Orca assassina, perché ha questo terribile nome?
Intelligente, letale, veloce e socievole. L’orca assassina sembra una macchina progettata dalla natura solamente per uccidere. Il suo indice di letalità è superato solo dall’animale più pericoloso di tutti, l’uomo.
E’ uno dei mammiferi più grandi del pianeta Terra, ma come mai è conosciuta con il nome di orca assassina? Se volete conoscere la risposta a questa e altre domande, continuate a leggere.
La feroce orca assassina
L’orca assassina fa parte della famiglia Delphinidae insieme ai diversi tipi di delfini che popolano i mari, quindi è del tutto erroneo chiamarla “balena”. In realtà, le balene fanno parte di una famiglia completamente diversa, chiamata appunto Balaenidae.
Le orche condividono molte caratteristiche con i delfini: sfruttano l’ecolocalizzazione come i beluga, denti aguzzi disposti su un’unica fila, uno sfiatatoio sul dorso e possiedono una grande intelligenza che consente loro di coordinare azioni con altri esemplari.
A prima vista, fisicamente le orche sembrano tutte molto simili. Hanno un corpo allungato, due macchie laterali bianche, simili ad occhi, e una grande agilità nonostante le grandi dimensioni.
Ma da cosa deriva il termine “orca assassina”? Ciò è dovuto alle grandi storie dei marinai di una volta e alle sue tecniche di caccia. La cosa più curiosa delle orche è che ogni clan ha tecniche molto diverse, a seconda della parte del mondo in cui vive.
Inoltre, l’errore di usare il termine “balena” deriva da una cattiva traduzione dall’inglese killer whale.
L’associazione con questi animali è assolutamente priva di senso. In effetti, la traduzione corretta del termine anglosassone dovrebbe essere “assassina di balene” dato che proprio questi grandi cetacei sono spesso vittime di attacchi da parte delle orche.
Le tattiche di caccia dell’orca assassina
Abbiamo già detto che le orche adoperano diverse tecniche di caccia, a seconda della regione del pianeta in cui vivono. Le orche si adattano all’ambiente per cacciare la preda principale che si trova nella zona.
Cioè, la loro dieta non si limita a una particolare specie, ma si basa su quell’animale preda che è maggiormente disponibile nelle vicinanze.
Ad esempio, nei fiordi scandinavi le orche consumano aringhe, nuotando intorno ai banchi e formano una spirale che lascia disorientati questi piccoli pesciolini.
Tra le prede preferite delle orche ci sono: leoni marini, pinguini, foche, pesci di diverse famiglie, in alcuni casi altri delfini e, naturalmente, balene.
La caccia viene portata avanti in collaborazione con i membri del clan, specialmente se si tratta di una balena. Le orche assassine circondano il grande cetaceo per lasciarlo senza scampo e iniziano a sferrare morsi letali fino a quando, sanguinando, non è più in grado di difendersi.
Ma esistono anche altri esempi di collaborazione. Per esempio, spesso i marinai hanno sfruttato l’aiuto delle orche assassine, nelle attività di pesca.
Come la storia di Old Tom, un’orca che aiutava i balenieri australiani e veniva ricompensata dopo aver portato a termine il suo compito.
Old Tom era un’orca di sette metri che collaborava con le barche dei Davidson, una famiglia di balenieri che cacciava nelle acque dell’Australia.
Questo animale spingeva le balene verso le imbarcazioni dotate di arpioni e, una volta catturato il grande cetaceo, riceveva parti delle lingua e delle labbra dagli umani, come ricompensa.
Orca, un “assassino” molto socievole
Questa grande capacità di collaborazione, evidenzia un lato molo socievole di questi animali. Le orche sono capaci di lavorare come una vera squadra per raggiungere un bene comune, ma vale la pena approfondire meglio questo aspetto.
Questi animali hanno una struttura sociale simile a quella delle persone. All’interno delle relazioni, infatti, viene sfruttato un vero e proprio linguaggio di comunicazione che è diverso a seconda della zona di appartenenza.
Le orche comunicano usando dialetti con sfumature simili a quelli umani.
Inoltre possiedono una grande memoria, come abbiamo potuto vedere con Old Tom, e gli animali in cattività possono persino riconoscere i volti umani attraverso i vetri degli acquari.
Tenete presente poi che, le famose macchie sui lati, sono come delle impronte digitali: sono assolutamente uniche per ogni singolo esemplare di orca assassina.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.