Sanguisuga: caratteristiche e riproduzione
Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García
La sanguisuga è un animale invertebrato, simile a un verme, che appartiene alla famiglia delle anellidi. È legato ai lombrichi, ma differisce da loro perché presenta delle ventose sul corpo e perché la maggior parte delle specie vive in acqua. In questo articolo, cercheremo di scoprire come si riproduce la sanguisuga.
Sebbene provochi repulsione nella maggior parte delle persone, la sanguisuga è molto utile in medicina, specialmente in micro chirurgia e per alcuni trapianti.
Ci sono circa 600 specie di sanguisughe in tutto il mondo. La più nota è la sanguisuga medicinale o sanguisuga comune, il cui nome scientifico è Hirudo medicinalis. In questo articolo, proveremo a comprendere meglio le caratteristiche e la riproduzione della sanguisuga.
Caratteristiche fisiche
Le sanguisughe di solito misurano tra i 5 e i 12 millimetri. Tuttavia, esiste una varietà nella giungla amazzonica che può raggiungere i 30 centimetri. Il corpo della sanguisuga ha la capacità di dilatarsi notevolmente per immagazzinare tutto il sangue che succhia.
Il colore di questo animale varia a seconda della specie. La maggior parte degli esemplari è di colore scuro, sebbene abbia la capacità di cambiare colore in risposta a diversi stimoli. Possiedono un determinato numero di segmenti nel corpo e ognuno di essi si suddivide a sua volta in altri segmenti.
La sanguisuga ha due ventose, una piccola nella parte anteriore e una più grande nella parte posteriore. Per muoversi, si aggrappa tramite la ventosa anteriore e trascina gli altri segmenti del corpo. Per nuotare, esegue delle ondulazioni veloci grazie ai muscoli del corpo.
L’habitat della sanguisuga
Ad eccezione dell’Antartide, le sanguisughe vivono in tutti i continenti. Tuttavia, la maggior parte si trova nelle aree tropicali. Questo perché si adattano meglio ai climi caldi e agli ambienti acquatici. Al contrario, i climi molto freddi non sono molto adatti al suo sviluppo.
Questi animali sono in grado di vivere nel mare, ma la maggior parte vive nelle acque dolci dei fiumi. Inoltre, ci sono alcune specie terrestri.Durante gli ultimi anni, il numero delle sanguisughe nel mondo è diminuito in modo allarmante. In conseguenza di ciò, alcuni paesi hanno preso dei provvedimenti per preservare la specie. La ragione di questa diminuzione va ricercata nell’uso indiscriminato della sanguisuga per scopi estetici e medicinali.
Di cosa si nutrono le sanguisughe?
Alcune sanguisughe che vivono nelle acque dolci e si nutrono di molluschi e di lombrichi. Altre specie sono carnivore. E poi ci sono le sanguisughe che succhiano il sangue, che si attaccano al corpo dei vertebrati per succhiare il loro sangue e nutrirsi di esso. Questa è forse la specie più conosciuta e temuta.
Come si riproduce la sanguisuga?
Le sanguisughe sono ermafroditi. Ogni individuo ha diverse coppie di testicoli e una coppia di ovaie. La riproduzione avviene attraverso la fecondazione interna; tuttavia, il processo varia a seconda delle specie.
Ad esempio, alcune sanguisughe che vivono nell’acqua depongono le loro uova e rimangono lì fino alla nascita. Altre specie acquatiche come quelle del genere Erpobdella depongono le uova nell’acqua, che riescono a sopravvivere grazie a una barriera protettiva.
In alcune specie lo sperma viene immagazzinato in degli spermatofori che si trovano all’esterno della coppia e fecondano le ovaie attraversando la parete. Durante l’accoppiamento, la fecondazione è spesso reciproca.
Una volta fecondate, le uova vengono depositate in una sorta di bozzoli dalla consistenza chitinosa. I giovani hanno lo stesso colore e la stessa forma degli adulti.
Uso medico della sanguisuga
Fin dall’antica Roma, la sanguisuga è stata usata per alleviare il dolore e curare malattie di ogni tipo, dall’obesità alle malattie degli occhi ad alcune patologie mentali.
I trattamenti eseguiti con le sanguisughe si basavano sull’idea che le malattie si trovassero nel sangue, e che estraendolo dal corpo, tramite il salasso, la malattia sarebbe stata espulsa. Con lo sviluppo della medicina moderna il loro uso è stato superato, anche perché nella maggior parte dei casi non serviva a curare i pazienti, ma anzi spesso ne aggravava le condizioni.
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