso, nelle sue due gobbe, e questo gli permette di sopravvivere all’inverno.
2. Orso del Gobi
Sfortunatamente, anche l’orso del Gobi è a rischio di estinzione, dal momento che la sua popolazione non supera i 45 individui (30 adulti e 15 giovani). Esiste un piano di protezione e conservazione di questa specie Ursus arctos gobiensis che li ha isolati dagli altri orsi bruni, che sono i loro parenti più stretti. L’obiettivo è favorire la riproduzione in libertà di questo animale, evitando però l’incrocio con altre varietà.
Il cosiddetto orso “mongolo” si nutre di piante, bacche e radici e, solo occasionalmente, di roditori. È di color marrone e il suo mantello è spesso. I maschi pesano circa 140 chili e le femmine quasi la metà (80 chili), un chiaro esempio di dimorfismo sessuale.
3. Gerbillo della Mongolia
Questo roditore è uno degli animali più rappresentativi della fauna del deserto del Gobi. Sembra simile a un topo, ma con una pelliccia più spessa e la coda lunga. Preferisce le aree sabbiose e asciutte, dove si è adattato per camminare, saltare e costruire tane profonde, che utilizza per proteggersi dal calore del giorno. Di notte lascia questi rifugi per nutrirsi, andando in cerca di semi e vegetali.
Il gerbillo della Mongolia è molto territoriale, specialmente gli esemplari femmina durante il periodo del “calore”. Possono persino arrivare ad attaccare i maschi e altri simili fino a quando ne procurano la morte. Per distinguere i due sessi è necessario prestare attenzione alla zona genitale, poiché maschi e femmine possiedono la medesima morfologia.
Negli ultimi tempi, questo gerbillo è diventato un animale domestico molto popolare. Ciò si deve al fatto che è molto pulito e non emana cattivo odore. Inoltre è possibile gestire una coppia di questi animaletti in modo molto semplice, sempre se la gabbia che viene allestita è sufficientemente grande.
4. Asino selvatico asiatico
Conosciuto anche come onagro o hemion, l’asino selvatico asiatico vive nelle steppe, tra le montagne e, naturalmente, nel deserto del Gobi. È più robusto di quello domestico e la sua testa è particolarmente grande. Ma, nonostante la sua consistenza fisica, può raggiungere la sorprendente velocità di 70 km/h anche se per brevi tratti. Si sposta attraversando intere aree desertiche in cerca di cibo o acqua. Come il cammello battriano, può resistere diversi giorni senza bere.
L’asino selvatico vive in gruppi di massimo 12 esemplari, dominati da uno stallone maschio, l’unico autorizzato a riprodursi. In ogni stagione, le femmine danno alla luce un solo cucciolo alla volta, che viene obbligato a lasciare la famiglia quando raggiunge i due anni di età. Il suo principale predatore è il lupo, seguito ovviamente dall’uomo, che lo caccia per la sua carne e la pelle.
5. Cavallo di Przewalski
Concludiamo la nostra interessante rassegna dedicata alla fauna del deserto del Gobi, con un altro equino. Questa volta vi parliamo dell’unica sottospecie selvaggia di cavallo, esistente ancora oggi. Prende il nome dal naturalista russo che scoprì quest’antichissima razza, nel lontano 1881.
Il cavallo di Przewalski ha le zampe più corte rispetto ai suoi parenti domestici, mentre la sua testa è decisamente più grande. Il manto è corto e di color marrone scuro, il muso è bianco e la criniera e la coda sono nere. Al garrese, la sua misura varia dai 122 ai 142 centimetri e il peso si aggira tra i 200 e i 340 chilogrammi circa.
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