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Scoperte delle balene estinte sulle coste spagnole

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Gli scienziati dell'Università di Cadice hanno scoperto delle balene estinte più di due millenni fa vicino Tarifa, dove stanziavano i romani nell'antica città di Baleo Claudia. La balena franca e quella grigia probabilmente venivano a riprodursi nel Mar Mediterraneo.
Scoperte delle balene estinte sulle coste spagnole
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Delle balene estinte in alcune parti del nostro pianeta sono state scoperte grazie all’archeologia.

Come accaduto con specie come la lince europea, che abitava nella Penisola Iberica, ci sono balene estinte che, anche se sono scomparse dalle nostre coste, sono vissute per cento anni.

Balene estinte sulle coste spagnole

Più di 2000 anni fa, quando sorgeva l’Impero Romano, il Mar Mediterraneo ospitava due specie che al giorno d’oggi si trovano molto lontane da qui. La balena franca e la balena grigia popolavano queste coste, secondo quanto constatato dalla comparsa di fossili nell’antica città romana Baelo Claudia, vicina a Tarifa.

Ciò è stato dimostrato dagli scienziati dell’Università di Cadice, che hanno analizzato le ossa che sono state trovate a Baelo Claudia, uno dei centri del commercio nel Mediterraneo per i romani. Il luogo è famoso per la sua zona di lavorazione del pesce, dove veniva salato e si otteneva l’olio.

Le due specie che sono state scoperte sono la balena franca (Eubalaena glacialis) e la balena grigia (Eschrichtius robustus). 

Mentre quella franca solca solo le acque dell’estremo sud del pianeta, la grigia vive nel nord del Pacifico, quindi entrambe da cento anni non si sono avvistate sulle coste europee.

I romani e le balene estinte

Entrambe queste specie migratorie probabilmente venivano nel Mar Mediterraneo per riprodursi, e ciò dava luogo a grandi incontri di balene in queste latitudini.

Per questo, dovevano entrare dallo Stretto di Gibilterra, luogo in cui si trova la cittadina Baelo Claudia.

I romani sono stati degli abili esploratori dei fondali marini, e hanno cominciato a sfruttare delle risorse come il tonno rosso. E’ per questo che ci risulta strano che agissero anche come balenieri.

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Queste nuove tecniche hanno anche permesso di trovare una scapola scarna di balena grigia in un paese asturiano precedente all’invasione romana e all’industria baleniera che è nata sulla costa cantabrica nel Medioevo.

Questi resti però non dimostrano che i romani cacciassero le balene; la cosa certa è che sono molti i casi di cetacei estinti in determinate coste, quindi è sempre più importante proteggere questi animali.

I balenieri baschi e le balene estinte

In Spagna cominciarono ad apparire delle balene estinte con l’arrivo dei balenieri baschi. I cacciatori di balene baschi sono stati i primi popoli europei ad usarle industrialmente: ottenevano l’olio da questa specie marina, oltre alle ossa e alla carne.

Di fatto, i baschi arrivarono in Islanda per sfruttare questa risorsa nel Medioevo, stabilendo perfino una lingua nota come pidgin, un misto tra il basco e l’islandese.

Nonostante ciò, il rapporto tra i due popoli finì male, fino al punto che nel 2015 è stata annullata una legge che permetteva di assassinare i baschi sul suolo islandese, sebbene ovviamente non avesse effetto, trattandosi di una norma del Medioevo. 

Si è anche detto che i balenieri baschi abbiano raggiunto l’America prima di Cristoforo Colombo. Anche se non ci sono le prove di questo, è certo che siano stati varie volte a Terranova (Canada) all’inizio del XVI secolo: la flotta basca arrivò ad avere 30 navi e 2000 uomini, cacciando 400 balene ogni anno.

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Romani, balenieri o opportunisti?

Questi resti di balene estinte sul suolo romano potrebbero offuscare la leggenda basca. Alcuni credono che ciò sia un chiaro segnale che l’industria baleniera non l’avviarono i baschi, ma i romani secoli prima.

Esistono poche prove a sostegno di questa teoria, e anche se i romani potevano catturare le balene e altri cetacei con piccoli battelli e con gli arpioni, sembra più probabile che la cattura di questi animali da parte di questo popolo sia stata occasionale e che abbiano approfittato degli arenamenti.

Parliamo di due specie costiere, quindi la loro caccia è molto più facile di quella di altri grandi cetacei. Di fatto, lo storico e naturalista romano noto come Plinio il giovane, affermava di avere visto delle orche che cacciavano le balene a Cadice, qualcosa che al giorno d’oggi sarebbe impossibile.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.