Scopriamo le malattie congenite nei gatti

Scopriamo le malattie congenite nei gatti

Ultimo aggiornamento: 25 maggio, 2018

I felini possono soffrire di alcune patologie che ereditano dai propri genitori. I geni giocano un ruolo molto importante nel momento in cui si devono trasmettere delle informazioni. Per questo, nel seguente articolo vi parleremo delle malattie congenite nei gatti.

Quali malattie congenite esistono nei gatti?

Secondo la International Cat Care, conosciuta precedentemente come Feline Advisory Bureau o FAB, esistono diverse malattie congenite nei gatti; alcune di queste si possono trattare e curare se si individuano in tempo.

Questa organizzazione si occupa di compilare dei dati sulle patologie tipiche di ogni razza e sull’incidenza dei geni negli esemplari. Si tratta di una lunga lista dalla quale spiccano le seguenti malattie:

1. Rene policistico

Nota anche come Malattia policistica renale, colpisce varie razze: Burmese, Persiano, Himalayano, British Shorthair, Scottish Fold e gli incroci con il Persiano. Consiste nello sviluppo di cisti nei reni, che aumentano di dimensioni con l’avanzare dell’età e provocano un’insufficienza renale irreversibile.

gatto triste sul letto

Fonte: www.recreoviral.com

Non tutti gli esemplari di queste razze ne soffrono, però è necessario fargli fare delle prove periodiche per determinare se sono comparse queste protuberanze, per poterle trattare in tempo.

2. Cardiomiopatia ipertrofica

E’ più comune nel Maine Coon e nel Ragdoll, delle razze che nascono da mutazioni genetiche, e comporta l’ingrossamento delle pareti ventricolari del cuore. Ciò causa delle alterazioni nei battiti e nel pompaggio del sangue.

3. Glicogenosi di tipo IV

Questa malattia congenita per il momento colpisce solo il Gatto delle foreste norvegesi, e si relaziona al metabolismo del glicogeno. Le gatte incinte che presentano questa patologia probabilmente perderanno i cuccioli naturalmente.

I cuccioli possono morire poco dopo essere nati, poiché il loro corpo non ha abbastanza energia per sopravvivere. Una percentuale molto bassa può vivere fino ai 5 mesi di età, e a partire da qui presentare dei sintomi di degenerazione neuromuscolare e decedere per un attacco cardiaco.

4. Atrofia muscolare spinale

Questa patologia compare solo in una razza: il Maine Coon. E’ stato scoperto poco più di un decennio fa grazie a delle ricerche svolte da parte di allevatori, veterinari e scienziati.

Maine Coon sulla neve

L’atrofia muscolare spinale colpisce i movimenti come camminare, deglutire o controllare la testa. Affinché un gatto possa soffrire di questo disturbo, entrambi i genitori devono essere portatori del gene anomalo. La probabilità che si presenti è del 25%.

5. Gangliosidosi 1 e 2

Può colpire 3 razze: Siamese, Burmese e Korat, e provoca un’anomalia nel processo di unione tra i grassi e gli zuccheri nelle cellule del cervello. Di conseguenza, l’animale avrà dei problemi neurologici, i quali aumenteranno e possono essere mortali. Si riesce a diagnosticare solo quando è già in stato molto avanzato.

6. Atrofia Progressiva della Retina

Questa malattia congenita si presenta nelle seguenti razze: Abissino, Ocicat, Somalo, Balinese, American Curl, Cornish Rex, Oriental Shorthair, Munchkin, Siamese e Peterbald.

L’Atrofia Progressiva della Retina è una patologia degenerativa che colpisce le cellule dell’occhio e causa una cecità irreversibile. All’inizio si manifesta come una perdita di visione notturna, poi anche diurna.

7. Deficit di piruvato chinasi eritrocitaria

Un’altra delle malattie che possono comparire in molte razze, come l’Abissino, lo Shorthair, il Mau egiziano, il Maine Coon, il Gatto delle foreste norvegesi, il Somalo e il Savannah.

E’ un’anomalia nella quale i globuli rossi vengono distrutti rapidamente e il midollo osseo non è in grado di rinnovare la quantità persa, provocando così un’anemia cronica. Il trattamento include trasfusioni di sangue frequenti o, in casi più gravi, il trapianto di midollo osseo.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.