Animali sull'orlo della morte in un centro per la protezione animali in Spagna
Ci rattrista dovervi raccontare di nuovo una storia di maltrattamenti, ma riteniamo sia necessario sensibilizzare le persone affinché casi come questi siano sempre meno frequenti. Il modo in cui gli animali venivano trattati in questo centro per la protezione animali è triste ma vero.
È naturale rattristarsi di fronte a storie che riguardano il maltrattamento animale, ma se a dar luogo a fenomeni come questo sono persone pagate per prendersi cura degli animali, ebbene i sentimenti provati sono di maggiore indignazione ed impotenza. Ecco i dettagli della storia, nella speranza che li condividiate con il maggior numero di persone, per porre fine a questi abusi.
Il centro per la protezione animali che maltratta i cani
Si trova ad Alcalá de Henares, comune nei pressi di Madrid, ed ha per sigla CIMPA (Centro Integrale Municipale di Protezione degli Animali). È un centro comunale di protezione animale che campa grazie alle risorse assegnate dal comune di Alcalá e alle donazioni da parte degli amanti degli animali.
Secondo l’assessore comunale all’ambiente di Alcalá, i sospetti che qualcosa non andasse bene sono emersi quando si sono accorti che i fondi stanziati per il CIMPA non coprivano le necessità base degli animali e degli impianti. D’altra parte, i membri del centro non facevano nulla per richiedere fondi extra, e questo ha fatto sorgere non pochi dubbi.
È stato così dato il via all’inchiesta che ha visto riunirsi veterinari, membri della Guardia Civile spagnola e della polizia, per una serie di visite al centro che hanno subito rivelato lo stato in cui erano tenuti gli animali.
Molti degli animali sono stati ricoverati, la maggior parte di questi poiché affetti da cachessia – estrema magrezza. Gli animali non solo non ricevevano le cure igieniche adeguate, ma erano anche denutriti e disidratati.
Vi sembrano pochi soldi per sostentare gli animali ospitati nel centro?
Secondo noi no, ma lasciamo giudicare a voi. Il centro è stato ceduto ad un’impresa di derattizzazione a seguito delle elezioni avvenute nel giugno 2014. Si è stabilito un fondo di circa 80 mila euro annui.
Se si considera che vi risiedono in media meno di cento animali al mese, non ci sembra una cifra irrisoria che impedisca di alimentare gli animali e offrirgli una degna qualità di vita. Cosa sarebbe successo se il Comune non si fosse messo di mezzo nella faccenda?
Il centro non è d’accordo
Si dice che quando si ricevono visite a sorpresa la casa sia sempre in disordine… Non sarà semplicemente che ripuliamo solo quando sappiamo che arriveranno ospiti? Lo stesso è successo con il centro spagnolo per la protezione animali. Questa è stata la loro triste scusa:
“Non sono mai emerse irregolarità durante le visite della Guardia Civile, della polizia o della comunità. Nemmeno in quelle della giunta comunale, che non aveva ragione di presentarsi al CIMPA all’alba e senza personale qualificato. Le accuse sono inappropriate e macchiano il nostro lavoro, togliendo prestigio all’impresa”. Fonte: El País.
In altre parole, durante le visite programmate, i cani denutriti venivano nascosti, cosa che naturalmente non è stata possibile per la visita a sorpresa, che si è rivelata una vera e propria imboscata. Esatto, amici del CIMPA, si è trattato di un’imboscata e siete stati colti con le mani nel sacco. Quanto ci fa piacere!
Il giudice e il Comune non hanno fatto caso a queste ridicole scuse con le quali l’equipe del centro cercava di arrampicarsi sugli specchi.
Secondo il CIMPA, il veterinario aveva detto loro che la magrezza degli animali era dovuta al freddo. Eppure, da giugno 2014 a novembre 2015 ci sono stati in totale ben 125 decessi fra queste povere creature.
Il rapporto dello stesso veterinario nominato dai membri del centro rivela con chiarezza che si tratta di un caso di maltrattamento animale, nel quale non sono state soddisfatte le esigenze di base degli animali né sono state portate a termine le misure necessarie riguardanti l’igiene e la salute dei cani.
L’azienda è stata destituita dal suo incarico ed è attualmente in attesa di giudizio – si spera che paghino per le loro azioni. Il Comune ha ceduto il centro ad un’altra ditta, affermando che “non si tratta di un’associazione qualunque, dovranno vegliare sul bene di altri esseri viventi, e questo per noi è fondamentale”. Grazie Alcalá!
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