Storia del cavallo: origine ed evoluzione
Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García
Conoscere l’origine e l’evoluzione del cavallo significa fare un lungo viaggio nella storia di questo formidabile animale e scoprire molti aspetti della civiltà umana. La convivenza con i cavalli è stata molto importante per lo sviluppo della nostra cultura.
Questi animali hanno permesso di ridurre le distanze abbattendo barriere sociali e culturali, avvicinando paesi e popolazioni assai diverse tra loro. Hanno anche favorito gli scambi commerciali, allargando i mercati e permettendo di diffondere notizie, tecnologie e conoscenze in ogni angolo del pianeta.
Si tratta di un animale assai speciale, sicuramente dotato di una predisposizione al contatto con l’uomo, intelligente e socievole. Al punto di creare un legame affettivo storico con gli esseri umani. E questo ha permesso la sopravvivenza di entrambe le specie.
Etimologia del termine “cavallo”
Questi grandi erbivori sono caratterizzati dal loro lungo collo ad arco, ornato dalla caratteristica criniera voluttuosa.
Ma non sempre questo animale è stato chiamato “cavallo”. Il primo termine latino per questa specie era infatti un altro, “equus”. L’evoluzione alla lingua volgare rese più popolare il termine “caballus”, che ha radici celtiche e significava “cavallo castrato”. Ovvero indicava quegli esemplari più calmi e più adatti alla monta e al lavoro.
Dall’antico termine “equus” derivano parole come equestre o equitazione (riferito allo sport). Al contrario, la radice di parole come ippica sono frutto della radice greca “hippos” che significa, appunto, cavallo.
Tassonomia
In linea di principio, si riteneva che i cavalli domestici appartenessero a una specie diversa dai loro parenti selvatici. Ecco perché, a metà del 1758, il naturalista svedese Linneo includeva i cavalli domestici nella specie Equus caballus. Mentre i cavalli selvaggi erano già classificati nella specie Equus ferus.
Successivamente, la scienza ha dimostrato che i cavalli selvatici e domestici appartenevano alla stessa specie. Le differenze nell’aspetto e nel carattere erano dovute a diversi processi di evoluzione e all’addestramento specifico.
Questo è il motivo per cui tutti i cavalli sono attualmente riuniti nella stessa specie e ricevono il nome scientifico di Equus ferus caballus.
Breve riassunto sulla storia del cavallo
I primi resoconti sull’allevamento e la domesticazione dei cavalli furono registrati a metà dell’anno 3500 prima di Cristo, nella regione che oggi appartiene al Kazakistan. Le indagini archeologiche hanno permesso di supporre che il primo antenato del cavallo abbia vissuto più di 50 milioni di anni fa.
Da allora è possibile distinguere l’evoluzione di questo pregevole mammifero attraverso 8 stadi principali. Vediamoli assieme:
Eohippus (o Hyracotherium)
Questo è il nome con cui si conosce il più antico antenato del cavallo. In realtà, la ricostruzione del suo scheletro lo rende più simile ad un piccolo cane. Il suo corpo aveva una dimensione compresa tra i 20 e i 40 cm di altezza. Aveva un muso corto e le orbite degli occhi erano poste al centro del viso.
I fossili di questo essere furono trovati in Oregon e nei sedimenti eocenici del Wyoming. Si pensa che sia apparso per la prima volta 55 milioni di anni fa e che si sia diffuso in Nord America ed Eurasia.
Mesohippus
Il suo nome significa “cavallo intermedio” (o “cavallo di mezzo”). Si suppone che abbia rappresentato la transizione dalla specie primitiva al cavallo moderno. Qui compaiono i denti con corone alte che permettono di ruminare erba, foglie e germogli, migliorando la salute dell’animale.
I suoi fossili sono stati trovati in Canada e negli Stati Uniti, in Colorado, Nebraska e Dakota. Hanno vissuto circa 37 milioni di anni fa.
Miohippus
L’apparizione del Miohippus segna il primo ramo orizzontale nell’albero genealogico del cavallo. Significa che inizia la diversificazione delle razze.
Si presume che ci fossero molti tipi diversi di Miohippus. Occuparono ampiamente l’Oligocene, soprattutto nell’area della Florida e degli Stati Uniti occidentali. Hanno vissuto 32 milioni di anni fa.
Parahippus
Conservavano caratteristiche primitive, come le 3 dita delle zampe, ma rappresentavano un importante cambiamento nella scelta dell’habitat. Dovrebbero essere apparsi più di 24 milioni di anni fa.
Merychippus
È il primo antenato che assomiglia al cavallo moderno. Sebbene i piedi avessero ancora 3 dita, il muso e le gambe erano già allungati. Ciò rappresentava la possibilità di migrare su distanze più ampie e aumentare le possibilità di pascolo.
Pliohippus
È considerato il nonno del cavallo. Si è ampiamente diffuso e diversificato, dando luogo a varie razze che hanno occupato l’intero continente. Hanno vissuto da 6 e 12 milioni di anni fa.
Dinohippus
È il parente più stretto del genere Equus, che comprende cavalli, zebre e asini. I fossili furono trovati in Nord America, ma si presume che occupassero anche l’Europa, l’Asia e il Sud America. Hanno vissuto da 5 a 13 milioni di anni fa.
Equus
E’ l’unico che è riuscito a sopravvivere, grazie alla sua capacità di adattamento. Si presume che il primo esemplare sia apparso 5 milioni di anni fa. I suoi fossili sono stati trovati in tutti i continenti, ad eccezione dell’Australia e dell’Antartide.
L’Equus ha accompagnato l’uomo in guerra, ha migrato con lui, è stato fondamentale per l’agricoltura e per viaggiare. Oggi viene impiegato anche in competizioni sportive e nella pet therapy. Da circa 3500 anni è un compagno fedele nella vita dell’essere umano ed è stato al fianco di grandi personaggi che hanno fatto la storia. Come Bucefalo (Alessandro Magno), Bavieca (El Cid), Marsala (Garibaldi) e Marengo (Napoleone).
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