Proteggere le balene: un'area protetta nelle Baleari
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
Alcuni anni fa, proteggere le balene è stata una delle principali preoccupazioni del movimento ambientalista. Ma purtroppo, nonostante contengano la più grande biodiversità del pianeta, i mari non vengono ancora tutelati abbastanza.
Ultimamente ci troviamo di fronte a molte notizie relative alla protezione delle balene: il fallimento nei piani di recupero della vaquita o l’arrivo delle balene a Cartagena sono solo alcuni esempi di come bisogna interessarsi di questi animali.
In questo articolo parleremo di come proteggere le balene e dell’area protetta prevista nelle Baleari.
La protezione delle balene sarà possibile nelle Baleari
Delfini, capodogli e altri cetacei saranno protetti nel corridoio marittimo tra le isole Baleari e la penisola iberica. Quest’area protetta sarà realizzata per promuovere la conservazione delle balene e degli altri cetacei.
Sarà una zona in cui non saranno possibili trivellazioni petrolifere o la famosa frattura idraulica o fracking.
Il Ministero per la transizione ecologica del governo spagnolo ha finalmente deciso di approvare il decreto che dichiara questa area un’area marina protetta.
La sua approvazione arriva un anno dopo la proposta della Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo.
Quest’area copre 46.000 chilometri quadrati, compresi tra Girona e Alicante e ha come limite i promontori di Creus e Nao. L’area ha un grande valore ecologico e migliaia di cetacei migrano ogni anno nelle sue acque.
Proteggere le balene nelle Baleari: obiettivi e critiche
Il rumore dei sottomarini e la contaminazione acustica causata dalla trivellazione petrolifera hanno dimostrato di avere conseguenze devastanti per la riproduzione e persino per la sopravvivenza dei cetacei, tanto che ci sono stati casi di balene arenate sulle spiagge.
Sebbene gli ambientalisti abbiano accolto con entusiasmo la decisione, sono convinti che la battaglia non sia ancora vinta. Gli ambientalisti propongono di vietare la prospezione di idrocarburi in tutte le acque nazionali. Questo aiuterebbe tutte le specie marine presenti nel Mediterraneo.
Alcune ONG criticano il fatto che i confini siano stati stabiliti arbitrariamente. Ad esempio, parte dell’habitat della balenottera comune non è stato protetto. Tuttavia, nonostante le carenze del progetto, si pensa che di questo passo il 13% delle acque marine spagnole verrà tutelato.
La balenottera comune, il grande beneficiario
I grandi beneficiari di questa misura per proteggere le balene saranno le balenottere, e in particolare la balenottera comune (Balaenoptera physalus), che è il secondo animale vivente più grande dopo la balenottera azzurra, poiché raggiunge i 27 metri di lunghezza.
Come il resto delle balene, la balenottera comune è perseguitata dal XX secolo. Si stima che fino alla fine degli anni ’70, nell’emisfero australe sono morti 750.000 esemplari.
Per questo motivo, la caccia alle balene è stata vietata in molti paesi, anche se in Giappone, purtroppo, si cacciano ancora più di 1.000 balene all’anno. Allo stesso modo, alcuni paesi dell’Europa nord orientale come la Finlandia, la Norvegia o la Groenlandia mantengono questa pratica in modo ridotto.
Sebbene la caccia non sia più una grave minaccia per questi animali, i grandi cetacei si trovano adesso a fare i conti anche con l’inquinamento delle acque.
Sono stati rilevati moltissimi casi di cetacei che hanno ingerito enormi quantità di plastica.
Ci auguriamo che proteggere le balene nel Mediterraneo diventi sempre più importante per la comunità internazionale e che vengano adottate misure concrete in merito.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.