Scolopendra: caratteristiche, habitat e morso
Revisionato e approvato da la biologa Georgelin Espinoza Medina
Gli artropodi del genere Scolopendra hanno un corpo appiattito che generalmente ha tra 21 e 23 segmenti, ciascuno con il suo paio di zampe. Sono animali carnivori che rilasciano il loro veleno per cacciare le prede e proteggersi da possibili minacce. Se una persona viene punta da uno scolopendra, può scatenare diversi disturbi. In rari casi, può causare la morte.
Nei seguenti contenuti scoprirai le caratteristiche fisiche, l’habitat, la dieta e la riproduzione, oltre a tutti i dettagli sul suo veleno e sugli effetti del suo morso sugli esseri umani.
Caratteristiche del genere Scolopendra
Sono state scoperte circa 80 specie diverse, tra queste troviamo Scolopendra morsitans e Scolopendra gigantea, come alcune delle più conosciute, anche se esiste la possibilità che ne esistano molte altre, ancora non identificate. Sono spesso indicati come millepiedi e sono classificati nell’ordine tassonomico Scolopendromorpha.
Lo scolopendra ha un’anatomia allungata che può raggiungere i 20 centimetri o più. Sulla sua testa si possono vedere grandi antenne e potenti mascelle. Il suo torace è segmentato, permettendogli di girare rapidamente e mantenere la sua resistenza.
Generalmente hanno un totale di 21 segmenti, ciascuno con un paio di zampe artigliate. La sua morfologia gli permette di arrampicarsi e di aggrapparsi saldamente a qualsiasi superficie.
Le zampe più vicine alle mascelle, note come forcipi, lo aiutano a catturare e applicare il potente veleno che paralizza la sua preda.
Fatta eccezione per le zampe forcipule e il paio di zampe anali, tutte le altre servono per camminare. Gli ultimi due vengono trascinati, ma svolgono una funzione vitale, sia per difendersi dagli attacchi in quella zona, sia per attrarre il sesso opposto durante l’accoppiamento.
Habitat e cibo
Questo artropodo si trova in tutti i continenti, ad eccezione dell’Antartide, poiché preferisce i climi più temperati dove abbondano le sue prede. Un’indagine comparativa sulla tradizionale tassonomia dei morph, pubblicata sulla rivista ZooKeys, ha rilevato che l’intervallo di distribuzione della specie è ampio:
- Africa
- America
- Australia
- Aree tropicali dell’Asia
- Alcune zone limitrofe dell’Oceano Indiano
Durante il giorno si rifugia sottoterra, nascondendosi a diversi centimetri di profondità, oppure sotto tronchi o pietre caduti.
Il suo corpo è resistente e può sopravvivere a temperature fino a 10 gradi Celsius, ma al di sotto di questa temperatura morirebbe. Nei climi freddi tende al letargo fino all’arrivo dell’estate o della primavera.
Lo scolopendra va raramente a caccia in pieno giorno. Preferisce infatti l’oscurità per cercare la sua preda. La sua dieta comprende un’ampia varietà di insetti, dai più piccoli ad altri di dimensioni considerevoli, purché abbia la possibilità di sconfiggerli in battaglia.
Inoltre, può nutrirsi di altri scolopendri e anche di piccoli vertebrati come i seguenti:
- Rane
- Uccelli
- Topi
- Lucertole
Nelle situazioni più difficili, usa il suo potente veleno per paralizzare la preda. In questo senso, segue una tattica simile a quella dei serpenti costrittori: si avvolge attorno alla sua vittima, per impedirne la fuga, e poi vi affonda le fauci per iniettarvi il veleno.
Come si riproducono?
Questi animali hanno sessi separati, senza copulazione diretta, e la fecondazione è interna. I maschi depositano sul terreno sacchi di sperma, detti spermatofori, che le femmine devono inserire al loro interno.
La femmina scolopendra depone nelle sue tane nascoste tra le 20 e le 60 uova e se ne prende molta cura. Infatti, li inumidisce anche con la saliva per prevenire gli agenti patogeni.
Alla nascita, alcuni figli possono divorare la propria madre.
Il veleno dello scolopendra
Il veleno dello scolopendra è una delle tossine più potenti che esistano, che gli permette di affrontare i grandi insetti.
Secondo una recensione scientifica pubblicata sulla rivista Salus, in riferimento agli agenti tossici della Scolopendra gigantea, il veleno di questa specie contiene una struttura molto complicata dei seguenti composti:
- Chetosi
- Proteine
- Carboidrati
Da parte sua, un lavoro pubblicato sull’Università del Queensland suggerisce che la Scolopendra morsitans può modificare la composizione del suo veleno e utilizzare diverse combinazioni per la difesa o la predazione.
Inoltre il sistema di secrezione è più complesso di quanto si pensasse qualche anno fa, poiché non funziona esclusivamente attraverso il controllo neuromuscolare. Tuttavia, ciò sarebbe possibile solo nelle specie che hanno sviluppato un lungo dotto velenoso.
Quanto è pericoloso il morso per l’uomo?
Gli scolopendra hanno complesse appendici boccali che usano per nutrirsi. Presentano due paia di potenti mascelle e due mascelle fuse, da cui si staccano i forcipi. Si tratta di zanne modificate con ghiandole velenose che permettono loro di catturare e paralizzare la preda.
Il veleno di Scolopendra è una combinazione di varie tossine che colpiscono diversi sistemi del corpo. In questo senso, può disintegrare gli eritrociti e causare sintomi come arresto cardiaco e febbre.
Nell’International Journal of Dermatology le manifestazioni del veleno dopo il morso sono descritte in due casi clinici:
- Vesciche
- Dolore intenso
- Grave edema eritematoso
Il morso può anche causare i seguenti segni:
- Dolore
- Prurito
- Rigonfiamento
- Arrossamento
- Sensazione di bruciore
Di solito può risolversi senza intervento medico. Tuttavia, nei casi più gravi, possono verificarsi diverse manifestazioni:
- Necrosi
- Infiammazione
- Formazione di pustole
La maggior parte dei morsi provoca reazioni locali benigne, ma, in rare situazioni, il veleno può causare altri disturbi, come quelli indicati dalla rivista Clinical Toxicology:
- Attacco di cuore
- Proteinuria
- Rabdomiolisi
Sebbene i morsi siano rari negli esseri umani, è necessario prestare attenzione, soprattutto con i bambini, gli anziani o le persone con allergie, perché in situazioni gravi la reazione al veleno può portare alla morte.
Nel caso di un morso grave con infezione batterica avanzata, il trattamento può richiedere lo sbrigliamento chirurgico e la somministrazione di antibiotici per via endovenosa. Pertanto, è importante evitare di avvicinarsi o di maneggiare questi animali per prevenire rischi, perché il contatto con tracce di veleno può causare reazioni avverse.
Scolopendra, un predatore lungo e velenoso
Lo scolopendra, con le mascelle e i forcipi carichi di veleno, risulta essere un formidabile predatore capace di affrontare insetti e piccoli vertebrati.
Sebbene il loro morso possa scatenare sintomi importanti e, nei casi più gravi, avere conseguenze gravi, sono rari nell’uomo. Si consiglia di usare cautela durante l’esplorazione delle foreste per evitare possibili punture, poiché sono veloci e agili.
È necessario prestare attenzione quando si interagisce con queste creature ed evitare di maneggiarle per evitare rischi inutili. Con un’adeguata conoscenza dello scolopendra e del suo comportamento, è possibile apprezzarne il ruolo nell’ecosistema e goderne l’unicità a distanza di sicurezza.
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