Asini e cavalli della Sardegna: 5 razze uniche e bellissime
Scritto e verificato la veterinaria Érica Terrón González
La Sardegna è una terra ricca di razze equine autoctone, una delle quali, l’asino sardo, è una specie dalle origini antichissime conosciuta in tutta Europa. Ecco quali sono le razze di asini e cavalli della Sardegna che vale la pena conoscere.
Asini e cavalli della Sardegna
La necessità di mantenere il potenziale genetico delle razze equine è molto importante, soprattutto perché negli ultimi anni alcune razze potrebbero trovarsi presto a rischio di estinzione.
La Sardegna custodisce una tradizione millenaria per quanto riguarda la cultura equina autoctona. Pensate che le principali razze equine vivono sull’isola fin dalla civiltà nuragica.
Infatti, gli asini e i cavalli in Sardegna da sempre contribuiscono al sostentamento delle regioni rurali e fanno parte della storia e cultura di questa bellissima regione, della sua ricchezza etnica e della sua biodiversità.
Le principali razze di asini e cavalli della Sardegna
Le principali razze equine sarde sono: l’asino sardo, il cavallo del Sarcidano, il cavallino della Giara, l’anglo arabo sardo e l’asino dell’Asinara.
L’asino sardo, tra le razze di asini della Sardegna più antiche
La sua presenza sull’isola è antichissima: venne introdotto per la prima volta dai sardo-punici e veniva usato per l’allevamento e per il trasporto nei campi. Altre fonti, invece, sostengono che abbia origini neolitiche, probabilmente legate all’importazione da parte dei Fenici o addirittura che sia di provenienza africana.
Le sue caratteristiche fisiche sono: la pelliccia chiara sull’addome, intorno agli occhi e sul muso e le dimensioni inferiori che lo distinguono rispetto alle altre razze asinine italiane. In alcune zone veniva usato per macinare il grano tramite un processo chiamato “molitura”: l’asino veniva bendato e protetto con una stuoia per evitare che il bastone attaccato alla macina gli provocasse delle ferite.
L’asino sardo, un tempo indispensabile per la macina dei cereali, per arare i campi e trasportare l’acqua e la legna, negli ultimi anni è stato sostituito dalle macchine. Questo è uno dei motivi per cui il numero di esemplari è sceso da 38.000 a poche migliaia, fino ad arrivare a circa 350 unità.
Per quanto riguarda la conservazione della specie, l’Istituto Incremento Ippico della Sardegna alleva una mandria nel Centro di Foresta Burgos, con lo scopo di tutelare la genetica e dare vita ad un programma concreto per salvaguardare la razza.
Il cavallo del Sarcidano
Il cavallo del Sarcidano è un’altra tra le razze autoctone più antiche dell’isola. Le sue origini riconducono a quelle del cavallo moderno ed aiutano a ricostruire la storia del cavallo, origine ed evoluzione. Inoltre, questo cavallo è unico e diverso da tutte le altre razze equine italiane.
Purtroppo, il numero di esemplari di sesso maschile è molto ridotto. Per questo motivo, pur di favorire la conservazione, si è cercato farlo accoppiare con altre specie dando vita a esemplari meticci. Tuttavia, una misura del genere si traduce nella perdita del patrimonio genetico, che ha un valore inestimabile.
Il cavallino della Giara
L’anglo arabo sardo
È un cavallo che si presta particolarmente per gli sport equestri, grazie al suo carattere equilibrato. Inoltre, è veloce e resistente, adatto al galoppo e alla corsa sia in pianura che ad ostacoli.
Nasce dall’incrocio tra i puro sangue inglesi e arabi con le femmine indigene: infatti, le origini di questo cavallo vanno ricercate nel ceppo orientale-asiatico. In Sardegna viene allevato allo stato semibrado.
L’asino dell’Asinara
Le origini dell’asino dell’Asinara sono piuttosto misteriose. La leggenda vuole che questi asini dalla pelliccia bianca siano giunti per caso sull’isola a seguito del naufragio di una nave egizia, mentre secondo altre fonti sarebbero stati importati dall’Egitto dal Duca dell’Asinara intorno al 1800. Sta di fatto che l’isola prende da loro il nome.
A partire dalla fine del secolo scorso, probabilmente perché scelta per ospitare un lazzaretto prima ed una colonia penitenziaria di massima sicurezza poi, l’isola divenne progressivamente disabitata. Fu così che gli asini bianchi se ne appropriarono, vivendo tutt’ora liberamente allo stato selvaggio.
Purtroppo, però, si tratta di una specie “a rischio” d’estinzione: gli esemplari rimasti sono solo 73. Le cause sarebbero la scarsa fertilità delle femmine, casi di parassitosi intestinali ed infezioni secondarie, ma anche la mortalità neo natale.
Ancora una volta, l’Istituto Incremento Ippico della Sardegna sta cercando di preservare la specie allevando un gruppo al di fuori dell’isola dell’Asinara, presso il Centro di Foresta Burgos.
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