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La febbre maculosa delle Montagne Rocciose trasmessa dalle zecche

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La febbre maculosa è la febbre maculata più pericolosa presente in Occidente, in grado di provocare infezioni così gravi da essere mortali.
La febbre maculosa delle Montagne Rocciose trasmessa dalle zecche
Ultimo aggiornamento: 06 agosto, 2020

Causata da un microbo presente nelle zecche, la febbre maculosa delle Montagne Rocciose è una zoonosi endemica degli Stati Uniti, di cui si sono manifestati casi anche nel resto del continente americano. Leggete questo articolo per informarvi sull’argomento.

Che cos’è la febbre maculosa delle Montagne Rocciose?

Il batterio Rickettsia rickettsii  è il microrganismo che ha il “compito” di provocare la malattia nota come febbre maculosa delle Montagne Roccciose. Viene chiamato in questo modo perché ha fatto la propria comparsa nelle zone boschive degli Stati Uniti.

Si tratta delle febbre maculata più pericolosa di tutto l’Occidente e il suo vettore di trasmissione è la zecca. Anche se oggi sono disponibili dei trattamenti a base di antibiotici in grado di contrastare questa malattia, in realtà in un quinto dei casi questa non viene diagnosticata in tempo. Le conseguenze possono sfociare in una infezione acuta generale e arrivare a provocare la morte.

La febbre maculosa è maggiormente diffusa tra i bambini e gli adulti che vivono negli Stati Uniti. L’incidenza della malattia è superiore quando si è esposti alla presenza di animali che ospitano delle zecche, come accade spesso nei rifugi per animali.

Contagio e sintomi

La malattia si trasmette quando una zecca infetta (principalmente la zecca del cane americana) punge una persona. La trasmissione può avvenire anche quando si entra in contatto con il sangue o le feci di un animale malato. Non esiste il contagio da persona a persona.

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Affinché il microbo Rickettsia rickettsii riesca a fare il proprio ingresso nell’organismo umano è necessario che la zecca infetta rimanga in contatto con la pelle per un periodo di almeno quattro o sei ore. Il che può accadere durante la notte, senza che ce ne rendiamo conto.

I batteri entrano nelle cellule dell’organismo ospite e i primi sintomi della febbre maculosa possono comparire a partire da due settimane dopo la puntura. La malattia è caratterizzata da una febbre alta improvvisa che può durare diverse settimane.

Altri segni che indicano la presenza di infezione sono un mal di testa molto intenso, forti dolori muscolari, affaticamento, brividi ed eruzioni o sfoghi cutanei che si manifestano sotto forma di macchie rosse rosse sulla pelle. Queste ultime compaiono sulle gambe e le braccia, anche se si estendono fino alle palme delle mani e alle piante dei piedi, al tronco e al resto del corpo.

Esistono poi alcune manifestazioni meno frequenti che colpiscono le persone che non vengono trattate in tempo. Questi sintomi sono l’aumento di volume della milza o del fegato, la coagulazione intravasculare disseminata (che a volte può essere mortale) e l’abbassamento del numero di piastrine nel sangue.

Il trattamento per la febbre maculosa delle Montagne Rocciose comprende l’uso di antibiotici come il Cloramfenicolo e la Tetraciclina.

Come è possibile prevenire la febbre maculosa delle Montagne Rocciose?

È fondamentale evitare tutti i luoghi nei quali possono proliferare le zecche: boschi e giardini dal manto rigoglioso, allevamenti di animali domestici, rifugi di animali o perfino case nelle quali vivono molti cani in un spazio ridotto.

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Se per qualche motivo ci rechiamo in uno di questi luoghi, possiamo prevenire la puntura di zecca indossando pantaloni lunghi rimboccati nei calzini. Oppure possiamo utilizzare calzature e camicie dalle maniche lunghe rimboccate nei pantaloni. Un’altra precauzione molto efficace può essere rappresentata dall’uso di repellenti per insetti.

Quando ci troviamo all’aria aperta o in luoghi nei quali sono presenti molti cani, ogni due o tre ore è bene controllare di non avere nessuna zecca attaccata ai vestiti o alla pelle. In quest’ultimo caso, è necessario adottare delle contromisure per rimuoverle: afferrare il corpo del parassita con delle pinze nel punto più vicino possibile in cui quest’ultimo si è afferrato alla pelle.

Alcune persone le avvolgono in un batuffolo di cotone o in un panno imbevuto di alcol. Quando la zecca non riesce a respirare si stacca da sola oppure può essere rimossa più facilmente. Se nemmeno questo metodo funziona, dovrete recarvi immediatamente al pronto soccorso per fare in modo che sia un medico a estrarre il parassita.

La febbre maculosa delle Montagne Rocciose potrebbe espandersi ad altre latitudini, a causa dei cambiamenti climatici e alla mobilità delle persone. Per questa ragione, è bene essere preparati anche al di fuori degli Stati Uniti d’America.


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Phillips, J. (2017). Rocky Mountain Spotted Fever. Workplace Health and Safety. https://doi.org/10.1177/2165079916683711


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