La malattia ossea metabolica nei rettili
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
Avere come animale domestico un animale esotico può portare delle complicazioni, sopratutto per le loro particolari esigenze nutritive. Un errore nella dieta è la causa più comune della malattia ossea metabolica, disturbo che colpisce le ossa dei nostri rettili.
Molte delle malattie che colpiscono questi animali, proprio come la malattia ossea metabolica, sono di facile prevenzione se si conoscono le esigenze di ogni specie.
La malattia ossea metabolica può presentarsi in molte specie di rettili, come serpenti o varani. La specie che più ne soffre, tuttavia, è l’iguana, così che conoscere le cure di base da dedicare a quest’animale è fondamentale per evitare che si sviluppi tale disturbo.
Cause della malattia ossea metabolica
Questa malattia è dovuta principalmente alla mancanza di calcio. Questo fattore è strettamente legato alla dieta, ma anche a carenze di vitamina D, che ne favorisce il naturale assorbimento.
Più concretamente, il disturbo è dovuto ad uno squilibrio nel rapporto tra calcio e fosforo, che di norma sono bilanciati all’interno dell’organismo. Una deficienza di calcio può essere dovuta ad un eccesso di fosforo.
Poiché il calcio viene estratto dalle ossa, queste finiscono per indebolirsi fino a deformarsi, nel peggiore dei casi.
Oltre alla mancanza di calcio e all’eccesso di fosforo nella dieta, anche un eccesso di grassi può generare il ridotto assorbimento del calcio. La mancata esposizione ai raggi ultravioletti è un’altra causa della malattia, in quanto causa problemi di assorbimento del calcio da parte della vitamina D.
Sintomi della malattia ossea metabolica
Questo disturbo, che tende ad apparire negli esemplari giovani, si manifesta attraverso l’infiammazione della mandibola. Sebbene sia questa la zona più evidente della tumefazione, l’intero apparato osseo ne è affetto.
Altri sintomi del disturbo possono essere il gonfiore delle estremità, deformità nelle dita e deviazioni della colonna vertebrale, tutti fattori che possono portare a problemi nei movimenti e persino a fratture.
Queste deformità e fratture sono tanto evidenti quanto maggiore è la demineralizzazione sofferta dall’animale. Nei casi cronici in cui la malattia è presente da più tempo, queste si fanno molto più visibili e possono determinare persino il ricorso a protesi con ruote.
In questi casi è vitale portare il nostro animale dal veterinario, che potrà confermare la presenza della malattia eventualmente tramite radiografia. Si tratta della scelta migliore.
In questi casi, l’animale può arrivare a soffrire al punto di rifiutarsi di mangiare. Questo sintomo è tipico nei camaleonti, la cui lunga lingua può essere affetta dal problema.
In questi casi è fondamentale portare il nostro animale dal veterinario, in quanto un cambiamento a livello di dieta non è sufficiente. Il nostro animale potrà soffrirne fino al punto di rifiutarsi di mangiare.
Trattamento e prevenzione della malattia ossea metabolica
Nei casi più lievi, e solamente nel caso in cui si intenda prevenire la malattia, basterà essere più rigidi nel maneggiare l’animale.
In questo senso, sarà fondamentale ristrutturare la sua dieta incorporando fonti di calcio naturali. L’uso di integratori va bene, ma il calcio può essere somministrato anche in maniera naturale attraverso piante come il dente di leone.
D’altra parte, l’alimentazione ideale per una tartaruga, un’iguana o qualsiasi altro rettile affetto da questa malattia, si può ottenere puntando su alimenti in cui il calcio sia presente in misura doppia rispetto al fosforo.
Inoltre, la temperatura del loro terrario dovrà essere adattata alla specie; è bene ricordare che i rettili devono essere esposti giornalmente ai raggi ultravioletti, meglio ancora se la luce è naturale, quella del sole per intenderci.
Nel migliore dei casi, dunque, la malattia potrà essere monitorata tramite un controllo del calcio, sempre sotto consiglio del veterinario. Occorre sottolineare che il mancato trattamento di solito porta al decesso dell’animale.
L’uso di integratori va bene, ma il calcio può essere somministrato anche in maniera naturale attraverso piante come il dente di leone. L’ideale è puntare su alimenti in cui il calcio sia presente in misura doppia rispetto al fosforo.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.